Soccermagazine, Emanuele Celeste a Radio Luiss: “I fischi napoletani all’inno ci sarebbero stati comunque”

Emanuele Celeste, uno dei fondatori e responsabili editoriali di Soccermagazine.it, è stato invitato ad intervenire nel corso del programma “Sportclub” dell’emittente Radio Luiss. Ecco le sue dichiarazioni:

Sportclub - Radio Luiss
Sportclub – Radio Luiss
I DISORDINI DELLA FINALE DI COPPA ITALIA“Quando si verificano questi episodi sembra che le istituzioni, da copione, debbano cascare un po’ dalle nuvole. Non può sorprendere che a Roma, dove già sono presenti due tifoserie rivali, possa verificarsi qualche tafferuglio ed è utopico e forse anche fintamente ingenuo nascondersi dietro all’appello del Papa quasi come per giustificarsi, come per dire che si era cercato preventivamente di salvaguardare l’ordine, perché non è così facile ottenere risultati in tal senso, purtroppo. Per quanto concerne quello che è successo allo stadi non è semplice pronunciarsi sul tipo di rapporto che può esserci tra gli organi di sicurezza, i giocatori ed alcuni tifosi, come abbiamo visto quando ad esempio Hamsik è stato relegato per qualche minuto sotto la curva, tuttavia ciò che è certo è che l’inno sarebbe stato fischiato comunque perché quel momento rappresenta da qualche anno, ogni volta, una ghiotta occasione a favore dei napoletani per manifestare il loro malcontento verso quelle stesse istituzioni che oltre a non essere in grado di far svolgere tranquillamente una partita di calcio non sanno ascoltare le esigenze di un popolo. In sostanza i napoletani dicono che non si possa essere fratelli d’Italia solo quando fa comodo agli altri”.
 
DIVERSE VERSIONI SULL’ACCADUTO“Ce ne sono tante di versioni dei fatti perché ad esempio da quanto poteva emergere guardando semplicemente la televisione sembrava che le forze dell’ordine e Hamsik stessero andando ad avvisare il capo tifoso, in rappresentanza dell’intera curva e della tifoseria giunta da fuori, che la situazione fosse meno drammatica di quella che poteva essere, anche perché ovviamente lì in mezzo alla curva era più difficile che le persone potessero essere informate, e che quindi gli stessi tifosi si sarebbero potuti comportare regolarmente. La scelta di non tifare, tra virgolette, durante la partita ritraendo i vessilli e le bandiere è stata una scelta dei tifosi, tra l’altro poi contraddetta dall’invasione di campo finale che come i fischi all’inno ci sarebbe stata comunque; basta sempre vedere il precedente di Napoli-Juventus di due anni fa nello stesso stadio. Questa è un po’ la forma mentis del tifo partenopeo, che però non può rappresentare la morale e l’etica di un intero popolo”.
 
IL SUCCESSO DEL NAPOLI IN COPPA ITALIA“La conquista della Coppa Italia era diventata obbligatoria negli ultimi tempi per rendere dignitosa la stagione, considerando anche il livello cui è arrivato il Napoli, che negli ultimi anni ha vinto più di tantissime big messe insieme, anche se comunque il palmares non è così ampio perché si parla alla fin fine solo di due Coppe Italia, considerando anche una finale di Supercoppa persa sempre nel 2012. Quando il Napoli vinse la Coppa due anni fa, il dato storico più curioso era che la squadra fosse riuscita a vincere finalmente dopo e senza Maradona; oggi possiamo dire invece che il Napoli sia riuscito a vincere senza Cavani, che la squadra non dipenda più da un singolo o da qualche singolo elemento, ma che sia un organico propriamente detto. Tra l’altro il lavoro di Benitez ha reso qualitativamente più omogenei i reparti; Benitez ha saputo mettere mano sul gioco, anche se non è ancora riuscito a cambiare la mentalità partenopea, sia dei giocatori sia della piazza. Possiamo sottolineare inoltre che l’altra sera sono partiti titolari nella finale i 3 acquisti di gennaio, ovvero Henrique, Ghoulam e Jorginho: un particolare che forse con Mazzarri non avremmo potuto vedere”.
 
IL FUTURO DI INSIGNE“La carriera di Insigne per il momento rimane ancora una mezza incognita, perché prima della finale non era visto proprio di buon occhio. Lui tende ad essere protetto a Napoli perché comunque è un prodotto della società, poi è capitato che i giornalisti stringessero anche rapporti con la famiglia e quindi ci sia anche un po’ di convenzione nel parlare bene del ragazzo, tuttavia proprio nelle ultime settimane per la prima volta si cominciava anche ad ipotizzare una cessione del giocatore. La doppietta in Coppa Italia ovviamente diventa importante perché ha una maggiore risonanza mediatica rispetto a tutte le altre partite della stagione, e se consideriamo quella, però, io credo che non debba valere il Mondiale, anche perché già per una questione numerica Insigne troverebbe comunque difficoltà ad inserirsi nella lista definitiva di Prandelli. Per quanto concerne il futuro, penso che a questo punto per la prossima stagione lui possa continuare a restare in azzurro, però non vedo ancora i presupposti per una carriera duratura e da capitano, come hanno avuto anche altri giocatori sempre nel Napoli”.
 
L’ESEMPIO DELLA ROMA ED I PROSSIMI OBIETTIVI DEL NAPOLI“La Roma ha fatto anche di più perché sicuramente l’estate scorsa non si prefissava di arrivare seconda. Paradossalmente gli obiettivi del Napoli saranno gli stessi di quest’anno, ovvero lottare per lo scudetto e fare bene in Champions. Il problema è che quest’anno non è stato possibile sia perché era il primo anno di una nuova gestione, con tantissimi nuovi giocatori oltre ad un nuovo allenatore, sia perché la campagna acquisti non è stata proprio ultimata. La prossima campagna acquisti conoscerà nuovi problemi anche perché essendo arrivato terzo il Napoli riceverà meno introiti e la speranza, anchedato che con la seconda vittoria della Coppa Italia si è avuto la conferma che il Napoli possa dire la sua nel calcio italiano, è che si possa cambiare un po’ mentalità anche sotto questo punto di vista perché è necessario anche investire: non tantissimo, come infatti non vuole fare De Laurentiis – e questa è una decisione giusta – però bisogna farlo se si vuole prevalere sugli altri”.
 
Il video con l’intervento completo:

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