Sergio Pellissier, simbolo clivense

Non è da oggi che Sergio Pellissier è riconosciuto come punto di riferimento della squadra della Diga, sia dentro che fuori dal campo.

Foto da chievoverona.it

Classe 79, nato ad Aosta, Sergio Pellissier limita nel ChievoVerona dal 2002, e ne è diventato capitano da oramai diverse stagioni.

E’ fortemente amato dalla tifoseria poiché negli anni ha saputo dimostrare fedeltà alla realtà veronese, scacciando i fantasmi del calciomercato che aleggiavano in via Galvani.

Ha scelto una strada che lo ha certamente consacrato come giocatore, poiché vanta 103 gol all’attivo nel Chievo, di cui un’ottantina nella massima serie, ma lo ha consacrato soprattutto come uomo, con uno di quei valori che non si compra: l’affetto per una piazza che ti entra nel cuore.

Proprio ieri ha raccolto un premio, “Il Cangrande del Bentegodi 2011/2012”, ma sembra che, rispetto ai riconoscimenti materiali, siano quelli morali ad abbondare ancor di più grazie alla sua figura pulita e pacata.

 

Si affaccia ad una nuova annata con la società scaligera, ancora con il braccio fasciato dai colori gialloblù, con, però, le naturali incognite di ogni inizio stagionale.

Vi è sempre la paura di dover fare i conti con un sovrappeso di responsabilità, visto e considerato che dal “bomber” della squadra ci si aspetta sempre di più.

Perché in fondo lo stadio si accende quando il suo nome echeggia dagli altoparlanti, perché in fondo in tutta Italia il Chievo è Campedelli, Sartori e Pellissier, perché in fondo, quando c’è da festeggiare, Pellissier è sempre stato uno degli artefici degli obiettivi raggiunti.

Una piazza si aspetta sempre grandi numeri dal suo capitano, e proprio per questo è utile avere una squadra che possa supportare le prestazioni del singolo.

Come già riportato, il tasso tecnico sembra possa avere subito un buon miglioramento, e la percezione è che questo possa giovare in fase realizzativa, proprio dove risiede il ruolo del valdostano.

 

Ma al di là della tattica, all’alba della stagione che sta per accendere i motori, Pellissier rimane paletto stabile, intoccabile, innamovibile di un calcio nostrano che fatica a riallacciare i fili della solidarietà e dell’affetto umani.

Grazie alla sua fama ottenuta come calciatore, si è potuto indirettamente permettere di rendere le sue decisioni “di vita” delle decisioni che hanno coinvolto l’attenzione dell’intera nazione, dando un piacevole insegnamento di umiltà.

 

 

Detto ciò, è forte l’attesa per comprendere se, come ogni anno, saprà regalare alla sua curva le emozioni che non ha mai fatto mancare e che lo hanno reso quello che è: capitano dentro e fuori dal campo.

 

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