Calcioscommesse, Conte: “Se avessi saputo qualcosa avrei staccato la testa ai miei giocatori”

Ascoltato in una caserma dei carabinieri di Monopoli, riguardo il filone barese del calcioscommesse, lo scorso 6 settembre, Antonio Conte ha risposto al procuratore di Bari Antonio Laudati, ai sostituti Ciro Angelillis e Giuseppe Dentamaro, al colonnello Francesco Rizzo e al maggiore Riccardo Barbera, col suo caratteristico furore.

Fonte immagine: Danilo Rossetti
Fonte immagine: Danilo Rossetti

Io sono un allenatore che non è amico dei calciatori. Lo faccio per gestire al meglio la squadra. Per questo motivo si crea distanza tra me e i calciatori. Sono uno molto esigente, uno che chiede tanto in allenamento, uno che non le manda a dire, nel senso che ogni anno metto in preventivo il fatto di dovere litigare con due, tre giocatori“.

Alla domanda di Laudati: “Le dico alcuni particolari che sono da film. Cioè, rispetto alla situazione che le mi ha descritto, cioè controllo della squadra, ruolo, attività, cioè questa cosa che io le dico che le sembra?”.

Conte ha così risposto: “Che mi sembra? Che è una vergogna! Che è una vergogna! Chiariamo, e ribadisco un concetto, il campo è una cosa, fuori è l’altra. Perché se io avessi saputo una cosa del genere, ad uno gli staccavo la testa“.

Laudati: “Non si è accorto nulla neanche dopo quello che è successo?”.

Conte: “Come fa l’allenatore a vedere questo tipo di situazione? Come fa? Così come dico, come fa un allenatore a sapere che dietro ci sta un movimento, che mi sta dicendo lei, di soldi? Come fa? Come fa? Se dietro una partita del genere c’è un accordo in denaro così importante a me viene da piangere, mi viene da piangere a sapere che ci stanno dei soldi dietro”.

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