Razzismo, giocatore squalificato 10 giornate

Gaetano Iannini. Un nome che ai più potrà dire poco o nulla, molto probabilmente.

Fonte immagine: sxc.hu
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Eppure è appena balzato agli onori della cronaca per un atto di discriminazione razziale commesso sul campo da gioco. Questa la motivazione sostanziale con la quale il giudice sportivo gli ha inflitto una squalifica di ben 10 giornate. Sì, avete letto bene. L’episodio risale alla gara valida per il primo turno di Coppa Italia Sudtirol-Matera, conclusasi 2-0 per i padroni di casa. Iannini, in forza alla squadra lucana, si è reso protagonista di un insulto discriminatorio, nei confronti di un avversario di colore, al 18′ del primo tempo. Immediata l’espulsione e la conseguente maxi-squalifica, in relazione alle nuove norme anti-discriminazione vigenti nel Codice di Giustizia Sportiva, che prevedono la mano pesante verso tesserati autori di determinati comportamenti. Ma non è la prima volta che il calciatore in questione finisce sotto accusa. Era già successo alla fine di una semifinale play-off di Seconda Divisione tra Casale e Virtus Entella, nel giugno 2012. All’epoca vestiva la maglia dei piemontesi e subì un Daspo di 4 anni per aggressione ad arbitro e assistenti. Significative le parole del direttore sportivo del Sudtirol, Luca Piazzi, in merito: “Si è visto Iannini rivolgersi all’arbitro e quest’ultimo ha immediatamente estratto il cartellino rosso. Evidentemente in questo scambio di battute, del quale dalla panchina non si è potuto udire il contenuto, il calciatore deve avere espresso insulti nei confronti di Ekuban (calciatore del Sudtirol). Purtroppo non è la prima volta che ci sono insulti di tipo razziale durante una partita di calcio. Evidentemente l’ignoranza fa parte della nostra ‘civiltà’. Ciò che preoccupa è che in Italia questo fenomeno sembra essere più marcato che in altre nazioni d’Europa”. Intervenuta anche l’altra campana, nella veste del presidente del Matera, Saverio Columella: “Se il nostro giocatore ha sbagliato, è giusto che paghi. Ma, al di là di questo, mi sembra che la sanzione abbia anche connotazioni mediatiche. Ovviamente mi spiace che la mia società, sempre schierata contro qualsiasi condotta antisportiva, venga coinvolta in questa vicenda. Noi condanniamo completamente il comportamento del nostro atleta: l’insulto razzista è imperdonabile e, se c’è stato, è giusto che Iannini paghi”.

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