Esclusiva-Viviano: “Donnarumma può raggiungere Buffon. Inter bel ricordo”

Nell’ultimo decennio è stato tra i principali estremi difensori della nostra Serie A, tanto da arrivare facilmente anche in Nazionale. Si tratta di Emiliano Viviano, che nella prima metà del 2019 ha difeso i pali della SPAL, per poi rescindere il contratto che lo legava allo Sporting Lisbona. Viviano ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Soccermagazine parlando dei giovani portieri italiani di oggi, dell’attualità del campionato e di alcune fasi della sua carriera:

Viviano - Fonte immagine: sassuolocalcio.it
Viviano – Fonte immagine: sassuolocalcio.it
Da qualche tempo a questa parte il calcio italiano sta sfornando diversi portieri interessanti tra Donnarumma, Meret, Gollini e Cragno, senza dimenticare Perin. Tu che hai visto da vicino Buffon, ritieni che il futuro della Nazionale sia sinceramente in buone mani?
Sì, sicuramente sì anche perché sono nomi importanti, Donnarumma su tutti. Però bisogna che si smetta di cercare il nuovo Buffon, perché Buffon è Buffon: ce n’è stato uno ed è difficile che ne nasca un altro così, però questi ragazzi faranno ognuno la propria strada e la faranno sicuramente bene. Io ad esempio penso che Donnarumma sia fortissimo e che possa anche raggiungere i livelli di Buffon. Quello che Gigi ha sempre avuto è una continuità pazzesca durante gli anni e per tutti gli altri è stato difficile.
 
A proposito di Buffon: una volta l’hai definito come “il Maradona dei portieri”. Secondo te è per via del precedente della sua mancata vittoria del Pallone d’oro nel 2006 che i vari Neuer e Alisson oggi faticano a conquistare questo premio?
A parte tutto, io personalmente sono rimasto sorpreso piacevolmente dal fatto che hanno messo il premio per i portieri legato al Pallone d’oro, perché da quel punto di vista il nostro è un ruolo un po’ denigrato ed è ovvio che quando si pensa al giocatore da Pallone d’oro si pensa quasi sempre a un attaccante o comunque a un fantasista, dai.
 
In questo momento c’è una sorta di ballottaggio tra Meret e Gollini per il ruolo di terzo portiere a Euro 2020. La tendenza di convocare 4 portieri è iniziata proprio grazie a te, perché dopo l’infortunio con l’Inter Prandelli richiamò De Sanctis e al tuo rientro rimaneste entrambi nel giro. Secondo te chi la spunterà tra il portiere del Napoli e quello dell’Atalanta?
Mah, chi la spunterà non lo so. Secondo me stanno facendo tutti e due da Dio, è ovvio che Meret da un certo punto di vista è avvantaggiato perché ha giocato in Europa, sono due anni che è a Napoli. L’Atalanta si sta affacciando adesso alla Champions League e sicuramente Napoli è una piazza più importante di Bergamo, però io penso che per il ruolo di terzo portiere Mancini deciderà non solo per il rendimento, ma anche in base ad altre cose.
 
Tra Palermo e Fiorentina hai vissuto la tua rinascita dopo l’infortunio, tuttavia hai perso la Nazionale. Che ricordi hai di quegli anni? Soprattutto, c’è stato il rimpianto di non giocare nell’Inter?
Sì, da un certo punto di vista sì, anche perché all’epoca feci il diavolo a quattro per andare via quando la società non voleva, però io avevo voglia di giocare, ero giovane, avevo finito l’anno giocando 5-6 partite con la Nazionale da titolare. Però, insomma, io dell’Inter ho solo ricordi positivi, perché è una società che si è comportata in maniera fantastica con me. Poi io sono uno che non tende ad avere tanti rimpianti, eh. Non mi piace. Anche solamente per il fatto di essere andato via ho conosciuto altre città, altre persone… la vita è bella anche per quello.
 
Il tuo ex compagno Quagliarella ha iniziato a segnare a raffica negli ultimi due anni, poi si è improvvisamente affievolito. Conoscendo la grande tempra di Fabio, come ti spieghi questo fenomeno?
Fabio ha sofferto come ha sofferto la Sampdoria, perché i giocatori sono tutti bravi, ma se la squadra ha delle difficoltà diventa difficile per tutti, eh. Io sono convinto che finirà ancora in doppia cifra e che farà ricredere tanti che pensano che sia vecchio e finito.
 
In Serie A c’è un portiere molto sottovalutato come Mirante, che era tornato in Nazionale a giugno, poi ha scelto di essere il secondo nella Roma. Non è un peccato?
Mah, sì: Antonio è un ragazzo che ha fatto tanti anni di Serie A, è un portiere con un ottimo rendimento, soprattutto. Dipende, dipende perché sono scelte. A volte il calciatore ha tanti canoni per scegliere: c’è il punto di vista economico, c’è il punto di vista ambientale, c’è il punto di vista familiare. È ovvio che potrebbe giocare ancora in tante squadre assolutamente, ma se ha fatto questa scelta vuol dire che per lui era la migliore.
 
Dopo quel che è successo ieri sera, ti impressiona questa Lazio?
Sì, tanto. Però non è una sorpresa, perché da un paio di anni io ritengo la Lazio una delle squadre che mi ha impressionato di più. Probabilmente adesso ha raggiunto una consapevolezza diversa e quindi riesce a ottenere ancora più risultati. A me ieri sera ha impressionato il fatto che comunque ha chiuso una squadra fortissima e in formissima come il Cagliari per un tempo nella propria metà campo, ha raggiunto il goal e ha fatto altre due occasioni da goal in tre minuti.
 
La tua ultima esperienza è stata alla SPAL, il cui giocatore più in vista attualmente è Petagna, accostato fortemente alla Roma: secondo te il ragazzo è pronto per una big o deve ancora esprimere il suo potenziale?
Secondo me è pronto, poi valgono entrambe le cose: gliel’ho detto tante volte anche a lui, sono convinto che Andrea abbia ancora grandissimi margini di miglioramento, però è un ragazzo giovane, che ha voglia. Confrontarsi con una piazza come Roma, che ritengo una delle più difficili in assoluto in Italia, deve essere anche un vantaggio per lui. Magari con meno pressione, perché, insomma, ci sono tanti altri grandi giocatori e potrebbe avere più tempo per esplodere.
 
Per concludere: c’è un sogno che Emiliano Viviano vuole ancora rincorrere nella sua carriera di calciatore?
No, ti dico la verità. Bisogna sempre avere ambizioni, però ho giocato in Nazionale, ho giocato nella Fiorentina, ho conosciuto tante belle piazze come Bologna, Ferrara, Brescia, la Sampdoria. Sogno no, però penso di poter dare ancora tanto. Ho 34 anni, l’anno scorso ho fatto 6 mesi alla SPAL e ho fatto benissimo. Quindi, sono in attesa.
 
I TESTI E I CONTENUTI PRESENTI SU SOCCERMAGAZINE.IT POSSONO ESSERE RIPORTATI SU ALTRI SITI SOLO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE. OGNI VIOLAZIONE VERRÀ PUNITA.

Per rimanere aggiornati sulle nostre altre esclusive, vi consigliamo di seguire la pagina fan di Soccermagazine su Facebook.

Su questo sito utilizziamo strumenti nostri o di terze parti che memorizzano piccoli file (cookie) sul tuo dispositivo. I cookie sono normalmente usati per permettere al sito di funzionare correttamente (cookie tecnici), per generare statistiche di uso/navigazione (cookie statistici) e per pubblicizzare opportunamente i nostri servizi/prodotti (cookie di profilazione). Possiamo usare direttamente i cookie tecnici, ma hai il diritto di scegliere se abilitare o meno i cookie statistici e di profilazione. Abilitando questi cookie, ci aiuti ad offrirti una esperienza migliore con noi. Cookie policy