Il Pagellone del Napoli 2011/2012: Cavani il valore aggiunto, Bigon bocciato

Una stagione di crescita quella appena terminata dal Napoli: quinto posto in campionato, ottavi di Champions e vittoria della Coppa Italia. Tuttavia resta il rammarico per i troppi punti persi in campionato. Andiamo a dare i voti alla stagione degli azzurri:

Fonte: Danilo Rossetti

Società 7: Dalla C alla vittoria della Coppa Italia in soli 7 anni. Il Napoli, inoltre, gioca una Champions League ad alti livelli superando “il girone della morte”. Una crescita esponenziale quella della società partenopea: una delle poche in Italia ad avere il bilancio in attivo nel pieno rispetto del fair play finanziaro. Vincere un trofeo dopo 25 anni è il giusto premio ad una società che in questi anni ha fatto tanto: la sensazione è che a Napoli si è aperto un ciclo.
 
DIFESA

De Sanctis 5.5: Il voto rappresenta la sintesi perfetta tra l’ottima prima parte di stagione e il finale deludente. Autore di una grande champions, dove spicca il rigore parato a Gomez nel girone, nella seconda parte dell’annata si eclissa, mostrando diverse insicurezze.
Aronica 6: Probabilmente il migliore del reparto. In champions gioca partite da veterano, come se quel contesto fosse il suo habitat naturale. Sempre ordinato e attento in difesa. Non gli si poteva chiedere di più.
Cannavaro P. 5.5: Dopo la strepitosa stagione passata era difficile ripetersi. Il capitano guida la difesa ma non è il mastino dell’anno scorso. Compie diverse sbavature e disattenzioni, come in occasione della partita casalinga col Chelsea, quando concede il pallone del momentaneo vantaggio blues a Mata.
Campagnaro 5.5: Vedi Cannavaro. Forse un pò meno distratto rispetto al capitano. Le sue prestazioni non reggono il confronto con quelle dell’annata precedente. Probabilmente paga una condizione psico-fisica non ottimale.
Fernandez 5.5: Il ragazzo si farà. Lascia intravedere delle qualità, peccato abbia poco spazio. Nel finale però, si rende protagonista di alcune buone prestazioni. Intanto infila nel curriculum una doppietta all’Allianz, ai danni dei futuri vice-campioni d’Europa.
Fideleff 4: Chi? Gioca pochissimo. All’esordio contro il Chievo disputa un’ora di gioco di alto livello, poi, il suo errore regala il goal a Moscardelli. Dopo, il vuoto. L’allenatore non gli da quasi mai fiducia e così il sosia di Forlan finisce nel dimenticatoio.
Britos 5: L’uruguaiano delude le attese. Le prestazioni offerte non valgono i milioni spesi per acquistarlo. Complice anche l’infortunio patito in estate, che lo costringe a saltare tutta la prima parte di stagione, non entra mai in condizione. Spaesato, sembra un pesce fuor d’acqua.
Grava 6.5: Voto alla carriera. Il gladiatore casertano nell’ultima annata in maglia azzurra, offre un paio di performance di buon livello. Forse meritava maggiore considerazione. Si ritira dal calcio giocato, entrando di diritto nella storia del calcio Napoli come uno dei protagonisti della rinascita.


Fonte: Danilo Rossetti
CENTROCAMPO

Maggio 7: Fondamentale per la manovra offensiva della squadra. Quando non c’è, si vede (senza lui sono arrivate 3 sconfitte consecutive). In fase realizzativa sfortunato sia in campionato che in Champions.
Gargano 7: Torna al gol, corre sempre e non si stanca mai. Lui è il vero motorino di questa squadra, mette tanto cuore in campo. Da partente a punto fermo del centrocampo azzurro
Inler 6: Pagato troppo, ha reso anche meno. Doveva fare il salto di qualità, e con lui il Napoli. Risultato? 21 milioni (all’incirca) per un pilastro di centrocampo che è il contrario del campione visto a Udine. Tuttavia, nel finale di stagione inizia a carburare.
Dossena 5,5: Si ricorda vagamente il treno che correva sulla fascia sinistra di Udinese e Liverpool. Il Dossena di quest’anno è sembrata la brutta copia di quel grande giocatore che aveva fatto innamorare la dirigenza partenopea. Troppi guai fisici. Doppietta nell’ultima giornata per restare?
Dzemaili 6: Quando è stato chiamato in causa ha deluso poco, se non nella prima parte di stagione. Poi si è fatto conoscere dal pubblico partenopeo: costruisce gioco, corre a perdifiato e segna. Insomma il vero jolly a centrocampo. Gran tiro da fuori e ottima visione di gioco per il centrocampista svizzero.
Zuniga 6,5: Importante per la manovra offensiva del Napoli tanto quanto Maggio: ottimo nella fase difensiva essendo nato come terzino. Forse troppi dribbling e giocate futili, ma se la cava più di una volta. Ottime cose in attacco, poche sbavature in difesa.
Donadel S.V.

Fonte: Danilo Rossetti
ATTACCO
Hamsik 7: Non disputa una delle sue migliori stagioni, ma nonostante questo realizza comunque nove gol in campionato e due in Champions risultando comunque determinante per le sorti della stagione azzurra.
Lavezzi 6,5: Forse insieme a Cavani è il calciatore più importante, per una fase della stagione è lui a portare avanti la squadra realizzando sei reti consecutive, si appanna poi nel finale di stagione probabilmente in concomitanza con l’intensificarsi delle voci di un suo probabile trasferimento.
Cavani 8: Si ripeterà? Si chiedevano tutti gli osservatori, e il Matador si è confermato realizzando ben 23 centri in campionato, 4 in Coppa Italia e 5 in Champions League. Sicuramente Cavani è uno dei pilastri su cui si regge l’asse portante di questo Napoli.
Pandev 7: Il suo ingresso negli schemi di Mazzarri non è dei più semplici, complicato anche dallo stato fisico certamente non entusiasmante con cui il macedone è approdato a Napoli. Tuttavia dopo un inizio certamente complicato Pandev si trasforma in una importante arma in più per il Napoli garantendo una certa continuità nel momento in cui Lavezzi avverte una flessione.
Vargas S.V.: Troppo poco per poter giudicare un ragazzo così giovane, seppur la cifra investita su di lui sia molto importante. Probabilmente accusa molto l’impatto con le difese italiane, anche se lo spazio per dimostrare le proprie capacità è davvero molto risicato.
Lucarelli S.V.: Non si vede e non si sente per tutta la stagione.
Mascara 6: Fino a quando resta nel Napoli offre il suo contributo alla causa, e lo fa anche con la maglia del Novara quando grazie ad una sua rete la squadra Lombarda batte la Lazio aiutando il napoli nella sua rincorsa Champions.
Santana 4: Probabilmente inadatto agli schemi di Mazzarri, non riesce ad incidere se non negativamente sulla stagione azzurra, risultando di troppo, tanto che Bigon lo relega a Cesena per il finale di campionato.

Fonte: Danilo Rossetti
ALLENATORE

Mazzarri 6,5: È la giusta media tra l’8 delle coppe al 5 del campionato. Arrivare agli ottavi di Champions e vincere la Coppa Italia sono traguardi che quasi nessuno si aspettava. Il tecnico porta un trofeo a Napoli dopo 25 anni e incanta l’Europa con un calcio spettacolare. Le cose non sono andate altrettanto bene in campionato: il tecnico sbaglia spesso scelte e turnover lasciando per strada molti punti. Inoltre, non riesce a trovare misure per rammendare alle sviste della difesa soffermandosi sempre sullo stesso modulo.
 
DIRIGENZA

Bigon 4,5: Degli 11 acquisti arrivati in estate, solo 3 entrano a far parte stabilmente degli 11 titolari: Inler, Dzemaili e Pandev. Un bilancio del tutto negativo: non si capiscono gli acquisti di Fideleff, Chavez e Santana. Commette l’errore di stipulare  un contratto a Donadel senza avergli fatto le visite mediche: il calciatore è stato fermo per tutta la stagione. A gennaio non rimedia agli errori fatti, invece di comprare un difensore e un centrocampista acquista un attaccante: Vargas. Nonostante tutto il presidente De Laurentiis lo riconferma.
 
Articolo a cura di: Luigi Aiello, Raimondo Castaldo, Marco Di Maro e Nicola Mirone.

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