Il punto/Serie A: la copertina è tutta nerazzurra, ma la Juve non lascia nulla
La squadra copertina del 10°turno di serie A ha i colori nerazzurri ed è milanese. È l’Inter di Luciano Spalletti, che nel posticipo di ieri sera si è sbarazzato, all’apparenza senza problemi, della Lazio, in uno dei match di cartello del weekend.
Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che i meneghini hanno sfoderato, soprattutto nel primo tempo, la miglior prestazione dell’anno e, probabilmente, una delle più belle da quando in panchina siede il mister di Certaldo.
Compattezza di squadra, gioco fluido, centrocampo in palla sia quando si è trattato di difendere e contenere (notevoli i passi in avanti di Brozovic in tal senso, affiatatissimo adesso con Vecino) sia di offendere (Perisic sempre sugli scudi). Personalità che non si vedeva da tempo, e un Icardi in forma smagliante (ha segnato le ultime cinque reti effettuando soltanto sei tiri, roba da cecchini, insomma).
E poi ci sono i numeri: sesta vittoria consecutiva, quarto successo di fila lontano dalla città di sant’Ambrogio (non accadeva dalla stagione 2012-2013), soltanto sei reti subite, meglio di tutte.
La verità, allora, è che in attesa che tutti gli acquisti estivi esplodano (Keita, Lautaro Martinez in primis), i nerazzurri stanno dimostrando quello che in realtà dovevano fare già da agosto. Essere una delle due squadre, insieme al Napoli, che deve dare fastidio alla Juventus campione d’Italia, per quello che è possibile.
Lo aveva dichiarato l’ultimo mercato. Lo aveva certificato le ambizioni della dirigenza cinese. E, da un mese e mezzo, lo sta certificando il campo. Secondo posto in classifica, insieme ai partenopei, a -6 dai bianconeri.
Per la Lazio, invece, c’è poco da dire. Sempre il solito problema, la fragilità – a volte estrema – nei confronti delle big del Campionato, con cui ha rimediato soltanto schiaffi. Ma Inzaghi junior deve iniziare davvero a chiedersi quando mister 120 milioni di euro Milinkovic Savic inizierà a fare sul serio.
Domenica sera il Napoli ha impattato 1-1 contro una Roma gagliarda e combattiva. Il punticino, forse, sta stretto alla compagine di Ancelotti che, soprattutto nel secondo tempo, ha messo alle corde De Rossi e compagni (ben 26 i tiri verso lo specchio della porta avversaria, un record in questa stagione), ma premia un avversario che ha retto benissimo l’onda d’urto dei padroni di casa. Prima “x” stagionale per i vicecampioni d’Italia, che stanno facendo quello che devono fare. Il problema è sempre quello: non basta.
Non basta perché davanti la Juventus, dopo un po’ di dormiveglia contro il Genoa, ha ripreso subito a correre, e centrare il nono successo in dieci partite.
È la miglior partenza degli ultimi anni, uguale a quella del 2012-2013.
Al Castellani, però, i bianconeri hanno vinto più con i campioni che con la squadra. Anzi, con il campione. Cristiano Ronaldo, entrato in 10 negli ultimi 14 goal della propria squadra, che ha segnato il primo rigore da quando è in Italia, e ha effettuato il 46 per cento dei tiri in porta complessivi dell’intera compagine juventina.
Altro dire non si può, purtroppo per l’interesse di questo Campionato.
Dopo la sconfitta a fil di sirena nel derby, torna a sorridere il Milan, che ha la meglio – in rimonta, e già questa è una notizia – di una Sampdoria autoritaria e bella ma soltanto per i primi 45’.
Buona la prima per il nuovo modulo di Gattuso, il 4-4-2 – forse non è quello più adatto ai rossoneri, soprattutto quando saranno in forma Bonaventura e Calhanoglu, e adottato più per spinta dei giornali che per convinzione – e tale soprattutto nella ripresa, quando i rossoneri si sono difesi stando un po’ più bassi e coprendo meglio il campo. Va rivisto con formazioni complicate da affrontare, ma è quello che fa contento Cutrone e Higuain, e una (valida?) alternativa al 4-3-3.
In realtà, e questo lo dicono i numeri, il problema dei rossoneri non è l’attacco (18 reti messe a segno in nove partite, come nel 2012-2013, e secondo più prolifico del torneo), ma la fase, l’aspetto, e la mentalità difensiva (15 le partite consecutive in cui si subisce almeno un goal, roba che non accadeva dal 1946). Nonostante tutto questo, comunque, il Diavolo, battendo il Genoa nel recupero di domani sera, si isserebbe al quarto posto in Classifica, agganciando la Lazio a 18 punti. Pienissima zona Champions League, dove però per restarci fino alla fine serve una sterzata mentale come si deve e più di qualche ritocchino sul mercato invernale. A centrocampo.
Il resto del decimo turno ha fatto registrare il roboante successo dell’Atalanta – 30 tiri scagliati verso il portiere del Parma – decisamente un’altra compagine dopo la sosta, l’inaspettato successo del Frosinone – primo acuto in serie A con più di due reti di scarto – in casa della Spal, due bellissimi pareggi tra Torino-Fiorentina e Sassuolo-Bologna, il secondo ko in due incontri per Gian Piero Ventura sulla panchina del Chievo.
La sensazione è che, dopo le normalissime sorprese di inizio stagione, la serie A stia tornando al suo piattume generale, rispettando quelle che erano le indicazioni estive.