Esclusiva-Ciccio Graziani sbarca sui social: “Ecco cosa condividerò!”

Da tanti anni è uno dei personaggi del mondo del calcio più amati da vecchie e nuove generazioni: Ciccio Graziani ha unito più epoche con le sue esperienze da giocatore prima e da allenatore poi. Campione del mondo nel 1982 con l’Italia capitanata da Zoff, tecnico del Cervia protagonista del primo reality show pallonaro “Campioni”, Graziani non ha mai tradito se stesso rivelandosi un uomo verace e spontaneo ancor prima che un atleta.

Ciccio Graziani recita in un video per "CALCIATORI BRUTTI", nota pagina social
Ciccio Graziani recita in un video per “CALCIATORI BRUTTI”, nota pagina social
La gente non ha mai dimenticato i momenti divertenti regalati con la Gialappa’s band, proseguiti quest’estate commentando insieme i Mondiali. Parallelamente, su Facebook Graziani sperimentava per la prima volta l’uso dei social collegandosi ogni giorno con i tifosi, grazie a delle dirette organizzate dalla società Ive (creatrice del bot Irina, utile per ottenere informazioni sulla competizione in Russia), le stesse che proporrà periodicamente per discutere del campionato italiano e non solo. Quell’esperienza ha portato infatti il buon Ciccio a scegliere di sposare definitivamente la realtà virtuale, aprendo oggi le sue pagine ufficiali su Facebook (qui) e Instagram (qui). Noi di Soccermagazine l’abbiamo contattato per parlare dell’iniziativa che rappresenta per Graziani una vera svolta a 66 anni.

Alla fine anche Lei si è unito alla famiglia dei social. Sono trascorsi 36 anni dal Mondiale e 13 dall’esperienza al Cervia, cosa L’ha spinta a prendere questa decisione proprio in questo momento della Sua vita?
Ho riscontrato che tanta gente me lo chiedeva, tanta gente mi domandava “Ma perché non c’è la possibilità di comunicare con te?”. Poi abbiamo fatto quell’esperienza con Irina quest’estate, per i campionati del mondo, e ho visto che tanti ragazzi si sono affezionati, mi hanno chiesto di continuare ad interloquire con loro e questo è stato quello che mi ha spinto a dire “Ok, facciamolo. Creiamo anche noi una pagina Facebook così possiamo raccontare e raccontarci tante belle cose”.

Crede che sarà possibile vedere anche contenuti inediti come vecchie foto, maglie o cimeli sportivi? Quest’estate ad esempio parlava del Collare d’oro…
Sì, come no! C’è la possibilità, guardando un po’ al mio passato, di focalizzare alcuni momenti importanti della mia vita e magari far partecipi anche tutte le persone che mi stimano e hanno grande rispetto per me, per quel che riguarda quello che ho vinto e i momenti belli della mia carriera. Mi farebbe piacere condividerli con loro.

Lei sa che esistono due Ciccio Graziani: uno è il campione del mondo ’82, l’altro è l’allenatore del Cervia che si è fatto conoscere ai giovani che non L’avevano vista giocare e che ancora oggi citano scherzosamente le Sue frasi divenute famose con la Gialappa’s. Proprio in questi giorni Malesani si è detto offeso da quest’ultimo fenomeno, Lei invece come lo vive?
Noooooo, io mi offendo se gli amici “Gialappi” non entrano nel mio personaggio, nella mia realtà. Sono tre persone, tre uomini splendidi con una grande satira dentro, con un grandissimo humour. E poi parti da un presupposto che se entri in “ottica Gialappa’s” vuol dire che comunque sei un personaggio pubblico, quindi a me fa solo piacere. Vuol dire che bene o male la gente ti riconosce, sa chi sei e quindi entri in una sfera di popolarità superiore, secondo me.

Adesso facciamo un giochino: provi a pensare per un attimo di dover parlare solo con i Suoi tifosi dell’epoca, i Suoi coetanei, uomini di altri tempi e che oggi magari hanno nipoti ed altre occupazioni. A loro che messaggio vorrebbe lanciare?
Vorrei dire loro che il mondo è cambiato. Ai nostri tempi ci si divertiva con poco, avevamo pochi svaghi, pochi vizi. Sembravamo – tra virgolette – “più umani”. Oggi i social, internet, i telefonini e tutta la tecnologia che ci circonda, per certi versi ci agevolano un po’ la vita, ma ce la condizionano anche. Però bisogna sempre stare un po’ al passo con i tempi. Se ripenso a quei tempi mi verrebbe da dire “Stavamo meglio quando stavamo peggio”, però oggi devo dire che la tecnologia, internet, la possibilità di interloquire con il mondo con dei piccoli gesti sono dei grandi vantaggi di cui non possiamo non renderci conto e che soprattutto non possiamo non sfruttare.

Supponiamo che nelle Sue dirette Facebook si parlerà molto anche di campionato. Secondo Lei saranno sempre Juventus, Napoli e Roma a dominare la scena o si aspetta qualche sorpresa da Lazio, Inter e Milan?
Io dico che noi abbiamo una squadra che in questo momento in Italia è di sei gradini superiore a tutte le altre. Poi vedo delle squadre che sono competitive come possono essere il Napoli, la Roma, la stessa Inter, il Milan. La Lazio forse è un gradino leggermente più sotto, però credo che negli ultimi anni la Lazio si sia attestata ad un livello medio-alto. C’è solo da augurarsi che il Milan, l’Inter, il Napoli e la Roma siano un pochino più competitive per far sì che il nostro campionato ci dia delle indicazioni di interesse, perché se a febbraio – faccio un esempio – non ci fosse più speranza per nessuna delle inseguitrici di vincere lo scudetto, il campionato perderebbe sicuramente di coinvolgimento e di immagine. Però non è colpa di nessuno se una squadra è nettamente più forte di tutte le altre. Io per quello faccio il tifo per la Roma, per il Napoli per l’Inter e per il Milan, perché possano infastidire la Juventus e possano tenere alto l’interesse per questo nostro campionato.

Una particolarità dei social è quella di fossilizzarsi su quello che può diventare il tema del giorno. Oggi l’argomento di cui stanno parlando tutti su Facebook è il ritiro definitivo di Cassano: Lei che idea si è fatto in merito?
Io parto dal presupposto che per me Cassano ha smesso un anno e mezzo fa, quando decise di non continuare a Verona, in quella stagione in cui tornò a casa. Per me Cassano ha smesso in quel momento, poi a distanza di tempo occasioni importanti per lui non sono venute più fuori, perché sono convinto che se qualche squadra di Serie A l’avesse chiamato lui avrebbe risposto “presente”. E devo dire che questa scelta di dover andare a divertirsi nuovamente con l’Entella, non sapendo se quella squadra faccia la Serie B o la Serie C… insomma, per calciatori così bravi come lui, che hanno giocato così ad alti livelli e nel modo in cui ci ha giocato lui, francamente o c’è un’opportunità importante o è giusto smettere. Io non avevo visto di buon occhio il fatto che lui potesse andare a giocare all’Entella, perché immaginando il fatto che l’Entella possa fare la Serie C, un Pontedera-Entella che senso ha per Cassano? Ecco, io disapprovavo questa sua scelta e forse ripensandoci ha fatto la cosa giusta, perché quando smetti devi smettere a certi livelli, non puoi andare a giocare in Serie C. Vedere uno come Cassano giocare in Serie C mi sembrava una cosa poco positiva.

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