Conte: “Mi è piaciuto l’approccio”. Buffon: “Il più forte deve avere qualità in campo e fuori”

Dopo la vittoria per 2-0 ai danni del Livorno, l’allenatore e il capitano della Juventus, rispettivamente Antonio Conte e Gigi Buffon rispondono ai microfoni di Sky. Queste le parole.

Gianluigi Buffon Foto di  Валерий Дудуш - Wikipedia
Gianluigi Buffon
Foto di Валерий Дудуш – Wikipedia

Antonio Conte: “Stiamo facendo qualcosa di importante. E’ interessante il nostro ruolino di marcia: 34 punti e siamo solo alla tredicesima giornata. Stiamo mettendo mattoni per qualcosa di importante che ci auguriamo arrivi alla fine del campionato, ma anche Roma e Napoli viaggiano a ritmi vertiginosi. Oggi la squadra mi è piaciuta, mi è piaciuto l’approccio: un minimo di superficialità sarebbe potuta entrare nella testa dei calciatori, ma siamo stati concentrati e bravi sulla distanza, ottenendo un’importante vittoria. Per noi partita difficile quando incontriamo una squadra che difende con dieci giocatori. Emeghara poteva crearci difficoltà perché è veloce. Nel primo tempo non c’erano movimenti che poi sono stati fatti nel secondo, infatti siamo riusciti ad allargare le maglie difensive del Livorno e a trovare i gol con Llorente e Tevez. Per quanto riguarda Vidal: è un grande giocatore, lo metto dietro per far giocare tutti i centrocampisti, come tutti vorrebbero. Ho parlato con Luci (ndr. il capitano del Livorno), siamo tutti papà e sappiamo l’amore che proviamo per i figli. Sono vicino a lui e lo conosco perché quando giocavo, lui era alla primavera della Juventus. E’ bravo tecnicamente e tatticamente ed ha un grande cuore. Auguro il meglio a lui e alla famiglia. Riguardo la Champions, la percentuale di superare il turno sta a noi, dipende tutto da noi e non da altre squadre, cosa che sarebbe più spiacevole. Se saremo bravi, andremo avanti; altrimenti dovremo migliorare e ci riproveremo. La squadra vuole continuare questa esperienza in Europa”.

Gigi Buffon, che ha festeggiato oggi le cinquecento partite in Serie A, ricorda l’esordio a Parma contro il Milan: “E’ stato il primo mattoncino, ora ne abbiamo messi 499, più i 37 della serie B a cui sono molto legato. Le parate che ho fatto in quel match sono state sicuramente coraggiose, figlie del non aver nulla da perdere. Allora non avevo quello che ho conquistato ora, col tempo tendi a difendere quello che hai guadagnato sul campo. Ora le nuove regole non aiutano in questo senso: facendo un’uscita bassa rischi rigore e espulsione e il gioco non vale la candela. Quando ho cominciato la carriera, l’unico mia motivazione è stata quella di mostrare al mondo calcistico che c’ero e volevo esserci da protagonista, non da meteora. Per arrivare a questo traguardo aiutano le qualità, ma anche la vita fuori dal campo, la testa. Per quanto riguarda il sentirsi più forte, devo dimostrarlo continuamente,perché c’è il nuovo che avanza, ci sono tanti portieri stranieri. Mi sento più forte perché ho acquisito più certezze rispetto a quando ero ragazzo. Bisogna fare belle prestazioni e mostrare sempre il meglio. Non ti puoi concedere il lusso di toppare una partita. Sicuramente la mia carriera andrà avanti, molto è stato fatto, qualcosina manca ad fare, spero che ci sarà lo spazio per qualche altro trofeo e se non sarà personale, sarò comunque contento. Rispetto a quando ero ragazzo e mi sono affacciato per la prima volta in Serie A, sono meno spavaldo. Ma quella pazzia che mi ha permesso di essere quello che sono stato, in certi momenti mi accompagna e funziona ancora”.

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