Conte: “C’è chi mette le mani avanti. Il Napoli…”

E’ un Antonio Conte senza peli sulla lingua. Il tecnico della Juventus (che oggi compie 44 anni) ha rilasciato un‘intervista esclusiva all’edizione cartacea de “la Gazzetta dello Sport” (disponibile, nel momento in cui si scrive, alcune parti sul sito gazzetta.it) in cui si toglie numerosi sassolini dalla scarpa.

Antonio Conte
Antonio Conte Fonte: Davide Denti

Conte Parla delle dichiarazioni di Guardiola, dell’Inter del Triplete, di Napoli e della polemica sullo stadio in cui si giocherà la SuperCoppa Italiana. Oltre che, ovviamente, della Juventus. Ecco quanto ha sostenuto l’ex mister del Bari all’inviato del quotidiano “rosa:

Conte parla della Juventus

Conte, manca meno di un mese all’inizio del campionato. Qual è la situazione?

«Stanno cambiando i valori delle squadre, si stanno potenziando le nostre rivali. Sarà un campionato molto aperto. Juve, Milan e Inter per tradizione e storia devono avere l’ambizione di provare a vincere. Il Napoli ha speso 75-80 milioni e si è rinforzato con Benitez che è un grandissimo allenatore e ha vinto tutto. La Fiorentina ha legittime ambizioni di primato: non ha solo Gomez ma anche Rossi, che qualcuno forse sottovaluta. La Lazio ha ampliato l’organico ed è tosta, quadrata tatticamente. La Roma, infine, proverà a investire bene i soldi ricavati da Marquinhos: a proposito, complimenti. È stata una grande operazione».

Buffon ha paura di un «umano appagamento». Lei?

«Mi fanno piacere le sue parole, sono i vecchi che devono dare l’esempio. La paura dell’appagamento dovrà accompagnarci tutto l’anno e tenerci svegli. La pancia piena è un rischio, ma la ricerca della vittoria deve essere il nostro unico pensiero. Non ci sono alibi per nessuno. E io dovrò essere bravo a mandare i messaggi giusti ai giocatori, come feci due anni fa aprendo questo ciclo».

E’ soddisfatto del lavoro svolto finora?

«Molto. Il primo gruppo, quello senza nazionali, si è presentato a Chatillon già in buone condizioni: è stata l’ennesima conferma della professionalità di questi ragazzi. Sono impressionato dai nuovi acquisti, ma mi aspetto tanto dal gruppo storico».

Com’è Tevez?

«Straordinario. Un grande professionista, una persona splendida e disponibile. Lavora in modo eccezionale, adesso ovviamente ha le gambe imballate».

E Llorente?

«Un atleta modello. Ha la mentalità giusta, è un piacere vederlo mentre si allena».

E’ risolta la crisi tra lei è la società?

«Non c’è stata nessuna crisi. Tra me e Andrea Agnelli c’è un rapporto limpido fatto anche di confronti onesti e leali per il bene della Juve. Noi vogliamo crescere, che non significa vincere: l’Inter vinse il Triplete ma non costruì nulla in quella stagione. Io sono sicuro che in questa stagione continueremo a crescere. Stiamo raggiungendo anche un equilibrio economico importante che in futuro ci consentirà di aprire il portafogli: adesso questa disponibilità non c’è, noi continuiamo a spendere meno dei nostri avversari».

Sta studiando da tecnico-manager?

«Io voglio essere parte integrante del club, chiedo che mi venga mostrato tutto. Voglio sapere dove andiamo e dove potremmo andare».

Questa è una Juve più forte delle precedenti?

«Spero di sì. Abbiamo cercato di capire come migliorarla. Avevamo bisogno di alzare la competizione interna e con gli arrivi di Ogbonna, Tevez, Llorente e l’esplosione di Pogba l’obiettivo è stato centrato».

La competizione interna può essere a volte un problema?

«Non ci sono gerarchie, i giocatori lo sanno. E sanno che non ho simpatie o antipatie: anzi sì, mi è simpatico chi mi fa vincere e antipatico chi mi fa perdere. Comunque sono tutti nazionali: mi ringrazieranno se nell’anno del Mondiale a volte potranno riposare. Sanno che non si può giocare sempre».

Cambierà qualcosa dal punto di vista tattico per evitare che la Juve diventi prevedibile?

«I principi di gioco sono immutabili: possesso, alta intensità, coralità di manovra, organizzazione, aggressività ed equilibrio. Poi i moduli possono cambiare. Ma il 3-5-2 è il vestito adatto per questa squadra, esalta le caratteristiche dei giocatori. Ed è un luogo comune dire che con la difesa a tre non si può vincere in Europa. Per il 433, comunque, mi mancano delle pedine sulle fasce. In ogni caso, a prescindere dai moduli, l’organizzazione può aiutare a colmare le lacune».

Perché insiste con gli allenamenti a porte chiuse in ritiro?

«Perché quando devo spiegare certe cose importanti ai nuovi acquisti ho bisogno che non ci siano rumore e distrazioni. Però sono consapevole delle esigenze dei tifosi e cerco sempre di trovare una soluzione ».

Arriverà ancora qualcuno?

«Vedremo. Ho parlato con la società, ma non vi dico cosa ho detto. So che sono necessarie le uscite per fare le entrate: il sacrificio di Giaccherini mi è costato tanto, per adesso non abbiamo venduto altri giocatori ma sappiamo come muoverci. Questo è il nostro anno zero».

In che senso?

«Sarà il più difficile in assoluto. Finora abbiamo vinto due scudetti rimettendo i conti a posto: un lavoro grandissimo. Presto anche noi potremo spendere. Però è giusto sottolineare certe cose. Da quando ci sono io il gap tra entrate e uscite è stato molto contenuto. L’anno del primo scudetto otto titolari arrivavano da due settimi posti. Vidal fu pagato 9 milioni, la stessa estate Inler fu pagato 18 milioni dal Napoli. Non mi piace sentire fesserie di chi afferma che spendiamo tanto».

Conte parla delle avversarie

Si riferisce a qualcuno (Mazzarri ndr) in particolare che ha parlato di recente?

«Mi riferisco a chi dà fiato alle trombe per mettere le mani avanti e coprire i propri fallimenti ».

E in Europa il distacco dalle big cresce o diminuisce? Guardiola dice che la Juve ha tanti soldi.

«Guardiola deve essere rimasto ai tempi del Brescia. E in effetti lui è andato in un club che ha pochi soldi, no…? Meglio che ciascuno guardi in casa propria. Rispetto alle big europee noi stiamo rincorrendo e speriamo di raggiungerle. Comunque quando arrivai alla Juve il piano era di lottare per lo scudetto al terzo anno. Siamo abbastanza avanti».

Il calendario della Serie A con un avvio in salita e la Supercoppa a Roma sono cose che la fanno arrabbiare?

«Da regolamento la Supercoppa avremmo dovuto giocarla in casa, invece la giocheremo in trasferta. Leggo che la Lazio ha molta voglia di vincere: giusto così. È chiaro che sarà favorita».

Il contratto di Conte ed il rapporto della Juventus con il Palazzo

In generale, la Juve è tornata a essere antipatica anche al Palazzo?

«Dovrebbe essere simpatica per come gioca e per quello che fa. Due anni fa dimostrammo che non sempre vince il favorito o quello che è più forte per valori tecnici. C’erano il Milan di Ibrahimovic e Thiago Silva, l’Inter che un anno prima aveva fatto il triplete, ilNapoli del trio meraviglia Cavani-Lavezzi-Hamsik. Ma vincemmo noi».

Il suo contratto scade nel 2015. Si aspetta un prolungamento?

«No, non voglio un nuovo contratto. Io qui mi sento a casa e finché avrò entusiasmo, passione e stimoli andrò avanti con la Juve».

Antonio, buon compleanno: come festeggerà?

«In campo. E poi spero che i giocatori mi portino a cena: qui pago sempre io…».

 

Insomma, Conte sembra subito voler metter pressione agli avversari. Del resto, la sua Juventus è la squadra da battere in Campionato. Anche se quelle parole sul contratto potrebbero incutere timore ai tifosi bianconeri. Del resto, una Juventus senza Conte al timone, oggi, è difficile da immaginare perché, almeno fino ad oggi, il binomio Conte-Juventus si è dimostrato vincente su tutta la linea (del resto, Conte ha vinto il suo primo Scudetto non da favorito).

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Raffaele Zanfardino

Direttore responsabile della testata.

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