Le Stati(calci)stiche: Quest’Italia pecca di rigore
Si conclude per la Nazionale di Prandelli una Confederations Cup che veniva vista come trampolino di lancio per l’Azzurro e che invece si è rivelata essere una amarezza peggiore di come si era concluso l’Europeo perso contro la Spagna.
Perdere l’appuntamento con la finale dopo l’ottima gara contro gli iberici sa di beffa, quasi così come aver raggiunto il terzo posto contro l’Uruguay solo dopo i rigori e solo dopo essere stati raggiunti ingenuamente sul pari.
Vediamo alcuni dati relativi alla sfida con le Furie rosse. Il match è stato per gli uomini di Del Bosque davvero insolito, tanto che hanno tenuto il 52,6% del possesso palla, la più bassa percentuale dal settembre 2010 contro l’Argentina, quando raggiunse il 52,2%. Il possesso degli italiani nel secondo tempo, come fa notare OptaPaolo, ha raggiunto addirittura il 61%. Gli spagnoli, inoltre, sono stati fermati proprio in attacco, dal momento che non sono riusciti a segnare dopo 15 incontri in cui avevano sempre gioito sotto porta. Grandi sofferenze sono state evidenti anche nel reparto arretrato: solo nel primo tempo avevano subito già nove tiri, cioè la metà di quelli incassati nelle tre precedenti gare.
Per quanto riguarda, invece, la partita contro l’Uruguay, i protagonisti assoluti sono stati sicuramente Cavani e Buffon. Il centravanti ha realizzato appena il terzo e quarto goal della propria carriera contro l’estremo difensore bianconero. Proprio quest’ultimo, se lo si può ritenere in parte responsabile del pareggio agguantato, è stato di certo fondamentale nei rigori: Buffon, infatti, non aveva fatto oltre una parata ai rigori finali in una competizione internazionale, effettuandone invece ben tre contro i ragazzi di Tabarez.
In questa gara, inoltre, meritano di essere segnalati tre nomi. Diamanti, ad esempio, perché la sua rete è giunta col primo tiro effettuato dagli Azzurri nel corso del secondo tempo. Candreva perché nella prima frazione ha sbagliato solo uno dei 47 passaggi totali. E Astori dal momento che con il suo goal diventa il 25° marcatore della gestione Prandelli.
Proprio il ct dovrebbe fare attenzione per il futuro ad un dato che, a fine competizione, fa molto riflettere: l’Italia ha concesso agli avversari una media di 17.3 tiri a partita, e solo Tahiti è riuscita a fare peggio (23) in questo torneo.
Apriamo, infine, il capitolo relativo ai penalty. La Nazionale si è trovata di fronte alla lotteria dei rigori per ben 10 volte. In 4 occasioni (2000, 2006, 2012 e 2013) ha passato il turno; mentre in 6 occasioni (1980, 1990, 1994, 1998, 2008 e 2013) ne è uscita sconfitta.
Gli azzurri hanno calciato 52 rigori trasformandone 38. Gli avversari, invece, ne hanno calciati 52 trasformandone 40. Dei 14 errori dal dischetto, 9 tiri (Collovati, Donadoni, Serena, Massaro, Albertini, Maldini, De Rossi, Di Natale, De Sciglio) sono stati parati dal portiere avversario . Quattro sono stati calciati fuori, di cui 3 alti (Baresi, Baggio, Bonucci), uno a lato (Montolivo ) e uno ha centrato la traversa (Di Biagio).
Dei 12 errori avversari, 3 tiri sono finiti sulla traversa mente 9 sono stati parati dai nostri portieri (2 Pagliuca, 2 Toldo, 5 Buffon). Zoff ha subito 9 gol su 9 rigori calciati contro, Zenga 4 su 4, Pagliuca 7 su 9, Toldo 1 su 4 e Buffon 20 su 26.
Numeri, questi, che in un certo senso possono essere considerati positivamente, anche se, come sempre, l’auspicio di giocatori e tifosi è quello di non dover mai giungere all’incognita rigori.