Zanetti: “Il derby d’Italia del ’98? Dopo si è scoperto il perchè. Conte come Mou? Non so…”

Inter-Juventus. Molto più di una semplice partita di calcio. Non a caso il ”derby d’Italia”.

Javier Adelmar Zanetti Foto di Fra231 - Wikipedia
Javier Adelmar Zanetti
Foto di Fra231 – Wikipedia

Javier Adelmar Zanetti, storico capitano nerazzurro, in escluva per Tuttosport:

 

Inter-Juve?

“È la partita. È la storia. Da quando sono arrivato, ho capito cosa vuol dire questa sfida per tutto quello che è successo in campo e anche fuori. Queste sono le gare che ogni calciatore vorrebbe giocare”.

 

L’Inter sembrava da Scudetto dopo la vittoria alo Juventus Stadium?

“Lo pensavamo in tanti, pure il sottoscritto. Invece non siamo più riusciti a essere al completo e la stagione è andata come è andata. Ora siamo qui a lottare per un posto in Champions”.

 

Un derby d’Italia da cancellare?

“La partita scudetto del ‘98 quando sono successe tante cose e dopo si è scoperto il perché”.

 

Uno da ricordare?

“Ne scelgo due: la Supercoppa vinta a Torino col gol di Veron al termine di una partita infinita e il 2-0 a San Siro con gol di Maicon ai tempi di Mourinho”.

 

Azzeccato il paragone tra Conte e lo Speciale?

“Sinceramente non lo so, perché Antonio lo conosco bene come avversario in campo e poco come allenatore. Quando giocava Conte era un lottatore, si vedeva che dava proprio tutto fino alla fine pur di trovare la vittoria. Era un avversario anche molto leale. E questa Juventus ha il suo carattere. José ha vinto tutto e Conte sta iniziando ora. Però, per quanto sta dimostrando, Antonio è un allenatore con un grande futuro”.

 

Se in campo si vedeva che sarebbe diventato un ottimo allenatore?

“Eccome se si vedeva. Gente come lui e Simeone era naturalmente portata a dirigere la squadra. Non era difficile indovinare cosa avrebbero fatto quei due a fine carriera. Stesso discorso per Cambiasso: non so cosa vorrà fare quando avrà smesso, ma, se dovessi scommettere, beh tra i miei compagni punterei su di lui per una carriera in panchina. L’idea di fare l’allenatore non mi ha mai attratto”.

 

A cena con Agnelli o con Galliani?

“A cena con Moratti. Moratti è arrabbiato come lo siamo noi perché vogliamo fare meglio. Allo stesso tempo, però, bisogna essere consapevoli che quello intrapreso è un percorso nuovo, con tanti giovani e che non è facile dall’oggi al domani costruire una squadra. Ci vuole tempo, lavoro e per arrivare all’obiettivo bisogna anche attraversare i momenti di difficoltà, anche se non deve diventare un alibi”.

 

I 18 punti di distacco dalla Juve?

“Sono figli di quanto successo finora. Purtroppo non abbiamo avuto la continuità della Juventus: fossimo riusciti a vincere 5-6 partite di fila negli ultimi mesi, saremmo qui a dire cose diverse. Invece oggi la classifica è quella che è”.

 

Chi toglierei alla Juve?

“Vucinic perché ci ha sempre dato fastidio anche ai tempi della Roma e perché è uno che in qualsiasi momento ti può inventare la giocata”.

 

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Francesco Maiorino

Nasce a Nocera Inferiore ma vive a Sant'Egidio del Monte Albino, nel salernitano. Grande appassionato di sport e (fanta)calcio, realizza un piccolo sogno entrando a far parte dell'ambizioso progetto di questa testata.

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