Sampdoria: Cassano e la voglia matta di tornare a casa

Come a Genova non è stato da nessuna parte, e la Samp e la città sono rimasti nel cuore di Antonio Cassano sin da subito, già qualche giorno dopo quando aveva provato a porre rimedio al litigio con Riccardo Garrone che gli stava costando il divorzio forzato dai colori blucerchiati.

Fonte: Laura Rossetti
Fonte: Laura Rossetti

Quegli stessi colori che gli avevano permesso di tornare alla ribalta dimostrando di essere tornato il campione che tutti volevano rivedere.

Nella sala stampa dello stadio Luigi Ferraris la presentazione del numero 99, che dopo più  quattro anni, torna ad indossare la sua maglia: “Prima di tutto voglio ringraziare il presidente che mi ha permesso di realizzare il mio sogno. Ora che mi ha riportato a casa tutti si aspettano che torni quello di qualche anno fa, ma io spero di fare ancora meglio. Ho promesso al presidente che non farò alcuna stupidaggine e cercherò di fare del mio meglio per fare bene con questa squadra per questa maglia. Il mio pensiero va anche ad una persona che ho amato tanto e che non c’è più, l’unico mio errore che non ripeterei mai più, tutti gli altri invece li rifarei. Spero mi possa sentire e capire che gli voglio tanto bene. Io sono rimasto sempre lo stesso, dico sempre ciò che penso anche se sono cresciuto; ora ho una famiglia bellissima e due bambini, sono maturato. Sono felice perché amo questa maglia e questa città”. 

Poi Cassano ammette di aver cercato di tornare più volte alla Samp e smentisce presunti contatti con Balotelli: “Ad ogni sessione di mercato ci provavo perché la mia volontà era quella di tornare alla Sampdoria, era quello che volevo. Balotelli? Leggo sempre un sacco di stupidate. Io sono arrivato qui ed ho trovato una squadra forte con due attaccanti, Eder e Muriel, che sono tra i migliori in Italia. Che rispetto avrei nei loro confronti se io chiedessi a Balotelli di venire qui?  E poi io sono venuto qui per giocare, non sono il presidente e neppure il direttore sportivo, non mi permetterei mai di fare una cosa simile”

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