Roma, il Pagellone 2016-2017: Dzeko indomabile, Peres grande delusione

La Roma chiude al secondo posto soffrendo anche negli ultimi 90 minuti contro il Genoa. La formazione di Spalletti ha condotto in modo autoritario tutto il girone d’andata, superando anche il girone di Europa League e giungendo in semifinale di coppa Italia. Nella seconda parte della stagione, i giallorossi hanno sbagliato tutto il possibile per uscire contro il Lione dall’Europa, contro la Lazio dalla coppa nazionale e mettendo a serio rischio anche la seconda piazza valida per i gironi di Champions.

IL PAGELLONE DELLA ROMA: DZEKO IL MIGLIORE, PERES E RUI INSUFFICIENTI

La Roma chiude nel modo migliore un campionato che si stava mettendo veramente male. Ecco il pagellone della stagione 2016-2017:

PORTIERI

Szczesny 7.5: il portiere di campionato ha dimostrato di essere un estremo difensore affidabile e fortissimo soprattutto tra i pali. Le sue parate sono state determinanti per una formazione che non vedeva un vero numero 1 da tempo immemore. Reattività e uscite basse le sue miglior doti: un po’ carente nelle uscite, ma il suo miglioramento in Serie A è incredibile. Un punto di riferimento per tutta la difesa che deve ringraziarlo per i suoi voli che spesso sono valsi i 3 punti per la Roma.

Alisson 6.5: primo anno in Italia e portiere di Coppa sia in quella nazionale che in Europa. Il ragazzo si dimostra subito a suo agio con grande personalità e reattività. Qualche piccola sbavatura e qualche errore che non compromettono mai il risultato della squadra. Peccato non averlo mai visto in azione con una formazione al completo, ma i margini di miglioramento sono veramente tanti. Bella sorpresa che deve confermarsi, magari con la continuità che merita un vero numero 1.

Lobont Sv.: nessuna partita disputata per il romeno che sta studiando per diventare allenatore dei portieri.

DIFENSORI

Fazio 8: il comandante e leader della difesa si è presentato a Trigoria in punta di piedi per poi conquistare il posto da titolare in attesa del ritorno di Rudiger ancora infortunato. L’argentino sorprende tutti per la solidità e la sicurezza difensiva, dominando su tutti i palloni alti ed anticipando con tempo perfetto gli avversari. Bravo anche palla al piede ed in grado di saper far ripartire velocemente l’azione, tentando anche qualche dribbling pericoloso al limite dell’area. La sua presenza è stata determinante per il giusto funzionamento del reparto arretrato capitolino.

Manolas 6.5: il greco ha disputato un girone d’andata da top player calando drasticamente con il passare dei mesi fino a prestazioni inguardabili nel fine stagione. Nonostante le ottime gare giocate dove ha dimostrato senso della posizione, tempo negli anticipi perfetto e una buona solidità ha spesso peccato in tenuta mentale lasciando spazio a gravi errori spesso letali. Le ultime 5 partite sono proprio lo specchio delle difficoltà di concentrazione di cui soffre il greco che è responsabile di un calo pesante delle prestazioni del reparto.

Rudiger 6.5: una stagione che non può essere valutata a pieno poiché il tedesco è rientrato solo a fine ottobre per un intervento estivo ai crociati. Il difensore ha subito regalato ottime prestazioni, tornando immediatamente competitivo. Con il passare dei mesi, la tenuta fisica ha piano piano ceduto, fino ad essere imbarazzante nelle ultime uscite. Spalletti lo prova anche terzino per far respirare un troppo utilizzato B. Peres: il cambio di ruolo non scoraggia il ragazzo che è perfetto in fase di spinta e meno in quello di ripiegamento. Un elemento fondamentale per il futuro giallorosso e, con la giusta preparazione, potrà confermare tutte le sue doti nella prossima stagione.

M. Rui 5: il suo infortunio estivo ai crociati ne ha minato il rendimento nel campionato 2016-2017. Impiegato pochissimo e mai ritenuto veramente pronto dal tecnico, il terzino incide pochissimo non trovando mai la posizione in campo. Quando schierato, a differenza dei colleghi di reparto, spinge pochissimo in fase offensiva, rimandendo spesso in una posizione di limbo inutile sia per l’attacco che per la difesa.

B. Peres 4: la grandissima delusione dell’annata della Roma. Il difensore, acquistato dal Torino, è giunto a Roma con aspettative altissime che lo hanno schiacciato nel corso del campionato. Il brasiliano ha giocato la maggior parte delle gare non essendoci nessun sostituto nella sua posizione. Il giocatore ha dimostrato di avere una tecnica discreta, ma gli errori nei cross, negli interventi, nelle posizioni, negli stop e nell’ultimo passaggio hanno compromesso in modo irreversibile la sua stagione bocciandolo senza attenuanti.

Palmieri 7.5: una vera e propria creatura plasmata da Spalletti. L’allenatore di Certaldo spinge per il suo riscatto e lo modella fino a trasformarlo in una bellissima opera d’arte. Il brasiliano, convocato da Ventura per lo stage con l’Italia, ha stupito tutti per corsa, tecnica e una costanza che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui dopo gli sporadici interventi nel campionato 2015-2016. La Roma ha trovato un vero prodigio sulla fascia in grado di spingere con continuità e difendere con precisione impeccabile.

J. Jesus 6: arrivato a Roma tra lo scetticismo generale dei tifosi, si fa perdonare con una crescita costante e delle buone prestazioni. Dopo le inguardabili partite di inizio campionato, Spalletti lo prende sotto la sua ala protettiva e riesce a rigenerarlo schierando spesso nella difesa a 3, più congeniale al brasiliano. Con Manolas o Fazio al suo fianco si sente al sicuro, scucendo anche qualche applauso ad un Olimpico estremamente critico.

Vermaelen Sv.: altro oggetto misterioso di questa annata romanista. Il belga lo si nota solo in pochissime partite dove sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare. Eternamente infortunato passa il 95% degli incontri in panchina. La Roma voleva riconsegnarlo a gennaio al Barcellona che ha rifiutato di richiamare il difensore.

CENTROCAMPISTI

De Rossi 7.5: il futuro capitano giallorosso vive una stagione sopra le righe con prestazioni concrete e perfette. In fase di interdizione è un valore aggiunto per la difesa e il suo apporto di gol aiuta anche il reparto offensivo. Sia in Europa che in campionato i suoi interventi sono risultati determinanti per il risultato e hanno consentito alla Roma di chiudere la stagione in seconda posizione con una qualificazione in Champions che vale oro.

Paredes 6.5: il giovane talento argentino ha alternato ottime gare a partite di anonimato. La costanza resta il suo punto debole anche se le sue doti di palleggio, interdizione e tecnica hanno spesso colmato questo gap. Perfetto nelle verticalizzazioni è risultato un elemento importante per dare respiro ad un centrocampo limitato per uomini soprattutto dopo l’infortunio di Florenzi.

Strootman 6.5: l’olandese, dopo un ottimo avvio di campionato, ha avuto un calo nelle proprie prestazioni dopo un recupero lampo dal secondo infortunio ai crociato. La “lavatrice” è risultato un po’ troppo lento e impacciato nella manovra, nonostante i suoi tantissimi recuperi e un numero elevatissimo di palloni passati tra i suoi piedi e sempre gestiti al meglio. Carente in fase realizzativa potremmo vederlo al massimo della forma nella prossima Serie A, con qualche ricambio in più per riprendere fiato nei momenti cruciali della stagione.

Gerson 4: impiegato pochissimo da Spalletti, il giovane talento ha dimostrato di non essere ancora pronto per un campionato professionistico. I pochi scampoli di match giocati hanno evidenziato ancora troppa paura e poca personalità. Il mancato trasferimento in prestito al Lille nel mercato invernale ha incrinato ulteriormente i rapporti con tutto l’ambiente romanista.

Nainggolan 8: il belga è sicuramente il migliore di tutto il reparto di centrocampo. Il ragazzo ha vissuto una stagione sopra le righe arrivando in doppia cifra in campionato e rivelandosi il migliore in campo nella maggior parte delle gare. Grinta, forza e potenza lo hanno contraddistinto sia in fase di interdizione sia in quella offensiva con rete pensati e sempre decisive. Come dimenticare la straordinaria doppietta all’Inter, il gol nel ritorno contro la Juventus e soprattutto l’1-0 che ha permesso alla Roma di superare il Milan. Un giocatore che si è fatto sempre trovare pronto e senza il quale la società capitolina non avrebbe mai raggiunto il secondo posto.

Grenier Sv.: arrivato nella sessione di mercato estiva, il ragazzo non ha avuto ne il tempo ne l’occasione per mettersi in mostra. Fermato da un infortunio non ha mai recuperato pienamente e Spalletti non gli ha concesso occasioni per dimostrare tutto il suo vero talento.

Florenzi Sv.: la sfortuna ha avuto la meglio su Alessandro Florenzi che una volta recupero l’infortunio ha avuto una ricaduta sul medesimo ginocchio. Una stagione passata in infermiera per il jolly capitolino che dovrà aspettare il prossimo anno per mettersi in mostra.

ATTACCANTI

Salah - Fonte immagine: Hassen zammeli da Wikipedia
Salah – Fonte immagine: Hassen zammeli da Wikipedia
Salah 7.5: l’egiziano, nonostante la coppa d’Africa, è uno degli uomini fondamentali per questa Roma. Solo in Serie A mette a segno 15 reti e 11 assist vincenti, lasciando il suo zampino in 26 reti dei giallorossi. Le sue accelerazioni, i suoi strappi, dribbling e conclusioni (non sempre perfette) hanno regalato alla manovra velocità e imprevidibilità facendolo diventare il nemico numero 1 per le difese. Ai 15 centri da aggiungerne anche 2 in Europa League e 2 in Coppa Italia per un totale di 19 a coronamento di un’annata magica.

El Shaarawy 7: il faraone chiude la stagione nel migliore dei modi con un finale di campionto ad alti livelli. Nonostante l’utilizzo sempre molto frammentato, l’ex Milan ha messo a segno 8 reti regalando anche 4 assist in campionato, soprattutto siglando 4 gol nelle ultime 4 partite. Determinante il suo apporto nei momenti di difficoltà quando si è sempre fatto trovare pronto togliendo le castagne dal fuoco a Spalletti e compagni. Nonostante la sua vena realizzativa, il tecnico lo sostituisce sempre a partita in corso o lo lancia come primo cambio utile. Difficile trovare la forma con un minutaggio che non supera mai l’ora di gioco, ma El Shaarawy ha sempre accettato la sua situazione pensando per prima alla squadra e poi a se stesso.

Perotti 6.5: stagione sottotono per l’argentino che ha regalato poche magie rispetto all’anno passato. Il laterale d’attacco non è mai entrato in forma con match mai all’altezza delle sue grandi doti tecniche. Tanti passaggi sbagliati e dribbling non riusciti che hanno tolto pericolosità all’offensiva romanista. Il tecnico si accorge di questa flessione ed inizia a lasciarlo in panchina. In Europa è un punto di riferimento, mentre in campionato vive di alti e bassi. Impeccabile dal dischetto totalizza 8 realizzazioni di cui 7 dagli undici metri. Può fare molto meglio e se rimanesse a Roma dovrà tornare sugli standard, quel livello e quelle giocate che hanno fatto innamorare i tifosi.

Dzeko 8.5: cosa dire ad un attaccante che è stato definito un “bidone” e che conclude l’anno da capocannoniere della Serie A? Edin Dzeko smentisce tutte le malelingue che lo avevano etichettato come una scelta sbagliata siglando 29 reti in 38 partite di campionato con 9 assist vincenti. In Europa non è da meno con 8 realizzazioni in 8 partite e in Coppa Italia con 2 centri in 4 match. Numeri impressionanti per il bosniaco che ha segnato in qualunque modo: di potenza, dalla distanza, a giro, di testa, di destro, di sinistro regalando alla Roma un attaccante che mancava dai tempi di Batistuta. Senza il suo apporto, la società capitolina, non avrebbe potuto rincorrere la Juventus fino alla penultima giornata. Una stagione da incorniciare che ora alza ulteriormente l’asticella delle aspettative. Non dimentichiamoci che oltre ad essere bomber si è rivelato un ottimo uomo squadra con sponde e assist che non si addicono ad una punta che segna così tanto.

Totti 6.5: il capitano giallorosso chiude l’anno, il suo ultimo anno, con un addio strappa lacrime all’Olimpico. Uno stadio pieno che ringrazia l’uomo simbolo di Roma tra pianti e cori. Per quello che Totti ha fatto per la squadra in 25 anni in giallorosso il voto sarebbe sicuramente 10 come la sua maglia. Quest’anno Spalletti lo relega spesso in panchina dando precedenza alla squadra e ai risultati. Francesco accetta le scelte, non si lamenta, e si accontenta dei tantissimi 5-10 minuti che gli vengono riservati. Quando parte da titolare regala continui colpi di scena, veloci verticalizzazioni e giocate di prima che hanno una velocità di pensiero che nessuno riesce ancora ad eguagliare. Finisce un’era, ma l’ottavo re di Roma non morirà mai per i suoi tifosi.

Spalletti 6: arriva per vincere un trofeo e parte nel migliore dei modi con un secondo posto a dicembre, primo nel girone di Champions e un ottimo inizio di Coppa Italia. Nella seconda parte della stagione, quando serviva alla Roma il salto di qualità, perde il controllo della sua Ferrari e si schianta contro il muro della realtà, perdendo in una sola settimana tutto quello che aveva conquistato. In campionato nulla da recriminare con 87 punti e 28 vittorie che non sono bastate per superare la Juve. Quello che lascia l’amaro in bocca è la sua continua lotta contro la stampa romana, la battaglia continua e alimentata con stupidaggini e repicche. In Europa è mancato il giusto piglio e questo lo si può ricollegare solo al tecnico. La stagione è sufficiente grazie anche al secondo posto in Serie A, ma Luciano dice nuovamente addio ad una piazza che lo ha logorato nell’animo più che nel fisico.

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