Roma, parla De Rossi: “E’ stata un’estate particolare, ora vivo una stagione entusiasmante”

Per l’importante sfida di San Siro contro il Milan mancano due giorni e Daniele De Rossi lascia un’intervista -per Roma Channel-  in cui ripercorre tappe significative della sua carriera.

Daniele De Rossi Fonte: flickr.com Autore: Cristiano Checchi
Daniele De Rossi
Fonte: flickr.com Autore: Cristiano Checchi

10 anni fa arrivava il suo gol contro il Torino: “Assomigliavo molto a mio cugino, è sempre un ricordo piacevole quello, una giornata stranissima. Ricordo tutti i momenti, quando ero tornato a Trigoria a riprende al macchina, c’era ancora 90′ minuto. Tornavo sempre a casa quando ero piccolo a casa alla 6 e guardavo sempre 90′ minuto e c’ero io. Feci le corse per tornare a casa e vedermi, era un appuntamento fisso della mia famiglia ma anche di tutti gli italiani, non c’era la pay per view o altri canali e 90′ minuti ci diceva cosa era successo la domenica che noi sentivamo solo per radio o tramite il televideo. E’ stato un momento bellissimo, non parliamo di 50 anni fa, ma io 90′ minuto con il mio promo gol in serie A non lo dimenticherò mai”. Dell’attuale situazione in casa Roma dice: “Sto bene, sto bene moralmente perché stiamo vivendo una stagione importante ed entusiasmante. Fisicamente non è il mio miglior di forma della stagione, ho questo problema all’alluce del piede sinistro che mi porto avanti da un mesetto ormai, ma è una cosa che sicuramente andrà a risolvere a breve tempo anche con l’aiuto di queste vacanze invernali. Un po’ di riposo serve solo quello, non c’è bisogno di cercare nulla di particolare”. Il gol contro il Livorno ha un valore speciale: “Li già mi sentivo un altro. E’ stata un’estate particolare per me e lo sanno anche i sassi. Io non mi sentivo più quello che ero per la gente, per i tifosi e per i compagni. Era un momento difficile, facemmo un’amichevole a Terni ed è la prima volta che lo dico pubblicamente, mi trovai in difficoltà prima della partita, non mi trovavo a mio agio, non sapevo perchè andavo a giocare. Pensavo che quello che era successo due mesi prima fosse impossibile da cancellare, o forse lo è anche a livello di punteggio, statistica o albo d’oro, ma le cose poi si conquistano e quel gol a Livorno oltre ad essere importante per il nostro inizio, fu anche una bella spinta per me. Nonostante che quel giorno fossi già deciso del mio futuro e straconvinto di quello che si stava per affrontare. Non pensavo di vincerle tutte e di fare così bene, però avevo già inquadrato le persone, i miei compagni e soprattutto il mio allenatore”.  Così spiega il suo essere un predestinato: “Diciamo che io me lo spiego con il fatto che sono stato uno con una buona dose di sangue freddo. Non mi emoziono quando il gioco diventa più duro, quando diventa professionismo, quando mi affacciavo a qualcosa di più grande di quello che era in quel momento. Ho sempre affrontato tutto con grande serenità e professionalità e lo vedo anche oggi con occhi più distanti. L’approccio alla ara vera, quella dei tre punti, quella in cui tutti ti giudicheranno è difficile e io l’ho sempre vissuta bene. Il fatto di essere predestinato credo sia un titolo da dare altri giocatori, i fuoriclasse assoluti che ne nascono uno ogni dieci anni in ogni paese del mondo. Penso di essere stato un giocatore di carattere e personalità. Ricordo che Capello in una delle sue prime interviste lo disse, disse che era una delle mie doti migliori e quello che dice Capello è sempre scolpito nella pietra, è sempre legge”. Nonostante i record qualcuno dice di aver ritrovato De Rossi: Questa è una città che tende a gonfiare un po’ tutto. Quando vai bene ti fanno passare per supereroe e quindi devi anche accettare che se fai una stagione sbagliata diventano quattro stagioni sbagliate o una partita sbagliata diventano tre, poi sei e poi una stagione. Hai problemi con un allenatore, hai problemi con cinque allenatori, questo è un po’ un giochetto automatico quando una città come questa vive di calcio. Ed è il bello e il brutto del pallone ossia che ne possono parlare tutti e quindi parla gente che sa quello che parla e a va volte chi conosce il calcio fa fatica a lavorarci dentro calcio anche dopo anni di carriera e invece viene dato risalto a gente che parla per televisione, radio o che fa anche calcio in campo e che non sa neanche come è un pallone, che parla per interesse o con poca conoscenza. Questo è un problema però di tutti ci saranno ovunque persone che ti screditeranno e criticano quello che fai, poi sta a te, in questo caso a me, giudicare il mio operato. Nel mio caso io custodisco gelosamente i mie insuccessi, le mi stagioni negative, che secondo me sono state molto poche, ma che ci sono state e sono sicuramente qualcosa su cui lavorare e migliorare”. Sulle sue condizioni in vista della partita contro il Milan: “Continuerò come ho fatto fino ad ora a giocare ad allenarmi ho fatto un po’ di fatica ad allenarmi. Qualche aiuto di antidolorifico prima della partita e poi riusciamo a giocare come quasi se niente fosse. Ho giocato contro i Milan di Nesta, Pirlo, Kakà. Era una squadra travolgente, che vinceva Champions a ripetizione, era un altro Milan. Se parliamo di fortuna non siamo stati fortunati ad incontrarlo adesso aveva grandi difficoltà in campo ed ora si è ripresa. La partita sarà molto difficile, più di quanto poteva essere un mese fa. “. Il rapporto con i tifosi: “Tutto molto spontaneo, momentaneo, poco studiato. Anche guardo il calcio e vedo i miei colleghi esultare preferisco l’esultanza disordinata, quella che quando ti riguardi ti imbarazzi anche, che quelli che fanno quelle studiate. Mi piace il giocatore sanguigno nel calcio”. I gol passati per De Rossi:Il gol con l’Inter non riesco a vederlo con gioia, a quella stagione ci ripenso a volte anche di notte, la partita persa contro la Sampdoria, il fatto di non aver vinto quello scudetto. Una serata meravigliosa, quando festeggiammo con Luca Toni, una serata fantastica, quelle per le quali vale la pena giocare a calcio ma c’è sempre dietro il ricordo negativo di essere arrivati secondi. Che poi per la Roma non è un risultato negativo ma per come sono andate le cose è stata una bella mazzata. Oppure rivedere i compagni con i quali hai giocato, oggi ad esempio qui c’è Juan. Il calcio ti regala cose che tanti fuori non vedono: quello che mi ha regalato il calcio non si può vedere in una clip. Posso condividerlo con i tifosi, perché sono una parte importantissima della mia vita, ma il rapporto con i compagni, lo spogliatoio, la quotidianità, lo scherzo, il cazzeggio lo vedo dietro ogni cosa. Nel gol contro la Regina mi ricordavo quello che è successo nella riunione con Spalletti che ancora non aveva la confidenza per massacrarmi era un pungersi continuamente e sorrido perché ripenso anche a questi episodi”. I cambiamenti dopo il 26 maggio: “Le differenze sono evidenti, basta guardare la classifica, quello che stiamo facendo, sentire ed odorare l’umore della piazza. E’ stata una spinta importante, anche se tanti di quelli che ci sono quest’anno non c’erano, i protagonisti di quest’anno non c’erano se andiamo a vedere giocatori, allenatore e staff non sanno neanche cosa era stato il 26 maggio. Quello che si è creato è anche figlio di quella partita e che, secondo me, hai preso del materiale umano troppo importante, materiale umano che va oltre i calciatori. Giocatori che hanno vinto, che hanno la mentalità del giocatore grande, che sono qui per vincere. E credo che hai preso uno dei migliori allenatori, forse il migliore nella gestione del gruppo. Una persona e un tecnico che forse di meglio non si poteva scegliere, per quel momento storico, anche pensando a fenomeni come Capello e avuto un rapporto meraviglioso quasi con tutti, questo però credo sia stato l’allenatore perfetto per riprendersi dal momento più basso della nostra storia. Ci voleva il suo carisma suo, la sua serenità., lealtà, pacatezza che ci hanno aiutato a ripartire. Ricordo in America che sul pullman abbiamo scherzato e cantato, si respirava un’aria nuova: le vedi anche da li le cose, poi puoi arrivare primo, terzo, quarto ma non avremmo affrontato la stagione svaccando come negli anni passati. C’era qualcosa di importante e si vedeva già da lì”. Il ricordo che ha lasciato Capello: ” Capello per me è l’esempio che mi ha fatto diventare un calciatore rispettoso, oltre quello dei miei giocatori. E’ un fenomeno dal lunedì alla domenica, ti guarda anche quando pensi che non ti stia guardando, è leale ed è fortissimo. Garcia ha queste qualità ma forse per l’età è più vicino ai giocatori. Non che Capello fosse un musone ma era forse un pochino più rigido, poi lo dico io che ero un giovano e non potevo scherzare con lui. Garcia è forse più attaccato nel rapporto quotidiano con i giocatori“. Gli obbiettivi della Roma: “Gli obiettivi sono chiari da inizio anno, non ho dato tanto peso a chi diceva che l’obiettivo era tornare in Europa perché  la squadra non si deve accontentare dell’Europa Leaghe, l’obiettivo è la Champions. Per come è iniziata e per dove siamo adesso non possiamo fare altro che continuare provare a vincere le partite, se le vinci prendi i tre punti se le altre vinceranno quanto noi arriveremo dietro. Se domani ci fosse Juventus-Napoli, tiferei per il Napoli, non ho paura di chi ci segue. Voglio riprendere la prima, noi vogliamo farlo. Quando parlavo dei giocatori e del carisma, c’è gente abituata a vincere. La mentalità non cambia mai, nemmeno dopo i pareggi, anche dopo la decima vittoria erano tutti li sul pezzo pronti ad affrontare il Torino, eravamo tutti carichi perché non volevamo che finisse il momento e il momento non è finito, si è interrotto con partite sfortunate, dove poteva andare meglio. Abbiamo trovato portieri che fanno le partite della vita, sfortunati sulle decisioni arbitrali Come il rigore su Pjanic a Torino e il rigore contro l’Atalanta. Credo che la Roma a livello arbitrale abbia avuto il suo, non penso ci abbiano danneggiato tanto. Chi ci stava davanti, in un momento preciso è stato fortunato con gli arbitro. In un momento in cui le cose non andavamo bene con la Juve, basti pensare al derby con il Torino, o a Chievo-Juve hanno avuto episodi favorevoli che ci possono stare in un campionato. Episodi che si pareggiano nell’arco di una stagione, aspettiamo di pareggiarli”. Diffide in vista del 5 gennaio: “Non ci pensiamo ma sappiamo che dobbiamo gestirle. Specialmente noi che siamo nello stesso ruolo come me e Kevin. Se prendessimo tutti e due l’ammonizione sarebbe sbagliato, sia per il discorso di Catania che di Torino che per il proseguimento dell’anno. So che Juventus Roma è molto attesa da tutti i tifosi, ma non finirà lì il campionato, lo dicono i miei colleghi della Juve e lo diciamo anche noi. Dobbiamo andare lì ed affrontarla al meglio con, al massimo, 3 punti di differenza che significherebbe aver vinto contro Milan e Catania”. Cosa augura De Rossi per il nuovo anno: “Auguri di salute, serenità. Un buon anno e gioie legate, non solo alla nostra squadra, ma quando siamo qui davanti non possiamo non pensare che il tifoso romanista si merita di gioire come nei passati due o tre mesi, per scacciare le ultime stagioni”.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy