Torino, Ventura: “De Laurentiis non capiva di calcio, ma adesso…”

A pochi giorni dal match del San Paolo (domenica 27 ottobre, ore 12.30), Gianpiero Ventura torna a parlare della sua esperienza napoletana.

Fonte immagine: http://www.gubbiofans.it/
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L’attuale tecnico del Torino è stato il primo allenatore dell’era De Laurentiis, verso il quale ha espresso parole taglienti. Lo ha fatto attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport: “Ogni volta è sempre un emozione tornare in questa città. Provo sensazioni straordinarie. Ci ho vissuto appena cinque mesi, ma comunque, per tutta la vita, mi sentirò legatissimo sul piano umano. Forse perché ho capito subito che cosa rappresenta il Napoli per i napoletani. Il ricordo vivo nella mia mente è il San Paolo gremito da 46.000 tifosi per l’esordio contro il Cittadella, in Serie C: era il 26 settembre 2004, finì 3-3 e quel giorno il Napoli riprese a vivere. Ma non posso dimenticare neanche i 70.000 spettatori nel derby con l’Avellino. La gente ama la squadra, a prescindere. Sul piano professionale, non rifarei la scelta di arrivare al Napoli, considerato anche l’esonero che subii senza una logica, nella prospettiva dello sviluppo societario. Mi mandarono via, quando la società stava intervenendo sul mercato. A livello umano, però, sono orgoglioso di aver contribuito, magari in piccola parte, alla rinascita di un club prestigioso. Oggi De Laurentiis è un presidente competente. Nel 2004 era semplicemente il grande produttore che portava al San Paolo De Sica e Boldi. Adesso presenta Higuain, come successore di Cavani. Mi basta ricordare che, per formare una squadra, quell’estate ci affidammo quasi all’alzata di mano. Nell’intervallo di Napoli-Cittadella, nove giocatori mi chiesero il cambio, per far capire quanto eravamo arrivati impreparati. E poi le stufette nello spogliatoio di Varcaturo, dove mancava il riscaldamento e ci allenavamo a due passi da una discarica. Che bello vedere ora un gioiello come l’impianto di Castelvolturno. Ecco, De Laurentiis prima non sapeva di calcio, invece ora ne capisce eccome. Quando penso a quell’esonero, avverto ancora il rammarico per un’opera che qualcuno ha voluto farmi lasciare incompiuta. In cinque mesi non ho avuto nemmeno l’opportunità di parlare a quattr’occhi con De Laurentiis. Qualcuno indirizzava le decisioni del presidente. Io di nuovo al Napoli? Forse resterà un sogno. Ma oggi sono fiero di allenare il Torino. Questo non mi sembra il Napoli più forte targato De Laurentiis. Mi sembra improponibile un confronto con il gruppo nel quale c’erano Cavani, Lavezzi e Hamsik, con Quagliarella relegato quasi al ruolo di quarta punta. Comunque, il presidente si è assicurato non solo Higuain, ma anche Callejon, Mertens e Behrami e ha determinato la crescita di un talento come Insigne. La squadra è competitiva per raggiungere il massimo. In Champions andrà avanti, ma non so se riuscirà addirittura a conquistare il trofeo. A Marsiglia ha dimostrato solidità ed esperienza e Mertens è stato a tratti imprendibile. Per lo Scudetto, ritengo la Juve favorita. Per domenica, eviterei Hamsik, che è cresciuto in modo incredibile, e Pandev. Non mi accontento di un punto in partenza. Già abbiamo lasciato per strada, e non solo per i nostri errori, almeno sei punti. Voglio giocarmela”.

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