Cannavaro, dichiarazione d’amore: “Napoli, volevo essere il tuo Totti”

Fabio Cannavaro ha lasciato i campi da gioco già da diversi mesi, ma è subito tornato sulla scena. E’ tornato per parlare di quello che avrebbe voluto essere, di un sogno romantico conservato nel cuore per tanto tempo e mai realizzato. Un desiderio che però sentiva di dover dichiarare e far conoscere.
“Il rimpianto più grande è non essere stato per il Napoli quello che Maldini e Totti sono stati per Milan e Roma – ha affermato l’ex capitano della nazionale –. Si, speravo e sognavo di diventare una bandiera di questa squadra, del mio Napoli. Anche se ho giocato in altre squadre mi sarebbe piaciuto tornare, ma soprattutto diventare un giocatore di riferimento per la squadra della mia città”.
Il ricordo che Fabio ha lasciato di sè a Napoli non è invero dei migliori: il passaggio alla Juventus, mai digerito dai partenopei, chiuse anzitempo il rapporto tra lo scugnizzo e la sua città, e lo macchiò di alto tradimento. Un ritorno all’ombra del Vesuvio dopo aver vinto il Mondiale ed il Pallone d’oro sarebbe stato sicuramente motivo d’orgoglio per il quartiere di Fuorigrotta, ma alcuni tifosi non sarebbero mai riusciti a far finta di niente: in passato non hanno esitato a fischiare il “Muro di Berlino” anche di fronte al fratello Paolo, in qualche Juve-Napoli. Fabio, che alla sua città ci teneva comunque, eccome, aveva tuttavia provato ed insistito a lungo con il Presidente De Laurentiis per essere nuovamente ingaggiato dagli azzurri, ma sia nel 2009, sia nel 2010, la risposta rifilata al campione del mondo era sempre stata un secco “No”. D’altro canto, oltre a non rientrare nei piani della società, il Fabio giocatore non era nemmeno più apprezzato come tale, e la disastrosa esperienza in Sudafrica, che tutt’oggi brucia dentro, aveva sancito forse definitivamente il declino della sua figura.
No, Fabio Cannavaro non potrà mai essere ricordato come un simbolo del Napoli. E’ tuttavia un onore che può concedere al fratello, al quale non è riuscito a far ereditare la tanto agognata maglia della nazionale. Del resto, lo stesso Paolo Cannavaro aveva dichiarato in tempi non sospetti di voler diventare la bandiera della sua squadra del cuore. Se ci riuscirà, Fabio gioirà come se avesse realizzato ugualmente il proprio sogno. Il nome “Cannavaro” può fare ancora storia.

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