Inter, Mancini vuole la vittoria in Europa: “Chiudiamo il discorso qualificazione”

Il tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, ha parlato nella conferenza stampa di vigilia della sfida di Europa League contro gli ucraini del Dnipro.

Roberto Mancini (Fonte immagine: ViolaChannel)
Roberto Mancini (Fonte immagine: ViolaChannel)

Mancini è tornato sul derby di domenica scorsa: “Domenica abbiamo commesso qualche errore e mostrato cose buone, ma fa parte della nuova situazione. Nel complesso sono stato contento, ma domani sarà importante fare attenzione. Sono più bravi fuori casa che in casa, ma dobbiamo chiudere il discorso qualificazione. Qualche cambio potrebbe esserci, dobbiamo raccogliere le forze in vista del difficile match con la Roma. Ma deciderò domani. Non è facile essere spregiudicati in un colpo solo, perciò serve qualche risultato positivo che dia convinzione alla squadra. Vidic? Non si è allenato due giorni la settimana scorsa per qualche piccolo problema, ora sta bene. Lo conosco, siamo stati ‘cugini’ a Manchester, non ha giocato il derby perchè non era al top ma ha esperienza e potrà aiutarci”. Mancini non ha intenzione di snobbare l’Europa League, la cui vittoria porta direttamente alla prossima edizione di Champions League: “Dagli ottavi in poi diventa una competizione importante, ti può far giocare altre coppe…” L’allenatore nerazzurro ha parlato poi di Mateo Kovacic, pezzo pregiato della rosa interista, e del presidente ThohirBisogna farlo crescere bene e consentirgli di fargli fare la differenza nei prossimi anni, è ovvio che abbia offerte di mercato. Sull’avvio stentato di Vidic credo che tra Inghilterra e Italia ci siano differenze, serve un po’ di tempo per adattarsi. Io e Thohir non ci conoscevamo ed era importante avere un primo impatto con lui, credo molto nei giovani soprattutto per le difficoltà in Italia. Se trovassimo ragazzi in grado di crescere in fretta sarebbe l’ideale”. Su Osvaldo“Pablo sta bene, decido domani se utilizzarlo”. Mancini conclude poi sul suo compleanno“Se hai la possibilità di fare questo lavoro e stare a contatto con i giovani non ci pensi, ma da bimbo vedevo mio padre a 40 e già pensavo fosse vecchio. Sono felice di essere qua, vediamo dopodomani quando li avrò compiuti”.

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