Video-Roma, lo sfogo di Carlo Zampa contro la Juventus: “E’ inutile ricordare cosa ha rappresentato. La dignità non si calpesta”

A Roma il clima è tutt’altro che sereno. Nelle ore antecedenti alla Supercoppa italiana di quest’anno, infatti, la capitale non è animata solo da tifosi juventini e laziali, ma anche da quelli giallorossi.

Carlo Zampa
Carlo Zampa
La concessione dei campi di Trigoria ai campioni d’Italia in vista della partita con i biancocelesti non è andata giù a molti sostenitori della Lupa, ed il principale portavoce di questi ultimi Carlo Zampa, oggi telecronista Mediaset dopo un passato da speaker dell’Olimpico, ha così deciso di dire pubblicamente la sua sulla questione, sfruttando la propria pagina Facebook. Un rigurgito d’orgoglio ha portato Zampa a parlare apertamente, manifestando tutto il suo malcontento unitamente ad una fede comunque sempre viva ed ostinata; al termine del suo post, a sostegno della propria posizione, Zampa ha inoltre allegato il video di un noto episodio che lo vide protagonista in Roma-Juventus del marzo 2005, quando, presentando le due squadre proprio in qualità di speaker, rifiutò volutamente di nominare gli ex Capello, Emerson e Zebina, poco prima che Rosella Sensi lo rimuovesse dall’incarico.
 
Ecco dunque di seguito il post completo:
 
“Ho pensato – e sperato – che la Roma fosse stata costretta a concedere il campo di allenamento di Trigoria, su richiesta, alla Juventus sulla base dell’art. 69 delle norme federali. Purtroppo mi sono sbagliato, è stato un puro e semplice gesto di cortesia da parte della società giallorossa verso di loro. È inutile dover ricordare quello che la Juve ha rappresentato nella storia del calcio italiano e le angherie che da loro abbiamo dovuto subire negli anni, basta leggere gli atti processuali di calciopoli per farsene un’idea.
La cosa incredibile è che Andrea Agnelli, il presidente della “nuova Juventus”, mai ha rinnegato quella della triade, protagonista delle malefatte note a tutto il mondo del calcio, anzi ha manifestato stima verso Moggi e stretto legami sempre più forti con Giraudo, sotto la cui influenza è cresciuto come dirigente. Senza dimenticare l’atteggiamento avuto dai dirigenti juventini verso la Roma in questi ultimi due anni. Adesso sapere che noi siamo stati così gentili da ospitarli a Trigoria, mi fa venire il voltastomaco. E non mi interessa nulla che serviva per preparare la partita di supercoppa contro la lazio. Il passato e la storia non si dimenticano e soprattutto non si rinnegano in un momento. Dino Viola e Franco Sensi si staranno rivoltando nella tomba per quello che è accaduto ieri. Se a me ha fatto schifo Rosella Sensi quando ha accettato la pace con Giraudo in Campidoglio sotto la regia dell’allora sindaco Veltroni, non lo sono certo da meno i Sabatini e i Baldissoni di oggi che hanno permesso una cosa del genere. Molti tifosi considerano il mio un atteggiamento da provinciale, perché i problemi della Roma sono altri e bisogna essere superiori. Se è così, sono contento di essere provinciale. La Roma ha sicuramente tanti problemi da risolvere, ma prima di tutto deve salvaguardare la sua storia, le sue tradizioni e la sua identità. Se c’è una cosa che ci ha sempre contraddistinto è stato il grande senso di appartenenza alla maglia e alla società. Quello di ieri è stato uno schiaffo in faccia a chi ha subito negli anni sulla sua pelle l’arroganza dei bianconeri, urlando al mondo intero inutilmente le loro malefatte. Da parte juventina non c’è mai stato un benché minimo segno di pentimento, neanche di fronte all’evidenza dei fatti e hanno mantenuto intatto il rispetto da parte del mondo del calcio, non vedo perché allora dovremmo essere noi, che mai siamo stati coinvolti in scandali, a condividere con loro la nostra casa.
Da adesso in poi chi si scandalizza di quello che ho scritto non dovrà più lamentarsi se la Roma subirà torti più o meno palesi negli anni a venire, tanto dobbiamo essere superiori e non provinciali…..
Per me nulla è cambiato da quel marzo del 2005 quando in occasione di Roma – Juventus non presentai Capello, Emerson e Zebina. Fu la ribellione del tifoso contro le vessazioni subite, ma fu anche la consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo atto da Speaker della Roma, certificato da li a pochi mesi dalla decisione di Rosella Sensi di cacciarmi su indicazione di Moggi e compagnia.
Sono orgoglioso di quello che ho fatto e se tornassi indietro non esiterei nemmeno un istante a rifarlo. La dignità non si calpesta, questo è stato un mio principio di vita e sempre lo sarà. Per me è così…… FORZA ROMA!!!”

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