Sampdoria: ecco Ferrero, nella speranza che non sia un thriller

È così che finisce un ciclo.

Fonte: Laura Rossetti
Fonte: Laura Rossetti

La Sampdoria, come un concerto diretto da direttori d’orchestra sempre capaci ma prima di tutto eleganti, in grado solo con l’aspetto di trasmettere fiducia e rispetto, cambia pelle e soprattutto faccia. Ieri alle 13.15, anche se già alle 11 della mattina erano uscite le prime indiscrezioni, la famiglia Garrone passa il testimone (forse bollente) ad un imprenditore romano di cui sappiamo poco o forse anche troppo. Finisce inaspettatamente un ciclo, fatto di certezze, di continuità, per alcuni anche un po’ monotono e poco entusiasmante, ma certamente con una stabilità garantita da far dormire sonni tranquilli. Nel caldo pomeriggio dello Starhotel, Massimo Ferrero si allinea alle previsioni meteorologiche della settimana genovese: dopo giorni caldi (l’ufficialità dell’avvio del progetto Samp City e vicini all’annuncio del già operante Braida) cala il gelo e come una delle tante tempeste annunciate per il week end, entra in campo, da protagonista. Una grandinata in una giornata di sole. Molto distante dallo stile sobrio rappresentato dalle famiglie Mantovani e Garrone, Ferrero si presenta secondo i suoi standard da artista. Sopra le righe, a volte dando l’impressione di essere capitato li per caso, di aver deciso di buttarsi in questa avventura al suonare della sveglia della mattina precedente. Ma così non può essere; non può Edoardo Garrone, aver ceduto la famosa ballerina malata, ormai guarita, al primo arrivato, senza aver valutato la persona, i suoi progetti e le sue possibilità. Non può averlo fatto con sufficienza l’ex presidente e non può lasciare la Sampdoria, dopo tanti sacrifici per mantenerla a livelli dignitosi, in mani non
abbastanza solide da garantire una certa continuità.
Qualcosa non è chiaro però. Perché tutto così all’improvviso? E soprattutto, chiunque alla notizia si sarebbe aspettato personaggio di differente, almeno apparente, caratura. Non è sintomo di intelligenza giudicare le apparenze senza conoscere, certo, è che il cambiamento è stato abissale e le referenze sul nuovo acquirente dei blucerchiati non rasserenano l’ambiente.
Quello che accadrà lo si potrà giudicare forse tra qualche anno; il mercato estivo non può bastare, a fugare perplessità o alimentare entusiasmi.

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