Dalla RAI a Facebook: come è cambiato il calcio italiano in diretta

E’ di oggi la notizia che dalla prossima stagione gli scenari del calcio in diretta potrebbero cambiare radicalmente, più di quanto non sia già successo negli anni scorsi. Stando alle parole del numero uno della Serie A, Maurizio Beretta, dall’anno prossimo le partite del nostro campionato verranno trasmesse tramite nuove tecnologie mai (o solo in qualità di esperimento) utilizzate prima.

Il logo di Facebook
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Il presidente ha affermato: Andremo sul mercato aprendo alle nuove tecnologie la fruizione del nostro calcio“. Per nuove tecnologie si intende ovviamente Internet. Non si può parlare di assoluta novità visto che al giorno d’oggi c’è una piccola percentuale di persone che già guardano le partite sul web, si tratta degli abbonati alle pay-TV come Sky e Mediaset che usufruiscono dei servizi ‘on-demand’ nel loro abbonamento, una modalità comodissima di guardare la Serie A sui propri PC portatili, tablet e cellulari (d’ultima generazione). Ma l’apertura di cui parla Beretta non si limita alle due maggiori industrie televisive italiane in quanto a calcio italiano (la Rai, col passare degli anni, assume sempre meno importanza in tal senso, ed è un dato di fatto), si estende infatti a canali mai esplorati prima o, come abbiamo già detto, soltanto per semplici esperimenti. Era il novembre del 2011 quando, per motivi di ordine pubblico, la partita di Coppa Italia tra Genoa e Bari fu spostata dal pomeriggio alla sera. Decisione non presa bene dall’emittente La7 (proprietaria dei diritti), che non trasmise la partita nell’orario ‘posticipato’ perché era prevista una puntata di Piazza Pulita, trasmissione avente l’assoluta precedenza rispetto alla gara di Coppa Italia. Cosa fare quindi? Semplice, trasmetterla sul social network più utilizzato d’Italia: Facebook, sulla pagina ufficiale della Lega Serie A. Esperimento perfettamente riuscito. Al social network della grande F, la Lega ha anche affidato altre esclusive, come la presentazione del pallone ufficiale o il varo dei calendari del massimo campionato. Stando anche alle parole di Bogarelli (presidente di Infront Italy) ci sono in ballo anche Google e Apple. Google è la proprietaria del sito di video più visitato al Mondo, YouTube; mentre la Apple detiene, tra le altre cose, una TV di sua proprietà.

Insomma sono lontani i tempi della primissima partita in diretta della storia: correva l’anno 1950, il mese era febbraio e la RAI trasmise per la prima volta in assoluto una partita di calcio italiano: si trattava di Juventus-Milan, vinta dai rossoneri per 1-7 (per la cronaca il campionato fu comunque vinto dalla Juventus). Soltanto i pochi fortunati possessori di una televisione poterono godersi lo spettacolo, mentre i passanti infreddoliti che non avevano grosse disponibilità economiche si limitarono a guardarla dalle vetrine dei negozi che esponevano i primi modelli di apparecchi arrivati nella nostra penisola. La stessa azienda torinese ha poi iniziato, dal 1954, a trasmettere anche le gare della Nazionale, il cui primo match mostrato per intero fu quello di qualificazione ai Mondiali contro l’Egitto, vinto dall’Italia per 5-1, direttamente da San Siro, Milano. Pian piano, alla fine degli anni ’90 il calcio è entrato in mano alle TV private: come non ricordare le mitiche Tele+ e Stream, poi unitesi nel 2003 dando vita a Sky. Solo 11 anni fa Sky sembrava il massimo che la tecnologia potesse offrire. Ora come ora, la TV di Murdoch è indubbiamente al passo coi tempi grazie ai tanti contenuti multimediali offerti, ma con il fenomeno sempre più in espansione di Internet potrebbe perdere quella esclusività che aveva assunto col passare degli anni (già minata nel 2005 con l’avvento di Mediaset Premium che iniziò a trasmettere partite ai propri abbonati e, almeno in principio, a prezzi competitivi). Secondo le previsioni degli esperti, col passare degli anni sempre più utenti abbandoneranno la televisione e l’antiestetica parabola per passare ai contenuti offerti sul web, che richiedono semplicemente una connessione Internet (già presente in buona parte delle famiglie italiane). Insomma, Murdoch e company (così come Mediaset) dovranno guardare, a partire da oggi, con ancora più attenzione al fenomeno Internet, se non vogliono perdere clientela, ora più che mai con l’imbarazzo della scelta sul mezzo da utilizzare per vedere la propria squadra del cuore giocare. A tutto ciò si aggiunge l’altra apertura della Lega di cui si è discusso in mattinata: quello di spalmare ulteriormente le gare di campionato, iniziando dal venerdì (per le squadre che giocano le Coppe) per finire al lunedì senza dimenticare la probabile aggiunta di un anticipo di sabato alle 15, che rappresenta un’apertura verso nuovi mercati come quello Orientale (l’arrivo di Thohir, la Supercoppa in Cina sono fatti non ignorabili). Ottima tattica delle Pay TV per massimizzare i ricavi e offrire un servizio che non abbia alcun buco nella programmazione settimanale (lunedì posticipi, martedì e mercoledì Champions, giovedì Europa League, venerdì anticipi, poi week-end di ordinaria amministrazione in cui si concentrano più partite in assoluto).

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Edoardo Ciotola

21enne che continua imperterrito a parlare di 'farsi i viaggi' e che sogna di diventare giornalista sportivo di professione. Metà napoletano e metà spagnolo (d'adozione). Cresciuto a pane e Fabri Fibra, ama il calcio (la fede è quella interista) e ascolta qualsiasi tipo di musica. Insomma, non ha le idee propriamente chiare, ma è talmente orgoglioso da essere capace di farne addirittura un vanto. In fin dei conti però una cosa è certa: la sua anima è unita, tramite punti di sutura, alla scrittura e alla comunicazione, di qualsiasi forma esse siano.

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