Juve, Tevez racconta: “Ho vinto tutto, ma l’Italia mi sta completando. Ora scudetto e Europa League”

Fuerte Apache, Boca, Cornthians, Juve, Europa League: Carlos Tevez parla di sé in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Tevez Fonte: Tommaso Naccari
Tevez Fonte: Tommaso Naccari

La vita nella periferia di Buenos Aires non era facile per un ragazzino che ha visto anche morire i suoi amici: “Cabañas mi teneva alla larga da tutto ciò che avrebbe potuto compromettermi. Lui e altri amici scelsero una strada complicata, diversa, ma nessuno mi chiese mai di seguirli in certe situazioni. A Fuerte Apache diventi adulto subito, non puoi restare a lungo bambino. La vita è durissima, vai a letto col rumore degli spari che sale dalle strade, vedi morire amici, e mangiare tutti i giorni non è scontato. Da Fuerte Apache, insomma, o non ne esci proprio oppure ne emergi come uomo vero. Oggi la droga ha peggiorato le cose, ha cancellato ogni forma di rispetto in generale. La droga è ovunque, purtroppo a portata di mano di chiunque…”.

Sul Boca: È la mia vita, la squadra che ho sempre amato. Non dimenticherò mai il giorno dell’esordio in prima squadra, non avevo ancora 18 anni, contro il Talleres de Cordoba. Ci sono restato poco al Boca, per problemi economici fui ceduto al Corinthians, ma ho vinto ogni cosa e vissuto emozioni incredibili. Ricordo la gioia più grande, l’Intercontinentale 2003 strappata al Milan. E ancora soffro per il cartellino rosso preso nella semifinale di Libertadores 2004 contro il River Plate: avevo appena segnato l’1-1 e l’arbitro mi buttò fuori per troppa esultanza. Superammo poi il River ai rigori, ma io saltai la finale persa con l’Once Caldas. Meno male che prima di lasciare Buenos Aires portammo a casa la Copa Sudamericana, almeno me ne andai con un successo importante. Un giorno tornerò , questo è sicuro, ma per ora la mia testa è qui, alla Juve. Sto davvero bene a Torino, e torinese sarà il mio prossimo figlio, Lito junior. A proposito, voglio ringraziare tutti per l’affetto che ho sentito durante il ricovero di mia moglie a fine anno. Lei ora è con me, e io sono felice.

Riguardo la Juve e i suoi obiettivi: “Penso sia allo scudetto che all’Europa League. Ho vinto campionati in Argentina (Boca), Brasile (Corinthians) e Inghilterra (Manchester United e Manchester City): l’Italia sarebbe il quarto Paese. Sogno di scrivere una pagina di grande storia per questo club; l’Europa League è l’unico trofeo che che mi manca a livello di club. Altro che coppa di riserva! Il campionato non è ancora finito: incontreremo Roma, Napoli, e altri fuori casa nel girone di ritorno. Inoltre vedo la Roma come diretta inseguitrice“.

Conclude lodando la Serie A: Resta il campionato più duro del mondo. È l’università del calcio, la tattica qui è al massimo livello e si soffre su ogni campo. Solo la Juve ogni tanto dilaga. L’Italia mi sta completando. Se fai gol qui, segni ovunque.

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