La storia di Maicosuel: quando un cucchiaio fallito nasconde sofferenze, sogni ed altruismo

Maicosuel Reginaldo de Matos è il calciatore più discusso del momento. A distanza di diverse ore, infatti, le immagini del rigore sbagliato contro lo Sporting Braga sono ancora impresse nella mente dei tifosi e riproposte con gusto quasi sadico dai media. Oggi Maicosuel viene considerato un ragazzino montato, troppo spavaldo, o forse un debole che ha cercato un’espressione eccessiva di falsa personalità. Oggi. Ma ieri, chi era Maicosuel?

Fonte immagine: ViolaChannel
Tuttomercatoweb ha ripercorso la storia ed il vissuto del ragazzo denudandone i tratti prettamente umani. Che quella conclusione lenta e beffarda, per lui, dagli 11 metri nascondesse non un atteggiamento, ma l’esperienza per reinventarsi nella vita?
 
Ecco l’articolo in questione:
 
E’ arrivato alla ribalta nazionale, almeno in Italia, per il maledetto cucchiaio di martedì sera contro il Braga. Un errore di gioventù, prima ancora che calcistico. Maicosuel Reginaldo de Matos è uno dei pezzi pregiati del mercato dell’Udinese della famiglia Pozzo, presentatosi a Firenze con il primo gol del campionato di serie A. Guidolin lo ha mandato in campo, a gara già iniziata, contro lo Sporting Braga e gli ha concesso anche la possibilità di calciare uno dei 5 rigori decisivi. Il suo errore, un cucchiaio brutto da vedere e mal riuscito, è costato la Champions ai friulani. Da quella maledetta notte è passato sotto i riflettori come un acquisto sbagliato, un ragazzo presuntuoso e non adatto al nostro calcio.
La storia di Maicosuel, però, parte da lontano. Ragazzo di 26 anni, nato a Cosmopolis (Brasile)ha sulle spalle un passato difficile. La fame, una palla di pezza e dei campi in polvere. Nato in una famiglia povera che non poteva permettersi neanche di comprare delle scarpe di calcio a quel figlio che sognava l’Europa. Europa che conobbe nel 2009-10, in Germania, all’Hoffenheim, 27 presenze e 3 gol, esperienza lampo prima di tornare in Brasile. Adesso la grande occasione, in Italia, con la famiglia Pozzo. Il cuore grande di Maicosuel, all’età di 22 anni al suo primo vero contratto da Professionista, realizza il sogno di una persona speciale. Da bambino era abituato a lunghe passeggiate in centro città con la mamma che, innamorata di alcune abitazioni, ripeteva sempre il suo sogno. “Che bella questa casa, se avessimo avuto i soldi sarebbe stata la nostra reggia”. Maicosuel era piccolo ma grazie al calcio divenne, improvvisamente, grande. Dopo qualche anno tornò a fare, con la mamma, quella passeggiata che da bambino aveva fatto più volte. Un giorno chiese alla madre di fargli vedere la casa che aveva sempre sognato e salendo le scale dell’abitazione tirò fuori un mazzo di chiavi e disse: “Mamma, questa è per te!”. La madre rispose arrabbiata. “A chi l’hai rubata? Ti ho insegnato a vivere nell’onestà, anche se poveri non importa”. Subito dopo, spiegò che l’aveva comprata con i guadagni del primo contratto da calciatore e la mamma scoppiò a piangere e da quel giorno, quella è diventata la casa di Maicosuel. Un sogno diventato realtà. Ci sono calciatori che acquistano macchine e sprecano soldi in cose futili e chi pensa ad un genitore che ha vissuto una vita nella povertà.
Questo è Maicosuel. Non è da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore si giudica dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia….

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