Francesco Totti è immortale? La fine della dinastia dei fantasisti è ormai vicina…

Ha senso per voi elogiare Francesco Totti? Trovate corretto esaltare un giocatore sulla soglia dei 40 anni per un assist o una rete con la maglia della Roma?

Totti - Fonte immagine: Warrenfish - Wikipedia
Totti – Fonte immagine: Warrenfish – Wikipedia

Ci si dovrebbe porre le stesse domande di fronte ad una punizione di Andrea Pirlo o ad una parata di Gigi Buffon. E’ giusto esaltare fino all’inverosimile un calciatore che ha un talento innato e si impegna ogni giorno per mantenersi in forma e poter sfruttare quel talento ancora ad alti livelli?
E’ tanto facile dare una risposta a queste domande, quanto è difficile cercare di capire il perchè l’istinto ci porta a commentare tra di noi: “Che roba Totti, a quell’età poi…“.

Le capacità di Totti non si discutono. Ora come allora ha la capacità, con un solo tocco, di mettere la palla al posto giusto e al momento giusto per il compagno a cui rimane solo il compito di calciare il pallone in rete. Anche a ruoli invertiti ha collezionato numeri da capogiro: contando il rigore messo a segno domenica contro la Sampdoria, il Capitano giallorosso ha segnato per ben 23 stagioni di Serie A consecutive. Inutile dire che si tratta di un record senza pari.
E’ giusto che un campione come lui continui a giocare. E’ giusto che dopo l’ultima prestazione rimetta nuovamente in discussione, dopo una querelle estiva sfiancante, il suo contratto con la Roma con un solo commento: se un giocatore come Er Pupone sente di avere ancora da dare qualcosa al calcio gli deve essere concessa l’opportunità.

Mario Rui - Fonte immagine: Riccardo Cotumaccio
Totti – Fonte immagine: Riccardo Cotumaccio

Ma per quanto straordinario sia Francesco Totti, è sconfortante notare che siamo costretti ad elogiare un giocatore ad un passo dagli -anta piuttosto che fare a gara di nomi su chi ne possa raccogliere l’eredità. Nel panorama calcistico italiano il trequartista è sparito sempre più gradualmente, lasciando al momento Riccardo Saponara come unico predicatore del culto del numero 10 in un tempio popolato da esterni alti e falsi nueve.
Se allarghiamo gli orizzonti oltre i confini nazionali, la situazione si aggrava. La prima ondata di allenatori devoti al 4-2-3-1 nella metà dello scorso decennio ha rinchiuso i trequartisti in una gabbia: impossibilitati ad allargarsi per la presenza delle ali alte ed impossibilitati a manovrare dal basso per il supporto dei mediani, il loro raggio d’azione si è ridotto notevolmente e per loro è diventato sempre più difficile trovare la giocata. Con l’avvento del 4-3-3 le speranze di vedere un fantasista vero sono ridotte all’osso, con il gioco destinato a passare per gli esterni del campo tramite sovrapposizioni coi terzini o la punta che scende sulla trequarti per scambiare il pallone coi compagni.

Questo mondo del calcio non sembra più disposto ad accogliere altri giocatori come Totti. I calciatori che hanno o stanno sviluppando una visione simile del campo di gioco sono relegati in altri ruoli. Ozil è imprigionato nella gabbia della trequarti dell’Arsenal; David Silva lavora e non si ferma mai sulla fascia del Manchester City; Dybala si trova sempre in avanti, utilizzato come prima o seconda punta.
A nessuno di loro viene data la stessa libertà che ha il Capitano della Roma, la stessa che hanno avuto al loro tempo Roberto Baggio, Zico, Zinedine Zidane ed altre decine di fenomeni che nel passato hanno fatto della metà campo avversaria il loro giardino privato. Queste catene tattiche sono un mutamento del calcio che segnano la fine della dinastia dei fantasisti.

Preparatevi a piangere per l’addio di Francesco Totti al calcio, ma preparate qualche lacrima in più perchè di calciatori come lui non se ne vedranno più per molto tempo.

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