Esclusiva-Colonnese: “Ajax e De Ligt grandiosi. Spalletti ok. Nel ’98…”

Italia paese di santi, poeti e… difensori. Calcisticamente parlando la storia del nostro paese è sempre stata ricca di grandi difensori e soprattutto in uno dei periodi d’oro del nostro calcio come gli anni ’90 ogni squadra poteva fare affidamento su delle vere e proprie colonne difensive. Tra questi c’era anche Francesco Colonnese che di maglie importanti ne ha indossate tante (Roma, Lazio, Napoli tra le altre) e che con l’Inter ha forse vissuto il suo momento migliore, sfiorando nel 1998 la vittoria dello scudetto e portando a casa una Coppa Uefa da protagonista e condividendo lo spogliatoio con campioni quali Ronaldo, Simeone e Pagliuca. Noi di SoccerMagazine abbiamo contattato in esclusiva l’ex difensore per parlare con lui della sua carriera, della situazione attuale dei club italiani e di social, fantacalcio e soprattutto del suo presente.

Ciccio Colonnese di Luca Nerazzurro, Youtube
Ciccio Colonnese – Fonte immagine: Luca Nerazzurro, Youtube

Hai vestito le maglie di alcuni dei maggiori club del nostro paese. Qual è il ricordo più bello della tua carriera? E qual è stato invece il momento più brutto?
Sicuramente la vittoria della Coppa Uefa a Parigi con l’Inter nel maggio del 1998 è il ricordo che conservo con più affetto. Se invece devo pensare al momento peggiore, penso a ciò che accadde 15 giorni prima: la sconfitta a Torino con la Juventus. L’anno del 1998 fu davvero ricco di emozioni. Passammo dallo sconforto per la sconfitta coi bianconeri (1-0, rete di Del Piero) che ci costò la vittoria del campionato alla felicità della vittoria europea a Parigi.

Quella famosa partita di Torino del ’98 è entrata nella storia anche per le polemiche, ben note a tutti, per un rigore non dato all’Inter. Raccontaci un po’ cosa successe in quell’occasione per voi che eravate in campo…

Chiaramente c’era tanta delusione da parte di tutti. Quando sei in campo l’adrenalina ti fa perdere la tranquillità e ricordo che in quell’occasione eravamo tutti molto agitati, delusi e arrabbiati perché pensavamo che quella squadra lì potesse vincere lo Scudetto. Perdere quella partita comportò inevitabilmente anche la mancata vittoria del campionato.

Chi è stato il compagno più forte con cui hai giocato?

Ronaldo, senza grossi dubbi. Se devo invece dirti il giocatore italiano più forte con il quale ho giocato dico Roberto Baggio. Ho avuto la fortuna di giocare con entrambi nel loro periodo all’Inter.

Parliamo dell’Inter di oggi. Nonostante il caso Icardi, i nerazzurri rimangono ancora ancorati alla corsa Champions. Secondo te dove può arrivare quest’Inter e pensi che a giugno possa cambiare qualcosa anche per quanto riguarda la panchina?

L’Inter ad inizio anno ha rinnovato il contratto a Spalletti quindi non penso si possa buttare dopo otto mesi tutto al vento e se i nerazzurri dovessero arrivare terzi, per quanto anche in quel caso non si potrebbe parlare di un’annata spettacolare, penso che comunque sarebbe una stagione da sufficienza piena e quindi si potrebbe continuare così. Hai scelto questo allenatore per un progetto, puoi rinforzare la squadra e poi vedere cosa accade in futuro.

L’altra parte di quella famosa partita del 1998 riguarda la Juventus. Nonostante l’arrivo di Cristiano Ronaldo i bianconeri non sono riusciti ad arrivare fino in fondo in Champions. A cosa pensi sia stato dovuto questo passo falso degli uomini di Allegri?

Avevano puntato tutto sul portoghese e pensavamo tutti che dopo aver superato l’Atletico i bianconeri potessero avere un turno agevole con l’Ajax. Invece è proprio questo il bello del calcio, perché gli olandesi hanno dimostrato di essere una squadra forte e completa, allenata molto bene e che anche con il Real Madrid aveva già dimostrato di essere molto forte. Anzi, forse il loro valore è stato pure sottovalutato.

Nel match di ritorno con l’Ajax è risultato decisivo De Ligt. Da ex difensore cosa ne pensi dell’olandese?

Credo che sia fortissimo, un giocatore molto completo seppur ancora giovane che sa fare davvero tutto. Mi ha impressionato anche contro la Juve per la sua sicurezza e perché non ha mai paura di giocare uno contro uno. Difensivamente all’estero inizia ad esserci una scuola importante anche a livello giovanile e si vede la voglia di giocare senza paura, così come ha fatto lui.

Altra maglia importante che hai vestito è quella del Napoli. Nonostante l’arrivo di Ancelotti i partenopei non sono riusciti a impensierire la Juventus nella corsa al titolo. Pensi che con qualche innesto l’anno prossimo gli azzurri possano insidiare i rivali per il titolo?

Non saprei. Credo che ancora in Italia la Juve sia troppo forte rispetto alle rivali e ha tanto vantaggio come dimostrano i punti in classifica. Pur con qualche acquisto temo che i bianconeri possano rimanere ancora superiori. Sicuramente Napoli è una piazza importantissima e da anni ormai gli azzurri sono sempre tra i primissimi posti del campionato, però non è semplice raggiungere la Juve.

Parliamo meglio di te. A distanza di anni dal tuo ritiro da calciatore in molti ti ricordano ancora con piacere e tramite i social, su cui sei molto attivo, ti interfacci spesso con i tifosi. Qual è il tuo rapporto con queste piattaforme e come le utilizzi per arrivare a chi ti segue?

Cerco di utilizzarli con sincerità ed equilibrio, cercando di essere parte di loro e di immedesimarmi con loro pur mantenendo un pensiero oggettivo. Tento sempre di rimanere in equilibrio, fornendo valutazioni e analisi che possano fornire punti di vista nuovi.

Facciamo un gioco: aprile ’98, Juventus-Inter… ci fossero stati i social cosa avrebbe scritto Colonnese nel post gara sul suo profilo Instagram?
Forse sarebbe andato troppo oltre le righe (ride ndr). Conoscendomi bene magari avrei danneggiato anche me stesso ed il rapporto con l’ambiente e magari avrei esagerato visto il momento.

Sempre rimanendo in tema social ma anche virtualità. Quando eri ancora in attività c’era già, ma oggi ormai ha un richiamo impressionante. Sto ovviamente parlando del fantacalcio. Ci fosse stato Colonnese in attività ora l’avresti preso? E chi avresti preso con te?

Mi sarei comprato sicuramente (ride ndr). Il fantacalcio all’epoca già c’era e mi dicevano che ero sempre una sicurezza visto il rapporto prezzo, qualità e voti. E di quell’annata del 1997/1998 avrei preso con me sicuramente anche Pagliuca, Moriero, Ronaldo e Simeone che da centrocampista segnava molto.

Per quanto riguarda i tuoi progetti attuali, oltre a far parte di “Inter Forever” cosa puoi dirci?

L’Inter mi chiama spesso per questo tipo di iniziative e quando mi chiamano cerco di essere sempre disponibile perché è un piacere farne parte. Per il resto amo il calcio e mi godo la mia famiglia. Sto pensando, oltre ad aver già preso il patentito da allenatore, anche di iscrivermi a qualche corso per entrare nel mondo del calcio in veste di dirigente.

Parlavamo poco fa dei tuoi social, un mezzo che utilizzi molto per confrontarti coi fan. Cosa deve aspettarti chi ti segue lì?

Come dicevo prima, qualcuno che parli di calcio, con trasporto, passione e cercando di immedesimarsi nel tifoso medio, cercando però di dare razionalità alle sue analisi e inserendo qualche dettaglio tattico, cosa che mi piace parecchio.

Si ringraziano Francesco Colonnese e Matteo per la cortese disponibilità.

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