Da Romagnoli a Perrotta: Roma-Genoa è carica di significati

Tra Simone Perrotta e Alessio Romagnoli di acqua sotto i ponti ne è passata. Tra i due – rispettivamente classe ’77 e ’95 – intercorrono ben 18 anni, eppure ieri, in quel dell’Olimpico, il primo è risultato decisivo ai fini del vantaggio giallorosso, il secondo – ancora una volta – ha messo al sicuro il risultato.

Fonte: Presidenza della Repubblica
Fonte: Presidenza della Repubblica

ESORDIO DA SOGNO – Il nome di Alessio Romagnoli, in casa Roma, era già noto da tempo. E non solo a tecnici e magazzinieri, ma anche a prima squadra e tifosi. Il giovane difensore, appena diciottenne, è lanciato al grande calcio da Zdenek Zeman (titolare in Coppa Italia contro l’Atalanta): poi, col Genoa, la grande occasione. Out Marquinhos, il giovane di Anzio prova a prender le redini della difesa e lo fa con entusiasmo e timidezza. Mai avrebbe immaginato di segnare all’esordio, eppure – da un angolo battuto da un certo Francesco Totti – beffa Frey andando per la prima volta in gol. L’esordio da sogno, insomma. Presagio, si spera, per una carriera all’altezza delle aspettative.

PROFESSIONALITÀ – Quello di Perrotta è il secondo gol in campionato, il 49esimo con la maglia della Roma. Per l’ex campione del mondo – fisso in panchina nella gestione Luis Enrique – il gol a Siena e quello di ieri col Genoa sanno di rivincita, quasi di rinascita. Perno della Roma dal 2004 il numero 20 ex Chievo si era fatto baluardo del gioco-spettacolo impostato da Spalletti, guadagnandosi un posto da titolare nel Mondiale di Germania e nella Roma prima di Ranieri, poi di Montella. Quindi il calo di condizione e l’ultimo gol in giallorosso, messo a segno nell’ultima, triste notte europea della Roma nell’1-1 con lo Slovan Bratislava ai play-off d’Europa League. Senatore, con Totti, De Rossi e Taddei, il destino di Perrotta sembrava destinato al ritiro, poi, le presenze con Zeman e Andreazzoli, lo hanno riconsegnato ai numeri del grande calcio. Simone Perrotta, di smettere, proprio non ne vuol sapere. La voglia di correre, sul campo, sembra anzi non finire mai. Applausi.

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