Esclusiva – Abodi: “Gli stage annullati? Non è un buon segnale. Serie B? Campionato avvincente e ricco di giovani”

Dall’introduzione della goal line technology (con uno sguardo anche alla moviola in campo) agli stage tanto voluti dal commissario tecnico della Nazionale Antonio Conte per gettare le basi su un nuovo ciclo radioso della selezione azzurra che però, alla fine, sono stati annullati a causa della mancata disponibilità dei giocatori. Ma non solo: in un’intervista esclusiva ai microfoni di ‘Soccer Magazine’, Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B, ha discusso sui temi caldi riguardanti il calcio nostrano, senza tralasciare qualche commento sul campionato cadetto, sempre più in crescita: anche quest’anno infatti la competizione si sta si sta rivelando avvincente ed entusiasmante.

Andrea Abodi.Fonte immagine: inter.it
Andrea Abodi.Fonte immagine: inter.it

Dalla prossima stagione vedremo finalmente nei nostri campi la goal line technology: ciò rappresenta una vera e propria svolta epocale per il nostro campionato. Cosa ne pensa? Crede che questo strumento possa in qualche modo essere da traino per il rilancio del calcio italiano, da molto tempo passato in secondo piano rispetto ai campionati esteri?

“L’introduzione, a partire dalla prossima stagione, della goal line technology anche in Italia dovrebbe essere ufficializzata nei prossimi giorni dalla Serie A. Anche la Lega Serie B intende fare questa scelta per i playoff, a partire da questa stagione, a condizione che ci sia una soluzione più flessibile, che si possa spostare e montare negli otto stadi che ospiteranno la fase finale del Campionato. Sarà certamente un passo in avanti del nostro calcio di vertice, una soluzione tecnologica che ci consente di allinearci ai due principali Campionati, Premier League e Bundesliga, che hanno adottato la GLT prima di noi. Ma non sarà solo questa decisione, per quanto auspicabile, a cambiare il volto del calcio italiano che ha bisogno di tanti altri “ingredienti” per recuperare competitività, consensi e credibilità. Servono progetti sportivi sani a partire da quelli dedicati ai vivai e ai settori giovanili, nuovi stadi a misura di persona, coperti, senza barriere e con tanta tecnologia, meno squadre professionistiche e regole, anche finanziarie, che garantiscano competizioni eque e corrette. E servono più passione, competenza e responsabilità da parte dei protagonisti, dentro e fuori dal campo di gioco”.

La goal line technology può bastare? Lei sarebbe favorevole all’introduzione della moviola in campo?
“La goal line technology rappresenta un primo livello di garanzia che può consentire al calcio, senza snaturarsi e senza tradire le sue caratteristiche tradizionali, di migliorare la sua credibilità collegata anche alla correttezza e alla puntualità delle decisioni arbitrali. Ma proprio per i concetti appena espressi, ritengo che la tecnologia possa svolgere ulteriormente un ruolo al servizio dell’arbitro che deve restare l’unico in campo – con i suoi collaboratori – a poter valutare e decidere, anche con il supporto di nuovi strumenti tecnologici. La moviola la considero un’altra cosa e preferisco lasciarla eventualmente ai commenti, non sempre adeguati, del post-partita”.

Negli ultimi tempi si è parlato tanto degli stage, alla fine annullati, voluti fortemente dal ct della Nazionale Antonio Conte. Qual è il suo punto di vista al riguardo? Possono essere utili alla causa?
“Purtroppo il CT Azzurro ha dovuto annullare lo stage previsto a febbraio e questa decisione, secondo me, non rappresenta un buon segnale. La Nazionale negli altri Paesi è un patrimonio di tutti, un’icona alla quale assicurare collaborazione, nell’ambito di un progetto calcistico che garantisce un corretto e condiviso equilibrio tra gli interessi particolari e quelli generali. Da noi, anche in questo ambito, siamo purtroppo rimasti indietro. Gli stage sono fondamentali per la crescita di una Nazionale che vuole coltivare ambizioni e l’Italia per coltivare ambizioni di vertice deve poter lavorare con un minimo di programmazione. Nel nostro piccolo, consapevoli di essere la Serie B, noi siamo sempre pronti a dare il nostro contributo, come stiamo facendo con i 40 ragazzi “Generazione B” dei nostri Club che stanno vestendo la maglia azzurra delle Nazionali Under 21, 20 e 19″.

Parliamo della Serie B: ci può fare un bilancio provvisorio della stagione in corso?
“Mi sembra un Campionato avvincente, incerto, equilibrato e ancora una volta con diversi giovani, soprattutto italiani, che si stanno mettendo in mostra. Una competizione che non a caso abbiamo denominato “Il Campionato degli Italiani”, in campo, nei nostri stadi e davanti alla tv. Crescono del 12% gli spettatori e aumentano anche gli ascolti televisivi a dimostrazione che il lavoro di tutti stia iniziando a produrre i suoi frutti e quello più prezioso è rappresentato proprio dal consenso e dalla partecipazione della gente, la nostra gente i nostri Tifosi. Ma il bello deve ancora venire: ci avviamo verso un finale di stagione fantastico, con obiettivi da raggiungere da parte di tutti i Club, fino all’ultima giornata, fino all’ultimo minuto. Questo è il bello della Serie B”.

 Qual è la squadra e il giocatore che vi hanno sorpreso di più?
“Da presidente di Lega preferisco non fare riferimenti sui singoli calciatori, ma è evidente che basti vedere le convocazioni dell’Under 21 Azzurra per trovare i nomi dei migliori giovani della Serie B, quelli che si fanno seguire e apprezzare di più, indipendentemente li si vogliano considerare conferme o sorprese. La squadra ? Anche in questo caso preferisco essere di solito cauto, ma indicare il Carpi in questa stagione è fin troppo facile fino a oggi. Con grande merito per la società emiliana che ha dimostrato di meritare la fuga solitaria, fatta di scelte di uomini, di metodo di lavoro e di capacità di fare buoni investimenti. Dopodiché, come dicevo prima, ci sono avversari tenaci e quasi quattro mesi di Campionato dove ognuna delle altre 21 squadre darà il massimo e questa per tutti noi è la massima garanzie sportiva per un Campionato emozionante e credibile”.

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Olivio Daniele Maggio

Originario di Francavilla Fontana, città dell'entroterra brindisino. Laureato in Scienze della Comunicazione e cresciuto praticamente a pane e calcio, coltiva molte aspirazioni tra cui quella di diventare giornalista professionista, ruolo che oscilla su un filo che divide il lavoro e la passione.

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