Il problema dell’Inter? Essere diventata la “cripto-inter”

“La realtà è logica e l’uomo può comprenderla in quanto dotato dello stesso logo della stessa”, scriveva Hegel nel lontano Ottocento. Fino a quanto tale pensiero riesca a cogliere l’essenza del mondo, non è dato saperlo o meglio non si ha certezza. Certo è invece che questa presunta logica non appartenga al mondo Inter, il cui pareggio casalingo dinnanzi al modesto Crotone ha acuito una crisi sì comprensibile e prevedibile, ma anche illogica nelle sue manifestazioni (smarriti nel nulla gioco e via della rete) e poiché paradossalmente iniziata dopo il picco raggiunto col pari a Torino al cospetto della Juventus, nelle sue tempistiche. Perché per riuscire a tramutarsi da schiacciasassi a vecchio trattore come hanno fatto da Icardi a compagni in quegli ormai famosi tre giorni che hanno intervallato la gara coi bianconeri da quella in coppa col Pordenone, il passo non è certo breve. E se la classifica non è ancora compromessa, il rapporto con i tifosi, ragionevolmente spazientiti, lo comincia ad essere vista la bordata di fischi di sabato. La spiegazione di un tracollo simile, per quanto illogico nelle modalità esiste eccome ed è strettamente correlata ad una rosa avara di alternative ai titolari Perisic, Valero, Candreva in evidente affanno, e che pecca anche terribilmente di carisma e di capacità di rialzarsi al primo colpo. È un collettivo che ad oggi dà l’impressione di non poter essere definito tale, in quanto alcuni remano per conto proprio, alla stregua di un gregge senza il proprio pastore (ogni riferimento non è puramente casuale).

Erick Thohir (Fonte: Inter.it)
Erick Thohir (Fonte: Inter.it)
Che però questa sorta di harakiri abbia una radice più profonda lo testimoniano gli ultimi anni in cui la maggior parte di coloro che hanno messo piede ad Appiano Gentile, da giocatori ad allenatori, è stata risucchiata da questa spirale di negatività risalente oramai al post-triplete, che ha svuotato tutti delle proprie qualità, rendendoli impotenti contro la sua forza come la criptonite con Superman, per dare meglio l’idea. Kovacic, Shaquiri, Joao Mario, Kondogbia insieme a Mazzarri e Mancini, tutti in qualche modo ‘vittime’ della cripto-inter. La stagione non si è conclusa e i nerazzurri sono ancora in corsa, certo però che i tempi in cui l’Inter era criptonite per gli avversari sono molto, molto lontani.

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