Serie A, il pagellone 2014-15: la Fiorentina

Con il termine del Campionato 2014-15, Soccermagazine.it ha deciso di stilare il pagellone dell’anno di tutte le squadre di Serie A: giorno dopo giorno scopriremo i voti, reparto per reparto, di tutte le compagini del massimo campionato.

La Fiorentina chiude il Campionato 2014-15 con il quarto posto assoluto a 64 punti. Un risultato ottimo e anche inaspettato, data la forza di altre compagini.

Bandiera della Fiorentina - Fonte: ACF Fiorentina
Bandiera della Fiorentina – Fonte: ACF Fiorentina

La squadra di Montella ha però mancato in due partite che sono state due occasioni storiche, mai capitate prima: le due semifinali, Coppa Italia e Europa League, nelle quali ha sfoderato una solenne figuraccia, sia come gioco,sia come impegno, sia come mentalità.

I viola giocano un calcio bello e pratico ma mancano in fase realizzativa e, cosa ben più importante, mancano di grinta nei momenti più importanti e decisivi. Realizzati 2 rigori su 9 concessi, è un altro dato significativo.

In campionato la Fiorentina ha ingenuamente, lasciato punti preziosi, nelle singole gare, contro Genoa, Sassuolo, Empoli, Torino, Parma, Verona e Cagliari. Punti che poteveno portarla ad un maggiore e ben più importante piazzamento.

La società di Della Valle, dal punto di vista gestionale ha realizzato un buon risultato con il minimo sforzo, nel senso che, una campagna acquisti con elementi di medio valore non può portare a risultati importanti. La sfortuna di non avere Rossi e altre magagne non giustificano certe prestazioni.

Per questi motivi il voto finale, globale, è solo 6,5.

PORTIERI 7: la stagione è stata divisa in due dal non rinnovo del contratto di Neto, il quale ha preferito fare altre scelte piuttosto che Firenze. Nella prima parte il brasiliano ha dato molto e fatto ottime partite. Nella seconda parte Tatarusanu non ha demeritato (una partita no capita a tutti) ma quello che è emerso è stata la grande professionalità di Neto che, giocando da separato in casa, ha fatto ottime gare e ha salvato spesso le sorti della Fiorentina.

DIFESA 6: nella difesa della Fiorentina ci sono molti problemi che si portano avanti, senza risoluzione, da anni ma che quest’anno, probabilmente, sono emersi in maniera preponderante ed hanno determinato alcune partite, se non il risultato dell’intera stagione. L’unico che spicca su tutti, per continuità, per impegno e per capacità tecnica (nonché realizzativa) è Gonzalo Rodríguez. Da lui deve ripartire la costruzione della nuova difesa viola. Per quanto riguarda i centrali difensivi: Savic negli ultimi 4 mesi ha calato concentrazione e rendimento, Basanta è partito bene ma ha terminato nell’anonimato dopo prestazioni disastrose. Tomovic è nettamente insufficiente, ma forse non è un calciatore adatto a certi livelli calcistici. Pasqual si impegna molto ma è praticamente in declino (le convocazioni in nazionale non aiutano le sue prestazioni nel club). Alonso ha fatto molto bene, rispetto al passato, ma ha dei limiti tecnici oltre i quali non va. Richards è stato utilizzato poco e male da Montella, quindi non si può giudicare  bene, tuttavia ha fatto delle buone prestazioni, specie in marcatura sulla fascia. Bagadur esordio positivo ma resta una promessa da scoprire. Rosi non si può giudicare.

CENTROCAMPO 6,5: reparto che si regge sul (solito) David Pizarro in tutto e per tutto, nel bene e (soprattutto) nel male. Non si trova un sostituto all’altezza e con la stessa qualità tecnica, neanche uno che si applichi, durante l’anno, e voglia “imparare”. Badelj si è rivelato determinante in negativo, inguardabile, in certe partite, impresentabile in altre. Per 2 mesi (8 gare) ha brillato un po’ di più per condizione fisica migliore, forse, ma poi è ricaduto nella più completa inadeguatezza sia al ruolo, sia alla squadra e alle sue ambizioni. errori decisivi e determinanti ne fanno uno dei peggiori responsabili della parte negativa della stagione della Fiorentina. Mati Fernandez ha dato prova di miglioramento enorme, con grandi prestazioni ed altre incolore. Errore imperdonabile quello a Siviglia, con la Fiorentina appena in svantaggio, sbaglia a 2 metri dalla porta. E’ stato l’unico in grado di battere decentemente i calci d’angolo. Borja Valero ha incontrato una stagione mediocre, dal punto di vista fisico e tecnico: lento e prevedibile, a volte in ritardo di condizione. Joaquin è quello che ha fatto la differenza, sia quando è entrato a partita in corso, sia quando è partito titolare. Estro e caparbietà le sue grandi doti. Ilicic, realmente un centrocampista, trequartista, si è trovato con la stagione divisa in due: inizio da emarginato e in vendita (errori pesanti quelli nella stagione 2013-14, in finale di TIM Cup e in Europa League con la Juve) a valore aggiunto e ritrovato, con capacità di essere determinante e realizzare gol importanti. La sua avventura a Firenze, dovrebbe comunque essere conclusa ma il calciatore vale, non c’è dubbio. Diamanti, dal mercato di gennaio ha portato tanta grinta ma poco ha inciso nell’economia della squadra. Aquilani, giocatore involuto. Kurtic giocatore adatto a serie minori o a società di altra aspettativa. Vargas, redivivo, mostra limiti che qualche anno fa erano impensabili per uno come lui, tuttavia realizza anche qualche gol importante. Lazzari, un giocatore letteralmente sprecato in panchina per tutto l’anno. Le sue apparizioni non sono state demeritanti. Ha pagato la sua “fama” di indisciplinato e di non ben visto dalla “piazza”.

ATTACCO 5: doveva essere il reparto d’oro, quello che avrebbe dovuto portare la Fiorentina chissà dove, ed invece è stato la croce della squadra, fatto da pezzi pregiati ma fragili. Hanno segnato più i difensori. Cominciamo da Mario Gomez, il quale ha letteralmente fallito la sua avventura a Firenze. Sarà che il gioco di Montella non è così adatto alle sue caratteristiche tecniche, sarà che l’infortunio dello scorso anno non è mai risolto del tutto, sarà quello che si vuole, ma a volte, è parso un improvvisatore del gioco del calcio anziché un campione del suo calibro. Difficoltà da principiante che risultano incomprensibili, atteggiamento di disponibilità ma incapacità di mettere a frutto l’impegno. Salah, invece, è stato la più piacevole scoperta e la più importante mossa del mercato di gennaio. Determinante e decisivo, tecnicamente completo e veloce, ha perso non più di dieci palloni in 4 mesi di permanenza e gare in viola. Scartato da Mourinho si è rivelato un vero fuoriclasse. Babacar ha dato segno di crescita e maturità sia tattica che tecnica. Altalenante il rendimento per via di cali di concentrazione ma anche per essersi infortunato per un bel pezzo. E’ il futuro dell’attacco viola, insieme con Bernardeschi. Il giovane talento è stato sfortunato e ha praticamente saltato tutta la stagione. ma i numeri li possiede e i piedi buoni pure. Vediamo. Gilardino è stato acquistato come “riempimento”, old style-low cost, e si è rivelato importante per mettere in campo almeno una punta di ruolo. Lento, appesantito, non più brillante come una volta, il campione del mondo di Biella ha dato comunque un gran contributo alla stagione viola (specie in fondo). Forse l’errore è stato non inserirlo nella lista Uefa. Minelli, giovanissima promessa, ha giocato una bella partita, quando è stato chiamato in prima squadra e sicuramente potrà essere utile. El Hamdaoui è un altro talento sprecato. Eliminato da Montella e usato solo per tappare dei buchi, se n’è andato prima della fine della stagione, forse poteva essere trattato meglio e valorizzato di più. Chissà… Giuseppe Rossi non è commentabile. Cuadrado finchè è stato a Firenze ha dato moltissimo ma Salah, sinceramente, si è rivelato un calciatore migliore.

ALLENATORE, MONTELLA 6,5: per la terza stagione consecutiva si conferma un ottimo tecnico. Le sue più grandi colpe, in questi tre anni di Fiorentina, sono state quelle di non aver dato un carattere e grinta alla squadra. Il gioco solo per divertimento non paga. Nelle occasioni importanti e decisive ha sempre fallito. La storia della Fiorentina non ricorda 2 semifinali nella stessa stagione e, purtroppo le ricorderà (da oggi) come entrambe mancate per colpe tecniche e di impegno della squadra intera. I calci di rigore, i calci d’angolo, le rimesse laterali e le punizioni sarebbero la prima cosa che Montella dovrebbe curare e di cui si dovrebbe preoccupare se rimanesse sulla panchina viola. dalla sua parte c’è il dato che la società non ha acquistato elementi in grado di fare la differenza e che, se non fosse arrivata la “sorpresa d’oro Salah”, le cose sarebbero andate molto peggio. Il quarto posto è un grande risultato ma raggiunto con uno sforzo tale che, si poteva arrivare a molto di più. Il calcio di Montella farà comunque strada.

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