Lazio-Genoa 4-2, le pagelle dei biancocelesti: Milinkovic-Savic e Immobile fondamentali, ma che Patric

Simone Inzaghi, dopo averne vinte tre da giocatore, è al debutto in Coppa Italia da tecnico e per questo battesimo del fuoco si affida al 4-3-3 confermando solo quattro undicesimi della squadra scesa in campo domenica scorsa contro l’Atalanta. In porta si rivede Strakosha, linea difensiva rivoluzionata con Wallace a comandare il pacchetto centrale, Biglia guida il centrocampo e Djordjevic torna titolare al centro dell’attacco.

Fonte Immagine : Castroquini, own source - Wikipedia
Fonte Immagine : Castroquini, own source – Wikipedia

Strakosha 6: incolpevole sui due gol genoani, non avrebbe potuto niente nemmeno se il tiro di Ocampos avesse preso lo specchio, per sua fortuna e del popolo biancoceleste si stampa sul palo. Salvato.

Patric 7.5: è tutto un altro giocatore rispetto a quello visto lo scorso anno, sfodera un’altra grandissima prestazione mettendo in ombra Ocampos e diventando il padrone assoluto della sua fascia. A volte si prende il lusso di sostituire Biglia nel ruolo di metronomo e anche lì prende applausi, è suo anche il passaggio per Djordjevic su cui poi franerà Orban causando il rigore che Anderson fallisce; sbaglia il primo passaggio al minuto numero ottanta e va subito a riconquistare palla, e ciò è tutto dire. Migliore in campo.

Wallace 6.5:  Inzaghi gli affida le chiavi della difesa e lui risponde presente all’appello; concede poco a Pinilla e quando può va a togliere le castagne dal fuoco anche al suo compagno di reparto Lukaku. Affidabile.

Hoedt 6: scalda il piede già ad inizio partita con un bel sinistro al volo che Lamanna neutralizza; alla mezzora raddoppia con un gran sinistro rasoterra incrociato che va ad infilarsi all’angolino. In difesa appare sempre un po’ impacciato: chiama un fuorigioco che il guardalinee non concede e rischia di fare il patatrac lasciando libero Pinilla davanti a Strakosha ad inizio secondo tempo, il cileno si addormenta e l’olandese si salva. Impreciso.

Lukaku 5: anello debole della retroguardia biancoceleste, tanto è vero che i maggiori pericoli rossoblù nascono dalla sua parte. Lazovic nel primo tempo lo manda al manicomio, ha grandi potenzialità fisica ma deve affinare molto quelle tecniche; supponente in alcuni appoggi. Acerbo.

Biglia 6: passo indietro rispetto all’ottima prestazione presentata contro l’Atalanta, si risparmia un po’ questa sera senza andare sotto la sufficienza: concreto nella sua metà campo, impreciso in quella del Genoa. Presente.

Parolo 6.5: non fa mancare mai muscoli e polmoni, e questa è la ragione per cui Inzaghi non si priva del centrocampista della Nazionale nemmeno in una serata di turnover . Si permette anche una finezza con cui manda in porta Lombardi nel primo tempo. Stoico.

Lulic 6: le partite in cui nessuno nota la sua presenza sono di solito le migliori del bosniaco, pressing indiavolato e tanti contrasti. Si divide con Biglia le colpe del primo gol genoano, non fornendo un ‘adeguata contrapposizione e lasciando andare liberamente Ocampos. Bravo.

Lombardi 6.5: entra in campo sul motorino e non lo spegne fino a quando Inzaghi non lo richiama in panchina; corre come se avesse quattro polmoni e stavolta abbina giocate di qualità con le quali causa un bel mal di testa a Orban che lo vede solo sfrecciare via senza neanche riuscire a prendergli la targa. Sfiora un gol che avrebbe ampiamente meritato, sarà per la prossima occasione. Instancabile.

Djordjevic 6: basterebbero i primi venticinque minuti a valergli qualcosa in più di una semplice sufficienza: gol da opportunista vero e rigore conquistato i suoi biglietti da visita nella serata di coppa. Quello che non convince è la poca voglia con cui affronta il resto della partita, poca corsa nel pressing e poca forza negli appoggi; la non esultanza è il simbolo di quanto ormai creda poco nella sua avventura biancoceleste, che sembra avvicinarsi alla fine. Svogliato.

Anderson 5.5: fino al momento del rigore sembra volersi prendere la scena da protagonista: sgroppate palle al piede e grande assist per il gol del vantaggio Lazio lo testimoniano. Dopo l’errore dal dischetto comincia un altro primo tempo per il brasiliano che si conclude con l’orribile velo a centrocampo da cui nasce il pareggio rossoblù. Nel secondo tempo scende in campo deciso a fare il compitino e riprende un po’ di colore normalizzando la sua prestazione. Depresso.

Milinkovic-Savic 7: preponderanza fisica e superiorità tecnica, non è difficile per lui entrare a partita iniziata e prendere il comando totale del centrocampo. Nel gol del 3 a 2 si può ammirare tutto il suo bagaglio: sale in cielo per servire Immobile, la palla gli ritorna rimpallata da Orban, lui la stoppa di petto e con un destro potente e preciso fa esplodere l’Olimpico. Prepotente.

Immobile 7: apre il manuale dell’attaccante e lo segue a menadito: chiedi palla e sbattila dentro, e tanto fa. Chiude il match e poi fa correre un brivido sulle schiene di tutti i tifosi biancocelesti a causa di un pestone subito; si rimette in piedi e il suo rientro in campo viene accolto come un gol. Bomber.

Murgia s.v.

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