“Era in principio Francesco Totti”. Sono 300 in carriera, e non mancano le lacrime

In principio era Francesco Totti. Ripercorrere di volta in volta carriera, reti, colpi, meriti  e magie di un uomo divenuto sinonimo di Roma e della Roma è ormai, per noi giornalisti, quasi una noia, una consuetudine. Eppure ieri, sotto le note di Grazie Roma, il talento di Porta Metronia ha sorpreso ancora. O meglio, Cristian e Chanel han sorpreso lui, pronto a viversi sì la sua festa – l’ennesima -, ma colto nell’intimo dall’abbraccio dei suoi figli, in campo, ancora una volta, per rendergli omaggio come qualsiasi tifoso avrebbe voluto e vorrebbe fare da tempo.

Fonte: Danilo Rossetti
Fonte: Danilo Rossetti

Per il Capitano della Roma – come è ormai noto – quello al Genoa è il 225esimo gol in Serie A, il suo 280esimo con la maglia della Roma e il suo 300esimo da professionista, se si voglion prendere in considerazione le reti con la Nazionale. I numeri e i gol rappresentano, per Totti, i suoi migliori amici. Perché con il gol il colpo di fulmine c’è stato subito: sin da quel sinistro al Foggia di Zeman, nel settembre del ’94, che sancì la sua prima, importante consacrazione. Al di la dei numeri – troppi dovremmo ancora elencarne – ieri, della leggenda, si è riscoperto il volto umano. Di occasioni per commuoversi, Francesco, ne ha avute molte, lo Scudetto e il Mondiale in primis. Eppure ieri, a 36 anni, il Campione torna bambino, sfogando la sua felicità, la sua commozione e il suo entusiasmo per un record che nel calcio di oggi scioglie il cuore, se battuto dall’ultima delle bandiere, dall’ultimo dei baluardi di un calcio che sta per estinguersi o che forse già si è spento. Lo sport, spesso, è emozione. Specie nel calcio, dove l’adrenalina, l’euforia e l’entusiasmo sono, con i giocatori, i principali protagonisti in campo. Ieri, Francesco, si è perso nell’incredulità della consapevolezza. La consapevolezza di essersi fatto bandiera di un calcio pulito, di classe, di fantasia. Di un calcio che vorremmo non finisse mai. Per ora, a non finir mai, è lui, l’ultimo dei numeri dieci. Un classe ’76 che ancora corre, scalcia e si fa leader con sacrificio e genialità per i colori che tifava da ragazzino. In principio era ed è Francesco Totti: campione, bandiera, uomo.

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