AS Roma,Totti rinnova fino al 2016: “Quella della Roma è l’unica maglia che ho sempre amato”

Dalla sala stampa situata all’interno di Trigoria, il presidente James Pallotta e Francesco Totti  hanno tenuto una conferenza in occasione del rinnovo del contratto del numero 10 giallorosso fino al 2016.

Parla James Pallotta:

“Sono onorato che Francesco resti qui con noi, vorrei alzare i calici per lui e per la Roma, per un futuro radioso”.

Parla Francesco Totti:

“Innanzitutto ringrazio il presidente per questo sospirato contratto, ma alla fine penso che sia quello che volevamo tutti, io e la società. Lo ringrazio tantissimo perché mi dà un’altra possibilità di indossare l’unica maglia per cui o sempre tifato e che ho sempre amato. Ho altri due anni di responsabilità e so che in questi due anni potremo fare grandi cose”.

Francesco Totti, Fonte: Alessandro Losito
Francesco Totti, Fonte: Alessandro Losito

Cosa ne pensi di Del Piero e Moratti?
“Riguardo Moratti mi dispiace che passi la mano, purtroppo nel calcio ci sono periodi bui e hanno cercato di cambiare. Ma Moratti nel calcio rimarrà sempre una persona vera, leale, importante e stimata anche dai non interisti. Quella di Alessandro è stata una scelta personale quella di andare a giocare in Australia, anche se è un altro calcio. E’ stato una bandiera della Juve e non è stato trattato come lo sono stato io alla Roma e questo mi dispiace tantissimo. Per quanto riguarda me, sono strafelice di essere rimasto ad indossare un’unica maglia”.

Cosa ti aspetti dai prossimi tre anni?
“Fare calcoli ora è semplice, a inizio stagione ti sbilanci sempre in positivo e alla fine non ottieni quello che vuoi. Però penso che in questo anno siamo partiti con il piede giusto, abbiamo trovato una quadratura di squadre e un allenatore competente che vuole far giocare bene la squadra e soprattutto rispetto, quello che mancava in questi ultimi periodi. Di questo passo sarà una Roma competitiva nel futuro”.

Qual è la fotografia del tuo passato giallorosso? Quale vorresti scattare in futuro?
“Una foto che ricordo è quella del 17 giugno 2001. La ricordo benissimo, come fosse oggi. Quella che scatterò spero sia ancora più bella”.

La Nazionale?
“La verità è che non ci penso, penso a fare bene con la Roma. Poi da qui a maggio bisogna vedere come starò fisicamente e psicologicamente, ho già ripetuto tantissime volte che la mia maglia azzurra è quella della Roma. Poi è normale che se succedesse qualcosa di improvviso sono a disposizione. E’ un ni”.

Presidente, che tipo di garanzie può dare ai tifosi riguardo la società?
“Ho la fortuna e il privilegio di essere presidente della Roma soltanto da luglio scorso, ho detto che avevamo un programma quinquennale e anche oltre, ma ho anche aggiunto che sarei rimasto deluso se non fossimo stati competitivi prima di allora. Se consideriamo il periodo partendo dallo scorso anno direi che ci sono stati diversi cambiamenti positivi: in primo luogo, quando ho incontrato l’allenatore Rudi Garcia a New York, la prima domanda che gli ho fatto è quel tipo di rapporto avesse con la squadra. Mi ha risposto che lui ama la propria squadra e i calciatori. Abbiamo notato un cambiamento significativo anche durante la tournée americana, almeno per quanto riguarda la mia presidenza. Si notata un particolare rapporto tra i calciatori, un’unità di intenti, lo stesso Francesco sembrava un ragazzino. Due sono stati i momenti significativi di questa stagione fin qui: il primo quando ha segnato daniele (De Rossi, ndr) dall’esultanza sembrava che avessimo vinto la Champions League, tutti sono impazziti di gioia per il suo gol. Questa è la dimostrazione dell’unità e della compattezza di questo gruppo. Un altro esempio è quello dell’ultima partita, quando a risultato già acquisito un nostro calciatore ha subito un duro fallo e tutta la squadra guidata da Kevin (Strootman, ndr) ha trasmesso questo messaggio, e cioè che se si fa un torto o qualcosa di scorretto a un calciatore della Roma lo si fa a tutti. Ecco, adesso si inizia a vedere quello che stiamo costruendo e che vedremo da qui in avanti”.

Francesco, come finisce il derby domenica? Silvio Piola è più vicino?
“La partita di domenica è differente da tutte le altre, la vivi e la affronti diversamente, perciò dare un risultato prima non è da me. Riguardo Piola sinceramente non ci penso, il mio obiettivo è fare bene e vincere con la Roma. Se poi dovessi prendere Piola ben venga, ma i miei obiettivi sono altri”.

Presidente, lei e i suoi soci siete contenti di come il vostro approccio ha cambiato la struttura della Roma? L’arrivo di capitali esteri, come quello dell’Inter, può penalizzarvi o facilitarvi?
“Sono sicuramente soddisfatto di ciò che abbiamo raggiunto negli ultimi tre, quattro mesi. Ci rendiamo conto che questo è un processo in fieri, ci troviamo nel mezzo di questo processo e procediamo spediti. Per quanto riguarda gli investitori stranieri nella Serie A, si sta verificando ciò che è già accaduto in Premiere League e in Francia con club quali il Paris Saint German. Credo che questa tendenza continuerà anche per il futuro, la speranza è che la nostra presenza nella Roma possa ottenere risultati positivi e anche che quella di altri investitori stranieri possa avere effetti positivi. Lo ritengo positivo per la Serie A ed il calcio in generale, anche se qualcuno potrebbe non essere d’accordo”.

Totti, ha usato il termine “sospirato” per il contratto. Solo una battuta?
“Solamente una battuta per iniziare il discorso. Già si sapeva tutto”.

Interviene James Pallotta nella domanda:
“C’è da dire che noi abbiamo messo in chiaro che Francesco non sarebbe andato da nessun’altra parte, è assolutamente fuori discussione. I tempi più lunghi sono derivati dal fatto che in questo tempo non abbiamo lavorato solo al contratto di Francesco. Non avevamo alcun dubbio che il contratto sarebbe stato pronto entro settembre, ma abbiamo lavorato per tutta la squadra e Francesco che ne è il leader potrà concordare con ciò che sto dicendo, e cioè che abbiamo lavorato molto per la campagna acquisti, abbiamo preso un nuovo allenatore  e quindi siamo stati impegnati su più fronti. Non abbiamo voluto tirarla alla lunga per qualche motivo particolare, dal primo giorno ci siamo accorti che Francesco era il leader della squadra e continuerà ad esserlo. Abbiamo fatto qualche battuta ma Francesco resterà qui per sempre”.

Francesco, il carattere di questa Roma può aiutare voi romani e romanisti a giocarlo con meno pressione?
“Fortunatamente ci sono solo tre romani in squadra, così gli altri non lo soffrono come lo soffriamo noi. Ci sono giocatori di grande esperienza come De Sanctis, Maicon e Strootman, loro di derby ne ahnno giocati tantissimi e sanno come viverla e come affrontarla. Non sta a noi dirgli che la partita è differente da tutte le altre, però è normale che noi la sentiamo di più perché siamo cresciuti qui in questa squadra e con questa maglia, penso che sia anche normale. Alla fine l’unica cosa che conta è vincere, poi purtroppo il campo non è sempre dalla stessa parte”.

 

fonte: vocegiallorossa.it

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