Lazio, Felipe Anderson carico: “Tifosi biancocelesti unici”

Dopo il gol al Varese, Felipe Anderson s’è sbloccato da un digiuno che durava ormai da troppo tempo.

Felipe Anderson. Fonte: Alessio Cappellacci
Felipe Anderson. Fonte: Alessio Cappellacci

Complice anche l’infortunio di Candreva, il brasiliano dovrebbe trovare spazio già a partire dalla gara contro il Parma. Ecco la sua intervista a Lazio Style Radio.

La vittoria contro il Varese vi ha dato anche morale.
“Quando si vince la squadra si carica di più. C’è più gioia e fiducia, caratteristiche fondamentali di cui avevamo bisogno per ripartire contro il Parma”.

Contro il Parma sarà un altro crocevia importante, come accadde lo scorso anno
“Nel campionato italiano niente è semplice. Questa volta è più particolare perché noi abbiamo bisogno di vincere, ma anche loro. Sappiamo di essere una buona squadra, quando siamo concentrati per tutti i novanta minuti riusciamo a far bene. Anche fuori casa dobbiamo cercare di mantenere alta la concentrazione, ci stiamo lavorando da inizio anno. È capitato di giocar bene e di non riuscire a vincere, ma ora dobbiamo cambiare mentalità e dare qualcosa in più”.

La Lazio ritroverà l’arbitro Guida dopo la sfortunata gara contro il Genoa…
“In quella partita abbiamo sprecato molto, dobbiamo essere più decisi sotto porta. Andare prima in vantaggio è importante anche per avere più fiducia durante la gara, soprattutto in tresferta. Dobbiamo sfruttare al meglio le occasioni che riusciamo a creare”.

Contro il Varese il tuo gol, una sassata da ‘sotto casa’…
“Sì, provo spesso i tiri dalla lunga distanza e per fortuna è andata bene. Sentivo la giusta fiducia per provare la conclusione, non lo avevo ancora fatto in partita e volevo quindi fare un tentativo”.

Cosa ti manca per fare il definitivo salto di qualità?
“Mi manca un po’ di continuità. Se gioco bene una gara magari quella dopo la gioco un po’ meno bene. Ultimamente sono più costante, ma devo incidere cercando di esprimere le mie qualità e su questo ci sto lavorando molto. Contro la Juve ci sono andato vicino, ma in porta c’era Buffon…(ride, ndr)“.

Come ti senti dopo il gol di martedì?
“Più fiducioso e sereno. Tutti i giocatori quando si sbloccano riescono a giocare meglio. L’importante è però vincere, se segno ben venga ma i tre punti sono più importanti. In tutte le partite sono riuscito a fare qualcosa di buono, ma non ero mai del tutto soddisfatto perché avrei potuto fare sempre qualcosa di più. Klose, Ledesma e i giocatori più esperti mi aiutano spesso dandomi consigli”.

Non lasci un attimo la palla con le tue giocate in velocità
“So che non c’è mai un pallone perso. Devi sempre correre verso la palla, cercando di non mollare e creare sempre qualcosa da un’azione”.

Pensi di avere caratteristiche più da trequartista o da esterno?
“In Brasile ho giocato dietro le punte, ma con mister Pioli giocando da esterno sono più libero di accentrarmi, fare le giocate e andare al tiro”.

Come ti trovi alla Lazio?
“Mi trovo bene. Prima di arrivare qui seguivo la Lazio, in particolare Hernanes. Questo è stato un incentivo importante per arrivare a Roma”.

Hai qualche amico in particolare alla Lazio?
“Questo è un gruppo molto unito. Scherziamo insieme, lavoriamo insieme e non ci sono invidie. Sono legato a tutti, in particolare ad Ederson. Quando il gol non arrivava tutti mi hanno stimolato a fare sempre meglio, dicendomi di continuare a lavorare. Sono molto contento di questo”.

Potresti ricoprire la stessa posizione di Hernanes?
“Ho giocato in quella posizione in Brasile, come dicevo prima. Qui però il calcio è più dinamico e in quella posizione sei costretto anche a marcare. Sono meccanismi che ancora devo riuscire a metabolizzare ed occorre un po’ di tempo”.

A chi ti ispiri?
“Nella posizione di esterno mi ispiro a Cristiano Ronaldo e Neymar, non tanto per i dribbling ma per i movimenti senza palla. Lì voglio migliorare molto”.

Chi decide la musica prima della gara?
“Ognuno propone la sua. Io ascolto molto musica gospel evangelica. La fede mi ha aiutato molto, direi al 100%. Non è semplice arrivare in Italia e cambiare tutto. La fede mi ha permesso di essere fiducioso e sereno per il futuro. Per me è molto importante”.

Ti trovi meglio con Klose o Djordjevic?
“Non sono io che faccio la formazione. Devo sfruttare con chiunque le mie caratteristiche, il passaggio filtrante, la corsa, il dribbling e anche il tiro”.

Hai mai segnato di testa?
“No non mi è mai capitato. Cercherò di lavorare su questo e arriverà anche un gol di testa. Come squadra dobbiamo lavorare allo stesso tempo sulla fase offensiva e difensiva. La mia velocità può essere utile anche al reparto arretrato”.

È tornata la convocazione anche in Nazionale…
“È stata una gran gioia, mi sentivo in forma e capivo che stavo facendo bene. Ora l’importante è giocare bene alla Lazio e provare a tornarci. Devo dare il massimo qui alla Lazio”.

A chi daresti il pallone d’oro?
“Direi Neuer, è il migliore e se lo merita”.

Descrivici i tifosi laziali con una sola parola.
“Grandi. Ogni volta che li incontro mi chiedono un autografo e mi incitano sempre a far meglio. Questo mi molto piacere, loro sono importantissimi. Quando urlano i nostri nomi e ci incitano noi corriamo anche per loro”.

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