A tutta tattica – Juve, troppo forte in Italia, non abbastanza per L’Europa
Al netto delle beghe arbitrali – che ci sono, inutile nasconderlo – la Juventus è tornata a guardare tutti gli altri dall’alto in basso.
Che la squadra fosse solida era noto. Le altre candidate allo scudetto, nelle prime giornate di campionato, avevano sperato in un calo di concentrazione della squadra di Conte; la speranza era che la Juve fosse stata colta dal nemico più grande dei vincitori: il senso di appagamento.
Ma Antonio Conte non è allenatore da squadra appagata; tiene l’ambiente continuamente sulle spine, facendo anche attenzione a non logorare troppo i suoi giocatori.
Eppure, la Juve sembra mancare ancora di qualcosa: lo spunto, il guizzo, la giocata del numero 10. Tevez e Llorente sono ottimi acquisti, ma manca ancora qualcosa. E se questo limite in campionato non emerge, in Europa le difficoltà aumentano, e non di poco.
Come spesso accade, lo scudetto lo possono perdere solo i bianconeri. Non tanto per i punti di vantaggio sulla Roma (3 sono ancora pochi e i giallorossi stanno facendo un campionato molto molto buono); quanto per la solidità espressa: in campionato Buffon non prende gol da quei 20 minuti terribili contro la Fiorentina.
La Champions, però, è un’altra cosa: le sconfitte contro il Bayer Monaco dello scorso anno sono lì a domostrarlo. Conte lo sa e per questo ha provato a cambiare la carte in tavola passando alla difesa a 4. Se potesse proverebbe anche l’attacco 3, ma gli mancano gli esterni d’attacco per farlo – da tempo si aspetta per questo il ritorno di Simone Pepe, ma non è certo il giocatore che può fare la differenza.
Se la Juve vuole provare seriamente a vincere in Champions, ha bisogno di almeno un esterno/trequartista/fantastista di carattere e in grado di saltare l’uomo. Forse un uomo così potrebbe rivelarsi addirittura più utile dei forti attaccanti arrivati questa estate.