Inter, Icardi: “Non me ne vado, sono il capitano”

Un Maurito Icardi pacato e sereno è stato intervistato da Marco Barzaghi ai microfoni di Premium Sport. I temi principali sono stati il rendimento in sordina, la panchina con la Roma, l’intesa con Jovetic e il suo futuro. Ecco cosa ha risposto il bomber nerazzurro.

Icardi - Fonte immagine: inter.it
Icardi – Fonte immagine: inter.it

L’anno scorso, questo punto della stagione, ne avevo segnati 3-4 in più. Non erano tanti. Dopo Natale ho cominciato a segnarne tanti, fino a diventare capocannoniere, spero di potermi ripetere”. Approccio umile quello di Icardi di fronte alle critiche di molti. Infatti, molti sono stati i detrattori di Icardi nelle recente periodo, paragonato spesso come esempio negativo rispetto ad altri grandi cannonieri come Higuain, o sorprese come Kalinic. Quattro i gol messi a segno sino ad ora, pochi, non pochissimi, per un attacco che prima di Inter-Frosinone aveva molto stentato per reti messe a segno ma soprattutto per palloni giocabili. Un altra critica è stata lo scarso feeling con Jovetic. Anche in questo caso, low profile per Icardi: “E’ un problema che si risolve giocando assieme. Poi, uno come Ljajic se ha la palla buona ti ofre l’assist. Jovetic ha qualità per fare gol lui. E dunque… Ma giocando assieme, provando e riprovando, aumenta l’intesa“. Non una critica quindi, ma il rispetto per un giocatore dotato di grandi doti tecniche.

Nella prossima partita contro il Napoli, si parla di una possibile panchina di Icardi, per ripetere, anche un pò scaramanticamente, scelte e soprattutto risultato come contro la Roma: “Come stavo in panchina? Deluso no, non dire. Ma c’ero rimasto male, molto male. L’emozione del gol è tuto per un attaccante, e l’emozione di giocare una grande partita è lo stesso“. Il capitano dell’Inter ha provato a districarsi, ma alla fine ha lasciato un messaggio di prenotazione a Mancini di un posto contro il Napoli, ritenuta dallo stesso Icardi non decisiva per lo Scudetto.

Infine, parole molto chiare su un possibile addio, almeno scongiurato per giugno: “Io sono il capitano dell’Inter e non posso mollare la squadra in un momento così“.

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