Sampdoria: Delio Rossi pensa solo al Chievo

Non vuole sentire parlare di futuro Delio Rossi, per lui l’unico futuro di cui parlare in questo momento è tinto di gialloblù e si chiama Chievo Verona.

Fonte: Laura Rossetti
Fonte: Laura Rossetti

Io l’ho detto sin dall’inizio, non sono un aggiustatore, né un traghettatore, amo lavorare e costruire la squadra nel tempo. Indipendentemente dal contratto, se mi trovo bene in un posto rimango, in caso contrario me ne vado. Qui ho firmato per sei mesi perché non mi sembrava giusto caricare la Sampdoria di altri obblighi visto che aveva già a libro paga diversi colleghi. Per ora direi che ci sono i presupposti per portare avanti un progetto”.
Un pensiero sul Chievo?
“Ogni anno cambiano allenatore ma non cambiano i risultati, per cui vanno riconosciuti i giusti meriti alla società. Io dico sempre che una grande società fa grande un allenatore, e non il contrario”.

Dal Napoli, al Chievo. Come si fermano Théréau e Paloschi?
“Come bloccheremo Thereau e Paloschi? Come abbiamo fatto con gli altri. Loro hanno le loro qualità, noi le nostre”.

Teme un calo di tensione dopo due gare importanti come quelle giocate contro Roma e Napoli?
“Le partite si possono sbagliare ma non perché si prendono sotto gamba. Loro sono una realtà consolidata, noi veniamo dalla Serie B, se non abbiamo stimoli e motivazioni significa che abbiamo dei problemi”.

Ha qualche dubbio in vista della prossima gara?
«Sto passando notti insonni. I giocatori sono bravi e mi stanno mettendo in difficoltà, e di questo ne sono felice”.

Esiste un ballottaggio Eder-Sansone?
“Il ballottaggio, quello vero, ci sarà la prossima settimana tra PDL e Pd. Per quello che mi riguarda invece nulla è deciso. Abbiamo ancora due allenamenti prima della gara”.

Le condizioni di Estigarribia e Krsticic?
«Estigarribia e Krsticic stanno bene. Per quanto riguarda Palombo oggi rientrerà in gruppo, mentre rimane sempre un piccolo problemino per Maresca”.

Dopo il Chievo, a Marassi arriverà il Parma. Un doppio impegno casalingo che equivale ad un esame di maturità?
“Io so che abbiamo una partita in casa, poi non so cosa c’è dopo, verrà quello verrà. All’università dai un esame per volta, e per noi è uguale. A fine campionato tireremo una linea, se saremo di là vorrà dire che saremo salvi e avremmo fatto il nostro compito”.

Cosa le manca della panchina?
“Le linee di comunicazione sono peggiori. Non riesci, magari, ad aggiustare una cosa in corsa. Ma sono comunque convinto che la presenza di Limone a volte faccia anche meglio della mia”.

Cosa cambia con questo orario delle 12.30?
«Cambia tutto. L’essere umano è per sua natura abitudinario, per cui le conseguenze non sono da sottovalutare. Se non sei abituato a mangiare la pasta alle 9.30 del mattino non è facile. Comunque ci siamo preparati nel modo giusto. Io preferivo quando tutti giocavano alle 14.30″.

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