Le Stati(calci)stiche: Quest’Italia pecca di rigore

Si conclude per la Nazionale di Prandelli una Confederations Cup che veniva vista come trampolino di lancio per l’Azzurro e che invece si è rivelata essere una amarezza peggiore di come si era concluso l’Europeo perso contro la Spagna.

Gianluigi Buffon Foto di Илья Хохлов - Wikipedia
Gianluigi Buffon
Foto di Илья Хохлов – Wikipedia

 

Perdere l’appuntamento con la finale dopo l’ottima gara contro gli iberici sa di beffa, quasi così come aver raggiunto il terzo posto contro l’Uruguay solo dopo i rigori e solo dopo essere stati raggiunti ingenuamente sul pari.

 

Vediamo alcuni dati relativi alla sfida con le Furie rosse. Il match è stato per gli uomini di Del Bosque davvero insolito, tanto che hanno tenuto il 52,6% del possesso palla, la più bassa percentuale dal settembre 2010 contro l’Argentina, quando raggiunse il 52,2%. Il possesso degli italiani nel secondo tempo, come fa notare OptaPaolo, ha raggiunto addirittura il 61%. Gli spagnoli, inoltre, sono stati fermati proprio in attacco, dal momento che non sono riusciti a segnare dopo 15 incontri in cui avevano sempre gioito sotto porta. Grandi sofferenze sono state evidenti anche nel reparto arretrato: solo nel primo tempo avevano subito già nove tiri, cioè la metà di quelli incassati nelle tre precedenti gare.

 

Per quanto riguarda, invece, la partita contro l’Uruguay, i protagonisti assoluti sono stati sicuramente Cavani e Buffon. Il centravanti ha realizzato appena il terzo e quarto goal della propria carriera contro l’estremo difensore bianconero. Proprio quest’ultimo, se lo si può ritenere in parte responsabile del pareggio agguantato, è stato di certo fondamentale nei rigori: Buffon, infatti, non aveva fatto oltre una parata ai rigori finali in una competizione internazionale, effettuandone invece ben tre contro i ragazzi di Tabarez.

 

In questa gara, inoltre, meritano di essere segnalati tre nomi. Diamanti, ad esempio, perché la sua rete è giunta col primo tiro effettuato dagli Azzurri nel corso del secondo tempo. Candreva perché nella prima frazione ha sbagliato solo uno dei 47 passaggi totali. E Astori dal momento che con il suo goal diventa il 25° marcatore della gestione Prandelli.

 

Proprio il ct dovrebbe fare attenzione per il futuro ad un dato che, a fine competizione, fa molto riflettere: l’Italia ha concesso agli avversari una media di 17.3 tiri a partita, e solo Tahiti è riuscita a fare peggio (23) in questo torneo.

 

Apriamo, infine, il capitolo relativo ai penalty.  La Nazionale si è trovata di fronte alla lotteria dei rigori per ben 10 volte.  In 4 occasioni (2000, 2006, 2012 e 2013) ha passato il turno; mentre in 6 occasioni (1980, 1990, 1994, 1998, 2008 e 2013) ne è uscita sconfitta.

 

Gli azzurri hanno calciato 52 rigori trasformandone 38. Gli avversari, invece, ne hanno calciati 52 trasformandone 40. Dei 14 errori dal dischetto, 9 tiri (Collovati, Donadoni, Serena, Massaro, Albertini, Maldini, De Rossi, Di Natale, De Sciglio) sono stati parati dal portiere avversario . Quattro sono stati calciati fuori, di cui 3 alti (Baresi, Baggio, Bonucci), uno a lato (Montolivo ) e uno ha centrato la traversa (Di Biagio).

 

Dei 12 errori avversari, 3 tiri sono finiti sulla traversa mente 9 sono stati parati dai nostri portieri (2 Pagliuca, 2 Toldo, 5 Buffon). Zoff ha subito 9 gol su 9 rigori calciati contro, Zenga 4 su 4, Pagliuca 7 su 9, Toldo 1 su 4 e Buffon 20 su 26.

 

Numeri, questi, che in un certo senso possono essere considerati positivamente, anche se, come sempre, l’auspicio di giocatori e tifosi è quello di non dover mai giungere all’incognita rigori.

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