I grandi esclusi azzurri dei Mondiali dal ’70 ad oggi: da Lodetti a Cassano, passando per Baggio

Non c’è niente da fare. Ogni 4 anni, a ridosso della Coppa del mondo, le convocazioni del ct azzurro di turno sono destinate a far discutere.

Fonti immagini: storiedicalcio.altervista.org e Roberto Vicario
Fonti immagini: storiedicalcio.altervista.org e Roberto Vicario
Ci fosse stata una volta che l’Italia si sia salvata dal chiacchiericcio di giornali, tifosi, tifosi improvvisati e giornali improvvisati. L’escluso eccellente c’è sempre stato e sempre ci sarà, anche quando il complesso dei convocati viene ritenuto mediocre e senza particolari speranze di vittoria. Soprattutto da Messico ’70 ad oggi, ogni Mondiale ha contato almeno un epurato di lusso, tra depennati dell’ultimo secondo e uomini malvisti da gruppo e/o allenatore. Riscopriamo dunque di seguito i grandi esclusi della Nazionale italiana degli ultimi 44 anni.
 
MESSICO ’70 – La carrellata degli ostracismi non può non iniziare da Giovanni Lodetti, rimasto a casa per uno scherzo del destino e… al massaggiatore. Quest’ultimo, preso in giro da Anastasi, rifilò un pugno all’attaccante allora della Juventus, che fu costretto addirittura ad operarsi alle parti basse dopo il trauma subito. Per sostituirlo, la federazione allertò curiosamente due giocatori: Boninsegna e, nonostante una caviglia acciaccata, Pierino Prati. Alla fine Valcareggi decise di portare in Messico entrambi, eliminando a sorpresa dalla lista il già convocato Lodetti.
 
GERMANIA ’74 – E’ la volta di Claudio Sala, centrocampista del Torino. Nel giro della Nazionale già da 6 anni, il granata non aveva captato sentori per l’esclusione. Insieme a lui rimase fuori anche Luciano Chiarugi, nonostante una buona stagione al Milan.
 
ARGENTINA ’78 – Tra Pruzzo, Pulici e Savoldi molti goal d’esportazione rimasero a casa, ma il più deluso di tutti fu probabilmente Agostino Di Bartolomei, al termine della sua migliore annata alla Roma e mai considerato in azzurro.
 
SPAGNA ’82 – L’esclusione di Pruzzo dal Mondiale vinto in terra iberica è la più sentita della storia della Nazionale, nonché quella dai contorni più travagliati. Pungolato sull’assenza del capocannoniere del campionato, Bearzot glissò facilmente: “Seguendo questa logica, allora avrei dovuto convocare anche Pellegrini ed Edi Bivi (rispettivamente secondo e terzo marcatore in Serie A, ndr). A salire agli onori delle cronache fu però anche tale Anna Ceci, che a Roma si prese un bel ceffone dal ct dopo averlo rimproverato per aver chiamato Antognoni al posto di Beccalossi: “Mi diede del ‘bastardo’, o dello ‘scimmione’, non ricordo. Era lì a due metri, le mollai uno schiaffo. Potevo essere suo padre, la cosa finì sui giornali: apriti cielo. Quella stessa ragazza mi ha poi telefonato più volte e chiesto scusa, ma allora andava di moda sbranarmi. Critiche alla gestione, offese alla persona: delegittimarmi, ecco a che cosa si era ridotto il passatempo più in voga”, avrebbe raccontato il “Vecio” più tardi.
 
MESSICO ’86Pruzzo, Pruzzo e ancora Pruzzo. Alla terza volta consecutiva, il bomber della Roma non si tenne la posta e rispose chiaramente: “Ho vinto quattro volte la classifica marcatori, tre in A e una in B, ho vinto uno scudetto, ho giocato una finale di Coppa Campioni, non sono proprio l’ultimo arrivato. Eh, che ci vogliamo disperare?”.
 
ITALIA ’90 – Con il Mondiale in casa, media e affini nostrani si guardarono bene dal produrre troppe polemiche controproducenti. Tuttavia rimase l’esclusione di Luca Fusi, centrocampista del Napoli scartato in favore di un Ancelotti tutt’altro che in piena forma. Il giocatore rivelò che il ct si fosse comunque preoccupato di contattarlo privatamente per dargli la notizia: “Mi ha telefonato Vicini e mi ha detto dell’esclusione. Ci sono rimasto male, ma non ne voglio parlare”.
 
USA ’94 – Il “cinghiale” Angelo Peruzzi non sarà a Pasadena a consolare Baresi e Baggio. Come fece notare Roberto Beccantini de “La Stampa”, l’allora portiere bianconero era “reo di non chiamarsi Luca o Gianluca”, in riferimento ai nomi di battesimo dei tre convocati Pagliuca, Marchegiani e Bucci, nuovo arrivato preferito all’ultimo momento proprio a Peruzzi. Nemmeno Panucci, tra i protagonisti della vittoria del Milan in Champions, salì sull’aereo con Sacchi.
 
FRANCIA ’98 – La Champions sembra portare sfortuna a Panucci, che dopo aver trionfato in Europa con il Real fu costretto nuovamente a saltare i Mondiali. Un altro escluso di lusso fu Zola, già considerato al Chelsea tra i più grandi giocatori della storia dei “blues”. Il “trombato” più curioso fu però Casiraghi, tra l’altro autore del goal “qualificazione” nel ritorno dello spareggio con la Russia: ignorato prima, ignorato dopo anche quando Ravanelli fu colpito dalla rosolia.
 
GIAPPONE E COREA 2002 – La pazza corsa di Baggio da Brescia verso il Sol Levante fu vana: Trapattoni non lo ritenne mai del tutto ristabilito dopo gli infortuni ai legamenti e al menisco. Il “Divin Codino” trovò la Nazionale soltanto in una puntata di “Holly & Benji”, ulteriore indizio del fatto che quella guastata da Byron Moreno fosse attesa come la sua manifestazione. La delusione non fu dunque solo degli italiani.
 
GERMANIA 2006Panucci-tris e primato condiviso con Pruzzo. Meno sentita l’assenza di Vieri, passato al Milan per non perdere la Nazionale e al Monaco per cercare di riconquistarla. Considerando com’è andata a finire…
 
SUDAFRICA 2010 – L’Italia si fa sentire a pieni polmoni: quelli di Cassano, Balotelli e Miccoli sono i nomi più richiesti, ma Lippi da quell’orecchio non ci sente. “Super Mario” poteva forse essere considerato ancora acerbo, mentre l’infortunio occorso al palermitano alla penultima giornata di Serie A non poteva costituire una grande scusa per il ct, dato che ritrovandosi eventualmente nel gruppo azzurro Miccoli sarebbe stato ben attento a non rischiare troppo; l’esclusione di Cassano, però, non è mai stata motivata, mentre non poteva fare rumore quella di Balzaretti, nome ben poco altisonante all’epoca, ma corrispondente a quello del terzino più interessante del campionato, mai eletto in azzurro fino a novembre. Anche Giuseppe Rossi, sorpresa della Confederations del 2009, rimase a casa a favore dei pretoriani del ct.
 
BRASILE 2014 – In molti sono dell’idea che la duttilità di Florenzi ed anche quella del tanto vituperato Giaccherini potessero servire a Prandelli, ma non rientrando nemmeno tra i pre-convocati i due hanno offerto lo spazio delle polemiche all’esclusione di Giuseppe Rossi, tra gli attaccanti più prolifici della stagione a dispetto del lungo stop per infortunio, con tanto di due goal fulminei conservati per il rientro in extremis proprio al fine di convincere il ct. Il redivivo Toni è stato considerato invece troppo in là con gli anni per poter reggere le calure del Brasile, mentre è stata più logica la scelta di rinunciare a Destro, data la presenza inamovibile di Balotelli ed Immobile. La situazione di Criscito, per anni titolare indiscusso a sinistra quando a disposizione, è diventata infine più interessante dopo la diramazione dei convocati definitivi: Prandelli infatti non ha inserito nessun mancino nei 23.
 
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