Esclusiva-Orlandini: “Il ritorno di Buffon è un po’ strano. Conte è un grande”
Una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. Così è stato per Pierluigi Orlandini, ex calciatore che ha fatto il suo esordio in Serie A con l’Atalanta ma che, nel corso della sua vita calcistica, ha indossato anche le maglie di Inter, Milan, Parma e molti altri club importanti. Proprio in gialloblu ha fatto parte di quel gruppo entrato nella storia per essere riuscito ad aggiudicarsi Coppa UEFA e Coppa Italia, contando su campioni del calibro di Gigi Buffon e Fabio Cannavaro. Oggi Pierluigi Orlandini è un tecnico vincente e con un grande occhio ai giovani, a cui spera di trasmettere tutto ciò che ha imparato in tanti anni di campo. Noi di Soccermagazine.it lo abbiamo contattato in esclusiva per parlare con lui della sua carriera e di attualità.
Qual è il ricordo più bello della Sua carriera?
Ricordi belli ne ho tanti, perché sono riuscito a realizzare il sogno che avevo sin da bambino, cioè quello di giocare a calcio. Penso che il ricordo più bello sia proprio questo: essere riuscito a fare ciò che volevo.
A proposito degli anni passati con l’Inter, cosa ci può dire di quel periodo?
Ricordo quei due anni con piacere. Arrivai lì molto giovane, in una società che in organico poteva contare su grandi campioni. Il primo anno soprattutto giocai molto, quasi sempre da titolare. Il secondo anno invece, purtroppo, andò diversamente perché cambiarono un po’ di cose e trovai meno spazio.
Per quanto riguarda invece la parentesi al Milan, cosa non andò?
Anche quella è stata una grande esperienza perché sono approdato in una società molto organizzata. Ho vestito tante maglie importanti, ma quei mesi in rossonero li ricordo proprio per questo, per un’organizzazione incredibile. Purtroppo delle tre competizioni a cui abbiamo preso parte all’inizio a dicembre eravamo fuori già da due ed era rimasto solo il campionato. Di conseguenza, per una rosa così ampia gli spazi si ridussero e quindi ho preferito e chiesto di andare a giocare altrove perché avevo voglia di giocare.
Ad arricchire il Suo palmarès ci sono la Coppa UEFA e la Coppa Italia vinte con la maglia del Parma in una stagione davvero magica…
La società aveva costruito una grandissima squadra, è stata una stagione importante e siamo riusciti a portare a casa entrambi i trofei. Credo che, andando a vedere i nomi che componevano l’organico di quella squadra, sia stato il Parma più forte di tutti i tempi.
Tra i Suoi compagni di squadra c’era anche un giovanissimo Gigi Buffon. Che idea si è fatto del suo ritorno alla Juventus?
L’ho trovato un po’ strano visto che l’anno scorso aveva salutato per provare nuove esperienze. Bisognerebbe capire cosa è successo per conoscere il motivo per cui sia tornato, ma io credo che la Juventus abbia bisogno di mettere alle spalle del portiere titolare una persona affidabile, che possa essere a disposizione senza creare problemi o tensioni e probabilmente hanno pensato che Buffon fosse la persona giusta, visto che conosce bene anche l’ambiente.
E della chiusura di Marotta a Nainggolan e Icardi cosa pensa?
Io credo che se Marotta abbia chiuso le porte ai due giocatori sia anche perché Antonio Conte non li ritiene adatti al progetto che ha in mente. Lui è un grandissimo allenatore, uno dei top della panchina senza alcun dubbio, e sicuramente avrà carta bianca su tutto. Ed è giusto così. Quando punti su un allenatore del genere è giusto fidarti di lui. Del resto poi quando le cose non vanno bene il primo a pagare è sempre il tecnico, quindi è giusto almeno seguire cosa l’allenatore suggerisce.
Dopo la carriera da giocatore, tanti anni da tecnico soprattutto con i giovani. Che tipo di lavoro cerca di fare quando allena dei ragazzi?
Bisognerebbe insegnare ai ragazzi intanto quelli che sono i principi e i concetti del gioco del calcio. Lavorare coi giovani è difficile, si tratta di un percorso molto lungo. Non sempre nei settori giovanili si può pensare subito ai risultati, perché alla lunga potrebbe essere una strategia sbagliata. Devi cercare di formare oltre che il giocatore anche l’uomo e per farlo devi avere anche alle spalle una società che ti permetta di farlo.
Chi è secondo Lei il miglior giovane italiano al momento?
Ce ne sono tanti bravi, Barella è però quello in cui vedo sia un grandissimo potenziale che tanto equilibrio. Altri poi hanno ottime qualità però bisogna farli stare più calmi, perché quando li carichi di responsabilità o li etichetti come “fenomeni” rischi di perdere quello che è il loro vero valore. Bisogna andarci molto cauti.
Barella che sembrerebbe in orbita Inter. Lo vede bene con Conte?
Secondo me per il modulo che potrebbe utilizzare il mister Barella potrebbe essere davvero importante. Ma lui è un giocatore che secondo me potrebbe far comodo a tutte le squadre. Parliamo di un ragazzo giovane ma che allo stesso tempo ha tanta esperienza e soprattutto mi sembra un ragazzo molto umile e con la testa sulle spalle.
Il Suo presente e il suo futuro. Cosa fa e cosa Le piacerebbe fare?
Ho appena finito un campionato di prima categoria che ho vinto ma la società poi ha pensato di ridimensionare sia i costi che le ambizioni e di conseguenza il progetto non mi è più interessato. Ho deciso di aprire una scuola calcio per far crescere e migliorare tanti ragazzi, ho messo a disposizione uno staff importante e speriamo di poter seguire molti giovani interessanti.
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