Doppio Fred, singola di Neymar: il Brasile stende la Spagna e vince la Confederations Cup

Spalti gremiti in ogni ordine di posto e clima di festa fin dall’inizio all’interno del nuovo Maracanà di Rio de Janeiro.

Foto di Sergio Savarese - Wikipedia
Foto di Sergio Savarese – Wikipedia

Felipe Scolari schiera il Brasile con il classico 4-2-3-1 con Julio Cesar fra i pali, Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz e Marcelo sulla linea difensiva; il duo Paulinho-Luiz Gustavo a fare da diga in mezzo al campo; mentre dietro l’unica punta Fred c’è il solito trio composto da Hulk, Oscar e Neymar. La Spagna di Vicente Del Bosque, invece, cambia rispetto alla gara con l’Italia e schiera i suoi in campo con un 4-3-3 con capitan Casillas in porta, Arbeloa, Sergio Ramos, Piquè e Jordi Alba in difesa; centrocampo a tre composto da Busquets, Xavi e Iniesta; Pedro e Mata a supporto del centravanti Fernando Torres. Si comincia agli ordini dell’arbitro Kuipers e dopo solo un minuto e quaranta di gioco la torcida brasiliana può già esplodere di gioia: cross di Hulk dalla destra, Piquè va a vuoto, rimpallo sulla gamba di Arbeloa che favorisce Fred lesto nell’area piccola a calciare praticamente da terra freddando l’incolpevole Casillas. Vantaggio lampo dei padroni di casa, che fin dalle prime battute prendono in mano il pallino del gioco, pressando con ritmo e intensità la squadra spagnola. All’8° occasione per raddoppio brasiliano con un rasoterra di Oscar, terminato di pochissimo a lato. Mentre quattro minuti più tardi è Paulinho (bravo nel recuperare palla sulla trequarti) a sfiorare il bis con un pallonetto da lontano parato in due tempi da Casillas. Al quindicesimo scaramucce in mezzo al campo per un fallo di Arbeloa (solo ammonito) su Neymar lanciato a rete in contropiede. Il Brasile controlla le operazioni agevolmente, impedendo alla Spagna di fare possesso palla e sfruttare il gioco palla a terra. E così al 19° la prima chance iberica arriva dopo un’azione solitaria di Iniesta (sicuramente il più vivo dei suoi) che esplode un destro da lontano sul quale Julio Cesar risponde presente deviando in tuffo. Sugli sviluppi del successivo corner girata di testa di Torres che termina alta. Al 31° Jordi Alba perde banalmente un pallone nella metà campo carioca, contropiede fulmineo orchestrato da Oscar e Neymar, con quest’ultimo che smarca Fred in mezzo all’area, ma Casillas è bravissimo nell’opporsi con il corpo al piatto destro del bomber del Fluminense mettendo in angolo. Al 40° la Spagna ha la sua migliore occasione per arrivare al pareggio: il Brasile è per la prima volta scoperto in difesa, bella giocata di Torres sulla trequarti, palla che giunge a Mata che di prima trova il taglio di Pedro dalla destra, ma il rasoterra dell’esterno del Barcellona viene praticamente salvato sulla linea di porta dall’intervento in spaccata di David Luiz a Julio Cesar battuto. Come un goal, forse anche di più il salvataggio del centrale del Chelsea che infiamma il pubblico di Rio. Passato lo spavento il Brasile in chiusura di tempo trova il meritato goal del raddoppio: combinazione al limite dell’area fra i due giovani gioielli Oscar e Neymar, con il neo blaugrana che scaglia una sassata di sinistro sotto la traversa sulla quale Casillas resta letteralmente fulminato. Si va così al riposo sul 2-0 con il quarto goal nel torneo del numero dieci carioca. La ripresa si apre con un cambio nella Spagna con Azpilicueta che rileva un disastroso Arbeloa. Ma soprattutto il secondo tempo comincia con il colpo del k.o. che tramortisce definitivamente la  Roja: azione palla a terra dei verdeoro, velo di Neymar per Fred che spostato sul centro-sinistra lascia partire un piatto destro chirurgico che non lascia scampo a Casillas infilandosi all’angolino basso. 3-0, quinto goal di Fred nella manifestazione e partita che praticamente viene blindata prima ancora di ricominciare. Del Bosque allora decide di togliere anche un impalpabile Juan Mata inserendo il neo acquisto del Manchester City Jesus Navas e proprio l’ex Siviglia al 53° si guadagna il penalty che potrebbe clamorosamente riaprire i giochi: sul dischetto si presenta a sorpresa Sergio Ramos che si fa ipnotizzare da Julio Cesar calciando malamente a lato (con l’ex Inter che aveva intuito). All’ora di gioco la Spagna effettua l’ultimo cambio inserendo David Villa per Fernando Torres. Ma le cose in campo non migliorano per gli iberici, anzi al 67° piove sul bagnato quando Neymar in contropiede punta al limite dell’area il futuro compagno di squadra nel Barcellona Piquè che lo stende in tackle venendo espulso (forse imprudentemente) dal direttore di gara. Da qui in avanti la partita scivola via con il Brasile padrone assoluto del campo, che si accontenta del risultato inserendo i vari Jadson, Jo ed Hernanes per Hulk, Fred e Paulinho. Negli ultimi minuti c’è spazio solo per un paio di occasioni spagnole con due conclusioni di Pedro e Villa sulle quali uno strepitoso Julio Cesar dice di no mantenendo la sua rete immacolata. Al fischio finale di Kuipers è festa grande della selezione brasiliana che trionfa sbaragliando la Spagna per tre goal a zero, vincendo la sua quarta Confederations Cup, la terza consecutiva (2005, 2011 e 2013). Sugli spalti la torcida si infiamma, facendo divenire il Maracanà un carnevale di gioia e di colori.

Una Seleçao a tinte fortemente europee, sia per mentalità sia per ritmo ed intensità di gioco, con sprazzi e lampi di grande talento affidati ai vari Neymar (votato miglior giocatore del torneo), Oscar, Fred e Hulk, messa perfettamente in campo dal Felipe Scolari, grande artefice del successo verdeoro. Spagna che invece esce sconfitta da una gara ufficiale dopo ben tre anni (1-0 contro la Svizzera a Sud Africa 2010), annichilita sotto ogni punto di vista (gioco, ritmo, atletismo) in finale dal Brasile. Ma fra un anno al Mondiale sarà sicuramente tutta un’altra storia.

Francesco Tusi

Francesco Tusi

Amante del calcio, metafora più vera della vita in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Amante del mare, della sua vastità e della sua sconfinata bellezza.

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