Inter, parla Ventola tra passato e presente: “Ronaldo il più forte di tutti, i nerazzurri oggi faticano a segnare”

Nicola Ventola, cresciuto nelle giovanili del Bari, è stato tra i più giovani esordienti italiani: a soli 16 anni giocò la sua prima vera partita in prima squadra.

Foto Antônio Cruz/ABr - Fonte wikipedia.org
Foto Antônio Cruz/ABr – Fonte wikipedia.org

Il passaggio all’Inter segnò un momento fondamentale nella carriera dell’attaccante, che in nerazzurro ha firmato 21 reti con ben 65 presenze. Intervistato da FcInterNews Nicola ha parlato del suo passato e della sua esperienza all’Inter, ripercorrendo il periodo gioioso del suo acquisto da parte della società di Milano: “Ero tanto, tanto orgoglioso di approdare in una società come l’Inter. In quel momento avevo tante opportunità e più di una squadra che mi avrebbe voluto, ma io vedevo in quello nerazzurro il club del futuro. C’erano tantissimi campioni, come Ronaldo, Baggio, Pirlo, Djorkaeff, Zamorano, Zanetti, Simeone, Paulo Sousa… Certo, il Bari era e resterà per sempre il mio primo grande amore, ma l’Inter era l’Inter. All’inizio avevo un po’ di timore, ma dopo tutto è andato in modo fantastico per me. Riuscii a segnare subito, sia in campionato che in Champions League contro lo Spartak Mosca. Insomma, nonostante la grandissima concorrenza l’inizio è stato molto positivo per me. Arrivò anche l’opportunità di andare in Nazionale in occasione di uno stage. L’allora ct Zoff mi disse che avrei poi giocato titolare contro la Spagna, ma contro la Sampdoria mi ruppi il ginocchio. Da quel momento iniziarono i problemi fisici e incontrai qualche difficoltà nel rientrare in campo. Non posso poi dimenticare il gol contro il Manchester United. Speravamo in una rimonta, ma alla fine passarono gli inglesi”. Il campionato 98-99 non fu certamente una stagione semplice per l’Inter, che arrivò solo 8° in classifica e non riuscì ad andare oltre i quarti di finale in Champions League e Ventola lo ricorda così: “Quando non arrivano i risultati diventa tutto più difficile. Poi il nostro spogliatoio era ricco di personalità forti: c’era Bergomi che, nonostante fosse a fine carriera, era un leader assoluto, poi penso agli stessi Simeone e Paulo Sousa. Gente con grandissima personalità che si faceva sentire tanto. Difficilmente la formazione degli allenatori accontentava tutti, c’era sempre qualcosa che non andava. Non dico che in quella stagione vennero a crearsi dei ‘gruppetti’, ma quasi. Dispiace per i tecnici, alla fine sono sempre loro che pagano, ma non era assolutamente tutta colpa loro”. L’attaccante non può poi fare a meno di parlare di due campioni del calibro di Ronaldo e Baggio: “Ronaldo era una cosa fuori dal comune. Con lui avevo un rapporto bellissimo, eravamo anche in camera insieme durante i ritiri. Sono stato anche in Brasile a trovarlo per passare un capodanno insieme. Eravamo veramente grandi amici, poi l’età era quasi la stessa e questo ci ha portato ad avvicinarci di più. Adesso ci siamo un pochino persi di vista, perché la vita va così. Ma lui resta sicuramente un mio grande amico.Tutti hanno visto Ronaldo in partita, non altrettanto durante la settimana. Lì mostrava delle cose incredibili. Io non ho mai avuto modo di vedere Messi durante gli allenamenti, ma sicuramente Ronie per me rimane il giocatore più forte del mondo. Ti racconto un episodio molto simpatico: amava ‘prendere in giro’ Taribo, dichiarando prima della giocata: << Amico, adesso ti punto e ti faccio il tunnel, quindi mi raccomando, chiudi bene le gambe >>. Taribo lo aspettava, stava attento in ogni modo a non lasciargli spazio, teneva le gambe strette, ma non c’era nulla da fare. Riusciva comunque a fare la giocata, il tunnel gli riusciva sempre. Incredibile, veramente. Secondo me Ronaldo ha cambiato la storia del calcio e il modo di interpretare il ruolo. È stato il primo atleta in assoluto a unire tecnica, potenza e velocità allo stesso tempo. Era uno spettacolo da vedere. Dopo di lui, a livello di caratteristiche, è arrivato Cristiano Ronaldo. Ma il brasiliano è stata l’assoluta novità in questo senso. Non c’è bisogno di parlare del Baggio giocatore, ma voglio anzi aggiungere che stiamo parlando di una persona veramente squisita. Rispetto a Ronie, però, ho legato di meno per il semplice fatto che avevamo un’età differente: Roberto era già padre di famiglia e non l’ho vissuto come il brasiliano. Ma il ricordo, ovviamente, resta molto bello”. Ventola passa poi ad argomenti più attuali, parlando dell’Inter di adesso ed è convinto che, con un po’ di costanza, sia in lotta per lo Scudetto: Rispetto al recente passato la squadra è migliorata tantissimo in fase difensiva e gli acquisti in questo reparto sono stati di assoluto livello. Anzi, aggiungo che non mi aspettavo potesse partire così bene. L’Inter è solida, anche se deve migliorare in fase di costruzione e realizzazione. Si fa troppa fatica a segnare, ma quando Mancini inserirà alla perfezione tutti gli uomini l’Inter rimarrà in alto. Ne sono sicuro. Palacio è bravo, al pari di Ljajic, ma a questa squadra servirebbe un vice-Icardi. Per vincere lo Scudetto devi avere almeno due attaccanti veri, forti“. Infine dichiara sempre grande amore all’Inter: “Mio fratello vive a Milano e so che i tifosi nerazzurri mi ricordano con affetto e mi vogliono ancora bene. L’interista ama il giocatore che mette tutto in campo e suda per la maglia che indossa, anche se i risultati non arrivano. Li ringrazierò per sempre“.

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