Il punto/Serie A: la Juve dà segni di umanità, Icardi affonda ancora il Milan

Nel nono turno, è di Icardi lo squillo più importante, regalando la stracittadina ai nerazzurri. In testa, i bianconeri perdono due punti e rilanciano il Napoli

Il nono turno di Campionato, conclusosi ieri con il posticipo a reti bianche tra Sampdoria (resta la difesa meno battuta dello Stivale) e Sassuolo (nobilissima la sua classifica), ha lasciato in eredità temi non certo casuali e sicuramente degni di nota.

La vittoria, meritata, in extremis e al cardiopalma, dell’Inter nella stracittadina contro il Milan. I primi punti persi della lepre Juventus in stagione. I tanti acuti esterni verificatisi (Spal, Napoli, Lazio, Atalanta). L’esordio da incubo sulla panchina del Chievo Verona da parte di Gian Piero Ventura.

 

Icardi all'Inter - Fonte immagine: sassuolocalcio.it
Icardi all’Inter – Fonte immagine: sassuolocalcio.it

 

 

Si parte dalla sfida della Madonnina, dunque. Non è di facile lettura, perché ha vinto la squadra che ha tentato di farlo, e quindi l’Inter. Molto abile la squadra di Spalletti a sfruttare la superiorità a centrocampo e sulle corsie laterali, a impedire il palleggio ai rossoneri – loro punto di forza – e a imporre quella che è la propria componente fisica. Il derby visto domenica sera, insomma, è stata la prosecuzione di quello andato in scena il 25 aprile, con la differenza che in quella circostanza Icardi ha sbagliato di tutto, mentre l’altra sera un altro Icardi è stato bravo a sfruttare l’unica disattenzione dell’intero pacchetto difensivo milanista, nonché la sola palla giocabile avuta a disposizione.

Vittoria che conferma il buon momento di forma dei nerazzurri, apparsi anche un po’ più pimpanti rispetto alla gara di Ferrara di 15 giorni fa, e che confermano di essere la terza forza della serie A.

Il Milan, invece, è stato strano. Ha preferito più non prenderle che darle. Ha privilegiato più impostarla sul lato fisico che su quello tecnico (non lo sa fare, e si è beccato parecchi cartellini gialli), ha giocato, stranamente, una quasi perfetta gara difensiva, soprattutto con la coppia centrale Romagnoli-Musacchio, impeccabile fino alla dormita del minuto 92.

La conseguenza è che la prima parata (innocua) di Handanovic è arrivata all’80’, e che nel primo tempo i rossoneri hanno giocato soltanto quattro palloni nell’area avversaria. Gattuso? È da criticare per come ha impostato il match, per la lettura in corso d’opera, per non riuscire a dare un’alternativa al palleggio e al 4-3-3, per aver snaturato i tratti somatici dei suoi proprio nella stracittadina, per aver impaurito i suoi più che infondere coraggio.

Con questa sconfitta, la seconda stagionale, il Milan perde un po’ le distanze dalle squadre in lotta per la Champions. Ma c’è da dire che questo Milan, adesso, non è da coppa dalle grandi orecchie, perché gli manca la mentalità necessaria.

 

 

 

Il resto della giornata è stato caratterizzato dall’ennesimo harakiri stagionale della Roma, sconfitta senza tanti affanni dalla Spal, che non vinceva fuori casa con due goal di scarto senza subirne dal settembre 1965, sempre a domicilio giallorosso. Incredibile il ko dei Di Francesco boys, tanto più dopo le belle prestazioni offerte prima della sosta.

C’è stato il primo pareggio stagionale della Juventus, che allo Stadium non è andata oltre l’1-1 contro un Genoa indomito, indomabile e sempre sul pezzo. E che i Campioni d’Italia perdano punti in casa contro le piccole non è un fatto diffuso negli ultimi anni.

 

L’errore è stato, dopo il “gollonzo” di Cristiano Ronaldo (sono 400 nei Campionati di calcio più importanti, tra Inghilterra, Spagna e Italia), non chiudere la partita, affrontarla con eccessiva sufficienza e specchiarsi un po’ troppo.

Sono i primi punti persi dopo otto vittorie consecutive. Se il trend fosse confermato fino a fine stagione, ci sarà poco da divertirsi per le altre.

Il Napoli, invece, continua a stare benone, e la cura Ancelotti tutta a base di 4-4-2 (senza Insigne e in pratica anche Verdi), ampio turnover, e tutti sono da arruolare e utilizzare sta dando i suoi frutti. E a segno vanno anche Rog e Mario Ruiz (che segna solo da fuori area), impensabile fino a qualche mese fa.

Secondo posto rafforzato, e bianconeri un po’ meno distanti. E domenica al “San Paolo” arriverà una Roma ferita.

Tre punti pesanti anche per la Lazio, che è passata nel finale sul non semplice campo del Parma. Con merito. In attesa di risolvere la grana degli scontri diretti (e lunedì sera, a proposito, arriva l’Inter), la squadra di Simone Inzaghi ha imparato a essere meno spettacolare ma più cinica.

 

 

 

In coda, invece, ha fatto rumore l’esordio da incubo di Gian Piero Ventura sulla panchina del Chievo. I clivensi sono stati annientati, a domicilio, dall’Atalanta, improvvisamente riapparsa quella delle ultime due stagioni, e spinta dalla tripletta di Ilicic, che al “Bentegodi” dimostra sempre di essere a suo agio. Seconda tripletta di fila, dopo quella in casa Hellas della scorsa stagione.

Facciamo un grosso in bocca al lupo all’ex Commissario tecnico della Nazionale, il cui compito della salvezza sembra essere molto più complicato di quello (fallito) di portare l’Italia ai Mondiali di Russia.

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