Roma, le parole di Maicon: “Alle provocazioni rispondo sul campo”

La Roma ha concluso il miglior campionato della sua storia. Neanche l’anno dello scudetto furono realizzati così tanti punti. L’unica sfortuna è stata quella di incontrare una Juventus ancora più competitiva degli scorsi anni.

Maicon Autore Reto Stauffer, www.hopp-schwiiz.ch wikipedia.org
Maicon Autore Reto Stauffer, www.hopp-schwiiz.ch wikipedia.org

Maicon si è reso protagonista di questa cavalcata. Il difensore brasiliano ha ammutolito tutte le cattive voci su di lui e la sua età. Ora è pronto a partire per raggiungere i compagni in Brasile.

Prima della partenza ha concesso un’intervista a “La Repubblica”. Ecco le sue parole sulla società giallorossa, la stagione appena terminata e il problema del razzismo: “Io non reagisco alle provocazioni razziste. La gente allo stadio può fare quello che vuole per ferirci, in campo penso solo a giocare. Bisogna fare così, non enfatizziamo questi gesti, si corre il rischio di fargli pubblicità: se di fronte a questa vergogna tu hai una reazione eclatante quel gesto resta per sempre. Vi dico una cosa: io la banana che hanno tirato a Dani Alves non l’avrei mangiata. Se continuiamo così tra un po’ tireranno anche le angurie in campo. La reazione giusta non è quella, siamo professionisti: meglio rispondere con il pallone che con una banana. Balotelli? Mario deve solo concentrarsi sul campo, è il simbolo dell’Italia, un campione e lo ha già dimostrato. Magari deve limare dei comportamenti, ma lo sa anche lui. La sua reazione verso Firenze e Roma? Non entro nel merito, ma i tifosi della Roma mi hanno colpito in positivo, c’erano trentamila persone all’Olimpico per la presentazione della squadra un anno fa, incredibile“.

Il discorso vira sui mondiali: “Cosa mi attendo dalla gente? Mi aspetto che la gente capisca l’opportunità che rappresenta per tutti giocare un Mondiale in casa, è una cosa unica. Il popolo giustamente approfitta dei momenti di grande visibilità del paese per far vedere al mondo qual è la situazione reale in cui è costretta a vivere. Sembra che la nazionale venga prima di tutto? Sì, per me far parte della Seleçao è più che un onore: i figli sono l’unico aspetto vitale, poi viene la Nazionale. Siamo i favoriti, giochiamo in casa, anche se conta il giudizio del campo. Ma stavolta ci darà forza la gente. Chi vorrei incontrare? Beh, la mia finale perfetta è Italia-Brasile. Ogni volta si dice che voi non state bene ma poi venite sempre fuori. Mi piace anche la Germania, la Bundesliga è finita prima degli altri campionati e hanno una grande tradizione, in finale o semifinale arrivano sempre. L’Argentina? Eh, l’Argentina… Posso dirlo? Ma come si fa a non chiamare Tevez?“.

Utilizzando l’attaccante ex Manchester City si torna a fare un’analisi del nostro campionato: “Scudetto meritato? Certo che sì, hanno fatto 102 punti, noi abbiamo sbagliato qualcosa all’Olimpico. Più forte Juve o Inter del triplete? La mia Inter, non c’è dubbio. Io poco professionale? Qualcosa ho fatto anche quest’anno, mica dobbiamo stare in chiesa. Ma ci sono momenti in cui si può uscire e altri in cui devi stare a casa. Senza Moratti per me non è più l’Inter, andato via lui l’Inter non esiste più. E non c’è gratitudine: se io fossi il presidente Milito lo terrei sempre, gli farei fare tutto ciò che vuole. Gli direi: Diego cosa vuoi fare, vuoi cucinare? Vieni, fai pure. Come ho trovato il campionato italiano? Il livello è più basso, guarda il Milan. Lì è un casino, ogni giorno uno va, uno viene. È il club più titolato, vederlo così è incredibile, non pensavo potesse succedere“.

Infine un ringraziamento a Roma che ha permesso il suo ritorno in nazionale: “E pensare che la prima volta con Garcia abbiamo litigato: era il 2011, Inter-Lille di Champions, lui in piedi davanti alla panchina parlava in continuazione. Gli dissi: ma vuoi stare zitto? Ora invece ogni tanto s’incazza se le cose non vanno, ma è instancabile. Un solo difetto: anche se giochiamo alle 21 vuole che ci svegliamo alle 8. Io dormirei almeno fino alle 11“.

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