Sampdoria: è tornato Mihajlovic, è tornato l’entusiasmo

È arrivato il freddo, un pomeriggio ventoso, mare in tempesta, aria pungente; è arrivato anche Mihajlovic alla Sampdoria, è il suo giorno, il giorno dei ritorni.

Mihajlovic Fonte: Laura Rossetti
Mihajlovic Fonte: Laura Rossetti

Incontro con la stampa e poi a condurre il primo allenamento. Precedono le parole del serbo, quelle del presidente Garrone, che telefonicamente saluta il neo tecnico.

Ho un po’ di emozione a vederlo qui come allenatore, dopo averlo visto da sampdoriano, in campo con la nostra maglia.
Mi dispiace non essere presente ma impegni di lavoro mi hanno portato fuori Genova. Ci siamo sentiti più volte con Sinisa, aspettavamo con ansia il suo arrivo. Domenica però farò ritorno a Marassi. Ringrazio il presidente della federazione serba che ha capito e lo ha lasciato andare. Sarà una sfida difficile ma conosco Mihajlovic e da persona determinata qual è, affronterà questo compito con una gran voglia. Da calciatore mi aveva impressionato, è un uomo straordinario e credo potrà dare al gruppo quella forza che gli è mancata. Faccio a lui e a noi un in bocca al lupo“.

Prende poi la parola Sinisa, che incanta con una dichiarazione ad effetto.

Prima di tutto vi voglio salutare tutti ed è una gioia essere qui e sentirmi a casa. Vorrei spiegarvi i motivi per i quali sono a Genova.
Per farlo e per spiegarvi cosa dirò dopo ai giocatori, prendo in prestito tre frasi di Kennedy che dovranno far alzare la testa a questi ragazzi.
Non chiedetevi cosa può fare il paese per voi, ma cosa potete fare voi per il paese. Cosa possono fare questi ragazzi per la Sampdoria e non il contrario. Non voglio sentire parlare di nulla: di contratti, di mercato, voglio solo che tutti pensino solo al presente, a questa maglia. Deve essere un onore indossarla. Per me essere tornato è anche un segno di gratitudine a questa società perché se sono diventato questo, lo devo alla Sampdoria. Pretendo orgoglio, grinta e onore. Questa è una società importante e se la squadra non lo sa, glielo spiegherò io. 67 anni di gloria, di giocatori che elencherò ai ragazzi, grandi calciatori e grandi uomini.
L’altra frase è questa: “I vincenti trovano sempre una strada, i perdenti una scusa. Non servono commenti, bastano queste parole. Poi vorrei fare dei ringraziamenti: il primo alla federazione serba, a loro sono molto legato; è la mia terra, ho lasciato ragazzi splendidi, io però a Garrone non potevo dire di no e quindi ringrazio la nazionale per avermi lasciato andare e il presidente per avermi voluto a tutti i costi.
Sono sicuro che ci salveremo perché il lavoro paga. C’è un gruppo con il morale a terra, a cui dare fiducia e con cui lavorare; non mi sono mai arrabbiato per un passaggio sbagliato, ma devono fare ciò che chiedo, altrimenti sono guai. Può essere che vedrete volti nuovi in campo perché io non guardo in faccia nessuno“.
Sinisa finisce così e si appresta a guidare il suo primo allenamento: come andrà, non lo può sapere nessuno ma, per ora, si può dire sia riuscito a riaccendere l’entusiasmo. In bocca al lupo e bentornato, Sinisa.

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