Ciao SuperSic, l’unico genio senza sregolatezza

Quando decidi di voler scrivere di sport, raramente pensi ad una situazione del genere; raramente si immagina un dolore cosi forte, legato alla passione, all’amore per il proprio lavoro e per la propria vita. ‘SuperSic’, all’anagrafe Marco Simoncelli, era nato un giorno di Gennaio di ventiquattro anni fa. Talento puro del motociclismo, a dodici anni è già campione italiano, a quindici campione europeo, e le ottime prestazioni lo porteranno nel mondo del Motomondiale. Le difficoltà del campionato del mondo non spaventano Marco, lui non si arrendeva mai; la tenacia, la grinta e l’amore che aveva per quelle due ruote, riuscirono a far parlare di se. Nel 2008 diventa campione del Mondo della classe 250, e due anni dopo fa il suo esordio nella classe regina della MotoGp. Simoncelli riesce a diventare in poco tempo un punto di riferimento per tutti i piloti della categoria; nonostante la giovane età il suo talento lo prova spesso a misurasi a pari livello con campioni del calibro di Stoner, Rossi, Pedrosa e Lorenzo, insidiando le certezze di altri come Dovizioso e Spies, e dimostrando che ancora oggi non è la moto a fare la differenza, ma il pilota. Non aveva troppi amici in quel mondo; non puoi averne troppi se sei forte e sfacciato com’era lui. Quelli veri, come Valentino Rossi e Mattia Pasini, colleghi in pista e amici fuori dal tracciato, vorranno ricordarselo col casco in testa e il ‘cinquantotto’ che sfrecciava veloce, molto più di loro. Era, a detta di tutti, il talento più cristallino del motociclismo italiano, degno prosecutore delle dinastie Agostini e Rossi. Sfacciato ed impavido quando abbassava la visiera, timido e riservato quando i riflettori non gli facevano luce; questo era Marco, un lavoratore serio ed appassionato, il primo ad arrivare sul circuito e l’ultimo ad uscire dai box, nelle sere in cui con Gresini progettava il suo futuro. Gli stessi progetti che aveva in testa per Sepang, ma in Giappone la bandiera a scacchi non s’è fatta vedere. Appassionato di tutti gli sport, tifosissimo del suo Milan, lascia un padre e una madre, e una sorella minore a cui dedicava ogni ottimo risultato raggiunto; lascia la fidanzata Kate che gli teneva l’ombrellino negli istanti prima della gara e le cui lacrime appena fuori dai box rimarranno nel cuore sgomento di tanti. Le società di Milan ed Inter si uniscono al cordoglio della famiglia e dell’intera MotoGp; i rossoneri, per volere dell’A.D. Galliani, giocheranno con il lutto al braccio e su tutti i campi di A si rispetterà oggi un minuti di silenzio.

Marco Simoncelli a cavallo della sua Honda - Fonte: Flickr

A noi piacerà ricordarlo cosi, con quel maledetto casco ben allacciato e che a stento tratteneva l’irruenza della sua capigliatura. Ciao Marco.

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