Esclusiva-Mauri: “Totti e Del Piero? Baggio un gradino sopra, ma il derby…”

Stefano Mauri, ex centrocampista della Lazio, ha parlato ai microfoni di Soccermagazine del momento attuale dei biancocelesti e non solo.

Stefano Mauri è stato senza ombra di dubbio uno dei giocatori più rappresentativi della Lazio nell’ultimo decennio, conquistando 3 trofei con la maglia biancoceleste. Oggi la sua ex squadra lotta apertamente per lo scudetto, ma deve fare i conti con la Juventus, distante un punto in classifica. Mauri ha rilasciato così un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando dell’attualità del campionato e della sua carriera.

"Stefano

Il calcio italiano è ripartito con la Coppa Italia, ma in molti lamentano una cattiva condizione atletica dei giocatori. Secondo te c’è il rischio che anche la corsa allo scudetto possa risentirne?

Indubbiamente sarà una ripresa diversa da come avevamo lasciato il campionato, perché sicuramente ci saranno delle condizioni fisiche non ottimali in quanto non si è potuta fare neanche un’amichevole. Si giocherà ogni 3 giorni e quindi il rischio di infortunio sarà più alto, soprattutto dopo 3 mesi di inattività è come fare le prime partite amichevoli d’estate. Non si sa mai come possono finire, che tipo di lavoro hanno fatto gli allenatori e quanto ci metterà la squadra ad entrare realmente in condizione.

A proposito di Coppa Italia: Mauri chi vede favorito tra il Napoli e la Juventus per la finale di stasera?

Credo che la Juventus comunque partirà favorita, anche se ovviamente il Napoli se la giocherà tranquillamente.

Fino a marzo la Lazio aveva il vantaggio di non dover giocare le coppe a differenza di Juventus e Inter, tuttavia non solo le competizioni europee sono state posticipate ad agosto, ma Juventus e Inter si ritroveranno con più minuti nelle gambe tra Coppa Italia e recuperi. Credi che questo aspetto possa risultare determinante alla fine?

Sì, queste due squadre, al di là di essere abituate a giocare ogni 3 giorni – e ultimamente lo era anche la Lazio con l’Europa League – hanno una rosa più ampia e alla lunga potranno cambiare giocatori e titolari, dando riposo a quelli che magari saranno un po’ più stanchi o avranno dei piccoli acciacchi. La Lazio è una squadra che si conosce a memoria e secondo me conteranno tanto i risultati delle prime due partite, perché giocherà a Bergamo con l’Atalanta e in casa con la Fiorentina e da qui si potrebbe ricreare l’entusiasmo che c’era poco prima della sosta per il Covid. Se riesce a ripartire così allora potrà veramente giocarsela per lo scudetto.

Ciro Immobile è stato capocannoniere col Torino e lo sarà anche con la Lazio, ma in questi anni ha incontrato difficoltà in Germania sia in Spagna. Tu come ti spieghi questo fenomeno?

Semplicemente quando un giocatore va a giocare all’estero – e non è accaduto solo a Immobile, ma a tanti altri che sono venuti in Italia – ci vuole un periodo di ambientamento più o meno lungo. Ci sono dei giocatori che ci mettono 2-3 mesi, altri che ce ne mettono 7-8 e altri che ci mettono più di un anno. Credo che sia stata solo una questione di adattamento ad un calcio diverso. Ciro adesso ha trovato la sua giusta collocazione: una squadra che gioca per lui e lui che gioca per la squadra, quindi è arrivato nel posto giusto al momento giusto.

Il tuo ex compagno Candreva sembra tornato ad alti livelli da quando c’è Conte sulla panchina dell’Inter. Secondo te a 33 anni potrebbe ancora gareggiare con i vari Insigne, Chiesa, Zaniolo e Bernardeschi per un posto in Nazionale?

Le qualità di Candreva non devo dirle io, si sono viste nel corso degli anni. È un giocatore che ha bisogno della stima e della considerazione del proprio allenatore. Quando un allenatore gli dà una stima incondizionata come sta facendo Conte, il giocatore poi risponde sul campo e risponde bene. Tanto è vero che non partiva neanche come riserva: c’era un titolare, c’era una riserva e poi c’era lui, soprattutto con il 3-5-2. Invece sta giocando quasi tutte le partite e sta giocando bene. Per la Nazionale staremo a vedere: secondo me è un giocatore che può ricoprire diversi ruoli, quindi può tornare utile alla causa azzurra.

Nella tua carriera hai giocato insieme a un monumento come Baggio e sei stato spesso avversario di Totti e Del Piero. Credi si possano mettere sullo stesso piano o il “Divin Codino” era irraggiungibile?

Io ho avuto la fortuna di giocare con Baggio e ho visto quello che può fare in una squadra e per una squadra. Ed era alla fine della carriera con tutti gli infortuni alle ginocchia che conosciamo, quindi credo che Baggio sia un gradino sopra.

A proposito di Totti: proprio un anno fa l’ex capitano giallorosso si dimetteva da dirigente. Possiamo dire che la rivalità del derby di Roma ha perso un po’ di fascino da quando non ci sono più lui e De Rossi?

Credo che sia normale guardando gli ultimi anni in cui Totti e De Rossi erano un po’ dei tifosi in campo al derby, quindi indubbiamente la stracittadina qualcosa ha perso da quel punto di vista.

Per concludere: in Nazionale vanti 11 presenze tra il 2004 e il 2011. Qual è il tuo ricordo più bello con la maglia dell’Italia?

Indubbiamente l’esordio che ho fatto. Purtroppo quando sono andato in Nazionale ho sempre avuto dei piccoli infortuni e non ho mai avuto una certa costanza nel vestire la maglia azzurra. Quello è forse uno dei pochi rimpianti.

Si ringrazia Stefano Mauri per la cortese disponibilità.

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