Soccermagazine, Emanuele Celeste a Tele Radio Stereo: “Quale azzurro avrebbe tirato come Trajkovski?”

Il nostro Emanuele Celeste ha parlato della Nazionale a Tele Radio Stereo, durante la fascia mattutina condotta da Riccardo Cotumaccio.

Emanuele Celeste, fondatore e direttore di Soccermagazine.it, ha parlato della Nazionale sulle frequenze dell’emittente Tele Radio Stereo. Ecco alcuni stralci delle sue dichiarazioni:

Emanuele Celeste a Tele Radio Stereo-Teleroma 56 Sport
Emanuele Celeste a Tele Radio Stereo-Teleroma 56 Sport

COME SI È ARRIVATI A QUESTO PUNTO – “Già nei giorni antecedenti alla partita non si respirava un’aria così tranquilla, nonostante il primo avversario fosse molto modesto. Nel 2017 la paura era palpabile anche fuori dal campo. Stavolta invece abbiamo visto troppi sorrisini e sorrisetti in allenamento e nelle conferenze, che secondo me tradiscono una sbagliata interpretazione dell’impegno. Forse incontrare la Macedonia ci ha penalizzati perché abbiamo visto questa partita come una semplice anticamera della vera sfida contro il Portogallo. Anche a gara in corso si notava come un nervosismo nell’archiviare in fretta e furia la pratica, pretendendo anche falli di mano e rigori evidentemente inesistenti.

La superiorità tecnica nei confronti della Macedonia era comunque indiscussa e rimarrà certificata anche se la Macedonia dovesse andare al Mondiale, ma alla fin fine credo che sia giusto che nel calcio non vinca sempre il più forte. Questa eliminazione è peggiore di quella con la Svezia, ma fa meno male. Forse perché c’è già un precedente ed è stata addolcita dalla vittoria dell’Europeo come il miele nella cicuta di Socrate, ma nonostante il miele Socrate è morto lo stesso“.

LA RICONOSCENZA DI MANCINI – “Il problema è che la vittoria dell’Europeo, che non è stata casuale dato che già dopo la prima giornata eravamo chiaramente i più temibili, ha stretto maggiormente tutti quei nodi che magari sarebbero stati sciolti se paradossalmente non avessimo vinto. Uno su tutti, Immobile. Sia chiaro: stiamo parlando indubbiamente di un grande attaccante, ma nel gioco della Nazionale non va bene e lo sapevamo da prima dell’Europeo. Mancini ha continuato ad intestardirsi su Immobile nonostante lui stesso lo sostituisca puntualmente ad ogni partita. Il motivo sarà l’imbarazzo nel ridimensionare un top player lasciandolo in panchina? Mancini si rivede in Immobile per il rapporto controverso con la Nazionale e vuole che almeno lui vinca sulle critiche?

Si è paragonato subito Mancini a Ventura, ma a me ha ricordato più il Lippi del 2010. Da vincitori si danno troppe cose per scontate. Alla fine cosa ci ritroviamo a dire? Che in una partita incagliata come quella contro la Macedonia probabilmente sarebbe stato più utile un attaccante con le caratteristiche di Balotelli”.

LA DIFFERENZA CON LA MACEDONIA – “Ho sentito parlare di paura di segnare, ma secondo me è stata più paura di sbagliare. La differenza nell’interpretazione della partita sta tutta nel goal della Macedonia. Se Berardi ha avuto qualche tentennamento in più al momento dell’occasione regalata da Dimitrievski, Trajkovski non ci ha pensato due volte a prodursi nella conclusione improbabile non appena si è ritrovato in maniera fortuita, su lancio del portiere, con un paio di metri liberi. Noi un goal come quello della Macedonia non l’avremmo mai realizzato l’altra sera. Proviamo ad entrare nello specifico: chi ci avrebbe dovuto pensare? Jorginho non va mai al tiro. Anche se si trova sulla trequarti, Jorginho preferisce servire gli esterni o scavalcare la difesa. Barella non era in condizione. Verratti ha un’ottima visione di gioco, ha tutto fuorché la conclusione.

Se guardiamo agli attaccanti propriamente detti, Immobile non sa incidere spalle alla porta. Non bisogna per forza andare a cercare i grandi nomi per trovare una soluzione. Anche un Locatelli, che però era indisponibile, avrebbe potuto fare bene. Invece ci ritroviamo con un Pellegrini sballottato a destra e a sinistra“.

IL FUTURO DELLA NAZIONALE – “Il rischio di un disinnamoramento dei giovani italiani nei confronti del calcio non è poi così remoto. Questo sport viene quasi demonizzato nelle scuole. Il calcio italiano si distingue periodicamente per notizie disdicevoli o scandalose. Tra indagini della Guardia di Finanza, stipendi non pagati, esami truccati, partite perse a tavolino, addirittura partite rinviate che non si ha intenzione di giocare. Adesso è spuntata fuori questa nuova moda dei calciatori più rappresentativi che vanno in scadenza tentando il braccio di ferro con le società. Se ci pensate è veramente assurdo. Un giocatore che sa per certo di essere importante per quella squadra fa passare i giorni appigliandosi a un particolare burocratico per ottenere qualcosa in più: lo abbiamo visto con Donnarumma, con Insigne, sta succedendo adesso con Dybala.

Di fronte a questi episodi, sembra quasi ingenuo parlare di amore per la Nazionale. Nel 2017 si doveva giocare il derby di Roma subito dopo Italia-Svezia e molti tifosi dissero che avrebbero preferito la vittoria al derby piuttosto che la qualificazione dell’Italia al Mondiale. Se fossi stato un Florenzi, che a questo punto il Mondiale non lo giocherà mai, mi sarei un po’ risentito”.  

Il video con l’intervento completo:

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