Serie A, Chievo-Inter 2-0: doppio Birsa, esordio amaro per De Boer

Parte male l’avventura in Serie A della nuova Inter di Frank de Boer, sconfitta per 2-0 al Bentegodi di Verona da un Chievo pragmatico, ordinato, organizzato e trascinato da un Valter Birsa in stato di grazia, autore della doppietta decisiva per stendere la formazione neroazzurra.

Valter Birsa (Fonte: www.cagliaricalcio.net)
Valter Birsa (Fonte: www.cagliaricalcio.net)

PRIMO TEMPO – La prima Inter di De Boer si presenta subito con due novità, ovvero la difesa a tre con D’Ambrosio, Ranocchia (in luogo dello squalificato Murillo) e Miranda, mentre Ivan Perisic finisce in panchina, con Candreva e Nagatomo sulle corsie laterali e il duo Icardi-Eder di punta. Nel Chievo Verona mister Rolando Maran si affida al canonico 4-3-1-2 con il ritorno tra i pali di Stefano Sorrentino, Dario Dainelli (gara numero 400 in Serie A per lui) al centro della difesa e la coppia Inglese-Meggiorini in avanti supportata da Valter Birsa sulla trequarti. A partire meglio sono i clivensi, con l’ex Meggiorini molto attivo che subito mette in difficoltà prima Miranda e poi Ranocchia, con quest’ultimo protagonista di un’azione dubbia al limite dell’area, scatenando le proteste gialloblu (Irrati fa proseguire dopo il tackle duro del centrale interista sul numero 69 clivense). L’Inter si affaccia per la prima volta in avanti con una conclusione dalla distanza di Eder respinta da Sorrentino e poi al minuto 16 quando sugli sviluppi di una confusa azione in area è ancora l’estremo di casa ad opporsi ad un tiro ravvicinato di Ranocchia. Il Chievo prova a rispondere in contropiede con Castro che serve a rimorchio Radovanovic, ma la conclusione del mediano clivense viene deviata in calcio d’angolo. La partita comunque non decolla, con il Chievo ben organizzato in fase difensiva e l’Inter poco propositiva in avanti, con poche idee nonostante la presenza di Banega in mezzo al campo. In chiusura di tempo il solito Meggiorini mette in difficoltà la difesa interista, salta Ranocchia e Miranda in slalom ma la sua conclusione lambisce il palo della porta difesa da Handanovic.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con gli stessi ventidue in campo, ma soprattutto con un Chievo maggiormete volitivo, consapevole di poter fare il colpaccio e di sbloccare la sfida, cosa che accade al minuto 47: Castro verticalizza, Cacciatore lavora bene un pallone sulla destra e centra per Birsa che con una finta mette a sedere contemporaneamente D’Ambrosio e Ranocchia, infilando Handanovic con un preciso rasoterra di destro. L’Inter accusa il colpo, gioca senza idee, ma soprattutto non riesce a stare dietro ad un Chievo molto più pronto dal punto di vista atletico e fisico. De Boer all’ora di gioco decide di inserire Perisic, inspiegabilmente lasciato fuori, al posto di Candreva, ma la musica non cambia con i neroazzurri privi di qualsiasi idea e sempre schierati in campo con la difesa a tre e il centrocampo a cinque, impantanandosi in trame di gioco a dir poco cervellotiche. Icardi davanti è un peso nullo che si trascina senza creare pericoli, il possesso palla è sterile, fatto in orizzontale con Medel e Kondogbia spesso imprecisi e poco veloci nel giocare il pallone. De Boer così le prova tutte inserendo anche Brozovic per uno spento Banega e Palacio per Eder, ma è sempre il Chievo ad essere padrone del gioco. La squadra di Maran è organizzata, corre, verticalizza, si sovrappone sulle corsie con Cacciatore e Gobbi, ma soprattutto ha un Valter Birsa in serata di grazia che al minuto 81 chiude definitivamente i giochi con una perla assoluta: il fantasista sloveno controlla un pallone al limite dell’area, si accentra e trafigge un impietrito Handanovic con un meraviglioso destro che si insacca all’angolino. La sua doppietta stende l’Inter e boccia all’esordio in Serie A la formazione di Frank de Boer, ancora troppo povera di idee e senza un’anima ben definita.

Francesco Tusi

Francesco Tusi

Amante del calcio, metafora più vera della vita in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Amante del mare, della sua vastità e della sua sconfinata bellezza.

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