Roma, ecco Petrachi: “Baldini è una risorsa, ma scelgo da me”

Gianluca Petrachi è stato presentato a Trigoria come nuovo direttore sportivo della Roma. Ecco il resoconto della conferenza stampa:

Fienga introduce Petrachi parlando di un corteggiamento breve.

Roma, Petrachi a Trigoria
Roma, Petrachi a Trigoria

La prima cosa che viene da dire è che sono molto felice di essere alla Roma, è un onore. Qualsiasi mio collega ambisce a una società così prestigiosa, sono orgoglioso. Ringrazio tutto il popolo granata che mi ha sostenuto, non l’ho fatto prima per non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Oggi parte una nuova sfida e voglio fare bene.

 

Quali sono le Sue prime impressioni?

Il centro sportivo lo conoscevo già, una delle mie prime trattative fu qui per Cerci. Poi ci sono tornato per Iago Falque e Ljajic, adesso si sta rifacendo il look. La dimensione di Trigoria dà l’idea della grandezza della società

Come si rapporterà con Fonseca?

Io sono stato molto colpito da lui, lo seguivo perché c’era un giocatore dello Shakhtar che volevo al Torino. Sono convinto che in quelle tre partite ho colto l’idea dell’allenatore, con squadra corta e aggressiva. Da ex calciatore, se avessi avuto un allenatore come lui la mia carriera sarebbe stata un filino diversa. Codifica il gioco e dà dettami tattici precisi. È uno elastico e attento ai giocatori che ha. Mi ha stregato per voglia e determinazione. Penso possa dare a tutti i tifosi un’identità precisa della squadra la domenica. Dalle prime amichevoli la gente se ne renderà conto. Sono molto ottimista. Abbiano le idee chiare e ci confrontiamo spesso. Abbiamo la stessa idea di calcio ed è fondamentale nel nostro rapporto.

Quali sono le strategie di mercato per alzare l’asticella?

Bisogna essere anche un po’ realisti. Io credo che la Roma sia all’anno zero, deve ripartire con valori, principi e consapevolezza di portare giocatori con qualità morali, non con la pancia piena o per il denaro. Ci vuole questo tipo di messaggio per alzare il livello della squadra. La Roma non è una succursale. Basta pensare agli occhi di Spinazzola pieni di entusiasmo nonostante venga dalla Juventus. L’anno scorso questo spirito si è visto poche volte. Il tifoso vuole senso di appartenenza, poi si può perdere o vincere. Questo è il messaggio che manderò a vecchi e nuovi giocatori.

Che futuro avranno Dzeko e Schick? Verrà Higuain?

Non è che uno si sveglia la mattina e ci ricatta per cambiare squadra. Chi non vuole restare deve presentarci una squadra che lo paghi il giusto. Non mi piace essere preso per la gola. Il giocatore non deve pensare di stare a casa sua, ma deve dare una mano a quella casa. È la proprietà che decide e la Roma non si farà strozzare da nessuno. Le prime soluzioni che abbiamo trovato hanno tutte un senso logico, calcistico. Manolas voleva andare via, ho parlato con Raiola. Il Napoli ha fatto una proposta importante e come contropartita tecnica abbiamo ottenuto un ragazzo come Diawara con tanta voglia e determinazione, disposto a non fare nemmeno un giorno di vacanza per venire qui.

L’affare Spinazzola-Pellegrini porterà ad altre operazioni con la Juve? La partenza di Dzeko porterà a Higuain?

Chi discute Higuain forse è un pazzo, potrebbe sicuramente far comodo se Dzeko andasse via. Però le motivazioni contano tantissimo. Deve essere Higuain il primo a crederci. Voglio giocatori con questa voglia. Per ritrovare il vero Higuain non c’è soluzione migliore della Roma, dove potrebbe seguire le orme di Batistuta. Sono cose di mercato che devono essere valutate in avanti, oggi voglio pensare che Dzeko sia un giocatore della Roma. Poi valuteremo il tutto, ma se deve andare via ce lo devono pagare bene.

Lei ha un budget per lavorare? Barella?

Non sono stato abituato a lavorare con i budget, Cairo non mi ha mai posto limiti. Certamente quando ho parlato con Pallotta mi ha detto che noi dobbiamo fare la squadra e investire sui giovani di prospettiva e con voglia. C’è da rinforzare e ripartire, anche da aspettare qualcuno se è giovane. Ho dato 2-3 parametri su giocatori da prendere e non mi è stato detto di no. Condivido le idee con gli allenatori. Forse chiuderò per un giocatore oggi stesso. Su Barella sono state dette tante inesattezze. Il suo procuratore ha parlato tante volte con la Roma e Barella era molto contento, a quanto ho saputo. Poi si è perso un pochino di tempo, si è inserita l’Inter, Conte l’ha motivato e ci sta che il ragazzo voglia giocare la Champions. Io non ho mai cercato Barella, è il Cagliari che ha cercato la Roma. Per me era già difficile prima, a maggior ragione adesso. Il Cagliari vorrebbe darlo alla Roma, ma il giocatore ha scelto l’Inter. Se mi chiama se ne può parlare, ma oggi è un capitolo chiuso. Con il denaro non si comprano le persone, tantomeno i calciatori.

Lei ha carta bianca? Che relazione ha con Baldini?

Sono stato contattato da lui perché è il consulente di Pallotta e gli ha proposto me come altri miei colleghi. Penso abbia stima di me. Io non transigo su un discorso di scelte, che devono essere condivise dal punto di vista economico, ma dal punto di vista tecnico sono io a prendermi le responsabilità. Cairo non mi ha mai imposto chi prendere, ho scelto sempre io. Non sarà Baldini a condizionarmi o a dirmi cosa fare, io sono stato chiaro. Baldini può essere una risorsa, ha fatto il mio stesso lavoro, sa le mie problematiche. Se stasera mi chiama per adocchiare un giocatore e mi piace va bene.

Lei ha parlato con Zaniolo?

Zaniolo è un giocatore che ha avuto un exploit importante con un finale di stagione non all’altezza. Tutti quelli che dovranno parlare di rinnovo saranno visti in seguito. Il contratto ce l’ha, la Roma dovrà adeguarglielo, ma qui si fa presto a rendere dei miti chi ha appena 15 presenze in Serie A. Io amo la concretezza, il ragazzo deve fare tanta strada. Può diventare un top, ma dipende da lui. Deve stare con i piedi per terra. Sacrificio e abnegazione devono essere quotidiani e lui li ha un po’ smarriti. Deve capire dove migliorare e che non ha fatto ancora nulla.

Monchi disse che i tifosi vanno allo stadio per applaudire i trofei. Lei viene qui per scudetti di bilancio o per trofei?

L’ambizione fa parte della mia vita e le sfide mi hanno sempre appassionato. Qualcuno mi ha chiesto perché sia venuto qua. Stare qui e lasciare un segno vale il prezzo della vita professionale. Oggi non posso promettere un trofeo, sarei uno stupido. Bisogna ricostruire e cercare di rendere la squadra vincente. Qua c’è da ricostruire qualcosa. Una discreta base c’è. Il tempo è galantuomo. Non amo tante chiacchiere, faccio parlare il campo. Non do spazio e tempo ai giornali per farmi suggerire i giocatori. Ora c’è solo da lavorare.

Parlando con Fonseca ha ricevuto richieste su giocatori ritenuti incedibili a prescindere? Come procede la vicenda El Shaarawy?

Il mister mi ha dato indicazioni, che certamente non posso dire. Il mister ha accettato anche perché ci sono giocatori su cui punta. Ho sentito il fratello-agente di El Shaarawy, vorrei che lui restasse. Però bisogna anche capire che non bisogna strafare, a tutto c’è un limite. Non posso competere con i soldi che gli può dare la Cina. Se vuole rimanere proverò ad accontentarlo.

Cosa ha trovato Conte all’Inter che non c’era a Roma?

Antonio lo conosco da 30 anni, siano entrati nel Lecce nel settembre dell’81. Lui vuole vincere immediatamente, se arriva secondo per lui è una sconfitta. L’Inter avrà qualcosa in più come organico e prospettiva. Lui vuole vincere lo scudetto. Qualche piccola ragione ce l’avrà. La Roma deve un po’ ricostruire i perni per le prossime stagioni, io gli ho detto che vincere la sfida a Roma poteva valere 5 scudetti con Juve e Inter. Non sono stato a pregarlo. Fui il primo a credere in lui all’Arezzo, ma lui è fatto in questo modo. Io apprezzo il professionista e l’amico. Per come sono passionale mi sento uno del popolo che vuole vivere anche il territorio, vorrei abitare in centro per respirare la tifoseria di Roma. Credo che Fonseca possa essere una sorpresa per tutti quanti. Non tutto viene per caso. Aver scelto Fonseca mi dà molta fiducia. Quando giocavo contro la Roma sentivo la pelle d’oca da avversario e questa sensazione mi è rimasta dentro.

Ha parlato con Totti? Strootman può tornare?

Per Totti mi è dispiaciuto, rimane una bandiera, un simbolo. Mi sarebbe piaciuto averlo accanto, ma da professionista accetto la sua scelta. Da avversario rosicavo perché ha cintonqualche partita da solo. Magari mi avrebbe fatto capire prima alcune cose, però è andata così e un giorno sarei pronto a riaccoglierlo. Stroootman? Si fanno tante valutazioni, alcune escono sulla stampa e alcune no. C’è stata un’idea per uno scambio, ma molto remota.

Cosa ci dice su De Rossi e sui giocatori attuali?

Non ho parlato con nessuno dei giocatori, solo con Kolarov che mi ha cercato. Parlerò quando ci raduneremo. Florenzi è il capitano, il senso di appartenenza deve essere in ognuno di loro e mi lego a chi ce l’ha, a chi lo dimostra con i fatti. Da calciatore ne ho visti tsnrinche baciavano la maglia dopo un goal e nello spogliatoio dicevano di non vedere l’ora di andarsene. I giocatori capiranno il mio senso di appartenenza. Se qualcuno fa il furbo non avrà vita lunga qui. Per De Rossi mi dispiace, non so se continuerà a giocare, magari tra qualche anno allenerà la Roma.

Ci può spiegare la Sua filosofia su acquisti e cessioni?

Mi piacerebbe inserire ogni tanto qualche giocatore con un po’ di esperienza. Bisogna creare il mix giusto. Io vado per una squadra giovane, di gamba. Se non hai fisicità oggi ti tritano. Io cerco di impostare una squadra che abbia struttura. L’Ajax ha messo sotto chiunque perché sa quella che deve fare. Il gap tecnico può essere ridimensionato con la forza tattica del nostro allenatore.

È rammaricato nel non avere De Rossi come giocatore? Icardi è un nome per la Roma?

Con i se e con i ma non si va danessuna parte. Ormai è inutile guardarsi indietro. Dobbiamo basarci su quello che andremo a fare. Dobbiamo avere il coraggio di giocare a calcio. Icardi è un ottimo attaccante, ha le sue problematiche all’Inter, non so cosa ne faranno, ma non rispondo a situazioni tanto esplicite perché mi ritengo molto omertoso.

Le piace di più una Roma di sciabola o di fioretto?

Non puoi scegliere sciabola o fioretto. E entrambe servono in determinati momenti della gara. È un binomio che serve. Amo il calcio offensivo, con recupero di palla immediatomed è questo che mi ha stregato di Fonseca. Un calcio codificato. Se ogni giocatore sa quello che deve fare siamo molto avanti. I tifosi devono rendersi conto che la Roma ha una sua identità di calcio.

 

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