Moscardelli promette: “Mi taglio la barba se…”

Il fenomeno del web si racconta, con l’umiltà che deve contraddistinguere il vero bomber. Davide Moscardelli, tra tatuaggi, battute, birra, web, tatuaggi, numeri (da circo e di maglia) è, senz’ombra di dubbio, uno dei calciatori più amati della Serie A. Il barbuto attaccante si è raccontato in un’esclusiva intervista in edicola sulla Gazzetta dello Sport:

La sua barba è un brand che spopola su tutto il web:

“Me la sono fatta crescere, non mi pare di aver fatto chissacché, e sono diventato un mito. Boh. Qualcosa di più grande di me. Su twitter guadagno 2500 follower al giorno, sono quasi a 60mila. Mi chiedono magliette da Pordenone a Catania, e ora ho un ordine di 9 da Londra. Si immagineranno chissà che organizzazione, invece siamo io, mia moglie che gestisce tutto, volendo i miei suoceri che impacchettano le spedizioni, un paio di persone dietro al sito e alle pagine social del marchio Flybeard. Tutto qui, non è mia intenzione darmi all’imprenditoria”. 

Sperava di diventare famoso per altro oltre che per le t-shirt e i video su internet? 

“Anche rabona, elastico e “Aurelio” mi riescono alla grande, c’è la prova su Youtube. Una volta Costacurta disse che i miei gol, per la bellezza, erano pari a quelli di Messi e Maradona. Con tutto il rispetto si intende“.

C’è qualcosa di cui va orgoglioso?

“La prima volta al Franchi con la Sangiovannese, serie C2, mentre salivo in campo pensavo che quegli stessi scalini li aveva fatti Batistuta, uno dei miei idoli di tifoso romanista. La prima volta contro Totti e come compagno di squadra di un campione del Mondo, Gilardino, l’anno scorso a Bologna.Nel 2006, al Circo Massimo, lui era sul palco, io lì sotto”. 

Si taglierebbe mai la barba?

“Se vado in doppia cifra, se centriamo l’Europa League col Bologna, e se riesco a far conoscere la mia barba in America, dove in futuro mi piacerebbe tentare un’esperienza. Si realizzasse tutto, poi potrei pure darci un taglio…“.