ESCLUSIVA SM – Andrea Pensabene: “Ottimo il lavoro fatto con l’Equipe Sicilia ma stiamo penalizzando il nostro prodotto”

Nel progetto dell’Equipe Sicilia che si sta chiudendo in quel di Palermo, uno dei protagonisti è senza dubbio l’allenatore a cui è stata affidata la rosa, il mister Andrea Pensabene. Pensabene, classe ’58 con un lungo passato tra squadre di Lega Pro e Serie D, ha fatto un bilancio su queste settimane di ritiro.

Fonte: Equipe Sicilia
Fonte: Equipe Sicilia

Ecco le parole del mister: “Il bilancio di questa annata è positivo, c’è stata tanta attenzione mediatica su di noi. Abbiamo fatto tre amichevole importanti ed un buon lavoro, i consensi positivi raccolti sono tanti. Alcuni ragazzi sono stati attenzionati, il nostro obiettivo è far trovare la squadra al maggior numero possibile di ragazzi. Nelle tre partite con Trapani, Catania e Leonfortese non abbiamo sfigurato. Il Trapani è una grande realtà ed una grande squadra, con noi hanno giocato le seconde linee ma sarà una squadra che farà bene visto che ha una società solida alle spalle. Il Catania, invece, pagherà per quanto successo ma ha al suo interno persone competenti per risalire. Contro il Palermo lo spirito sarà di continuare a fare bene per onorare la prestazione, ai ragazzi serve il ritmo partita per trovare la squadra. Se non sei pronto rischi di farti male. Cercheremo di chiudere il progetto nel migliore dei modi. 

Da allenatore con tanta gavetta ed esperienza, Andrea Pensabene ha voluto “criticare” le società che preferiscono affidare le panchine a giovani allenatori: “Da veterano per le mie esperienze, gli allenatori giovani sono delle incognite. Per acquisire un esperienza servono anni di lavoro perchè puoi avere grandi idee ma serve applicarlo sul campo: Legrottaglie, ad esempio ha un grande passato solo il tempo dirà cosa riuscirà a fare anche se alcuni giovani allenatori come Inzaghi o Stramaccioni sono stati bruciati affidandogli da subito squadre importanti. L’esperienze vanno vissute, l’allenatore ha bisogno di fare un tirocinio: poi se hai in mano una Ferrari le cose vanno da sole ma non c’è la mano dell’allenatore. Queste cose non si vedono più, giocano tutti dietro la linea della palla e cercano di ripartire. Allenando l’Equipe hai giocatori di varie serie, devi cercare di fare un lavoro omogeneo con i grandi che riescono a trascinare i più giovani e i meno esperti“.

Infine, spazio al futuro del calcio italiano ancora in piena crisi: “Oggi come allenatore più esperto preferisco aspettare, se avessi voluto mi sarei potuto avventurare ma in squadre senza un progetto vero e proprio. Oggi vedo miei collegi bravi che sono al palo perchè ci sono alcuni allenatori che, pur di allenare, si vendono per pochi soldi: ecco cosa sta accadendo con la crisi del calcio, siamo allo sbando. Ci sono squadre con grandi potenziali che affidano le rose a pseudo allenatori. Non c’è una ricetta per far ripartire il tutto, oggi c’è chi fa il calcio senza guardare il fattore economico nonostante servano grandi fideiussioni: ormai possono andare avanti solo i grandi imprenditori, in Lega Pro ormai ci sono squadre fatte da ragazzini, il livello si sta abbassando tranne nelle grandi piazze come Benevento che investono. Ci sono troppi stranieri, stiamo penalizzando il nostro prodotto“.

 

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